Anche io ho grande difficoltà a intervenire in questo topic gentilmente segnalatomi da un ambasciatore giorni fa (lo possino!!! (poi facciamo i conti, non ti preoccupà
)).
Forse anche qualche difficoltà maggiore di quella che avete avuto tutti voi, sia confidenti che confidanti.
Lo immaginereste che possa esistere un uomo che sta messo peggio di tutte voi messe insieme? Forse riesco a convincervi
E provo a farlo non "razionalizzando" (troppo complicato, e poi rischierei un impeachment peggiore di quello che sancì la mia conoscenza dialettica con Lattedicocco (a buon intenditor...
...
))... ma semplicemente raccontando la mia storia e situazione attuale. Tanto... gira e rigira tutto ruota intorno a voi donne, e quindi sempre di una storia di depressione femminile si tratta, nello specifico quella di mia madre.
Dunque io non saprei dire se sono mai stato innamorato o meno, se molto o poco, se mai o "perennemente" innamorato. Col tempo ho capito che per me la questione sentimentale aveva un'importanza vitale. Cosa intendo?
Provo a rendere idea con un passo di un libro di psicologia (riferimento: Alice Miller - Il Dramma Del Bambino Dotato (e la ricerca del vero Sè)) che in un capitoletto distaccato a ciel sereno intitola: "Il cervello d'oro":
"C'era una volta un bambino con un cervello d'oro. I genitori se ne accorsero per caso, vedendo sgorgare oro, ancichè sangue, una volta che il bambino si era ferito alla testa. Presero dunque a sorvegliarlo con una gran cura e gli proibirono di stare con gli altri bambini, per paura che lo derubassero. Quando il ragazzo, divenuto grande, volle andarsene per il mondo, la madre disse: "dopo tutto quello che abbiamo fatto per te, anche a noi spetta un pò della tua ricchezza". Il figlio allora estrasse un pezzo d'oro dal suo cervello, e lo donò alla madre. Ricco com'era, visse nel lusso con un amico per un certo tempo, ma una notte l'amico lo derubò e scappò via. Allora l'uomo decise che non avrebbe più rivelato a nessuno il proprio segreto; e poichè le scorte si assottigliavano a vista d'occhio, pensò di mettersi a lavorare. Un bel giorno si innamorò di una graziosa fanciulla, e ne fu contraccambiato. Ma la fanciulla amava anche i bei vestiti che egli le comprava in gran quantità. Sposatisi, vissero felici per due anni, dopodichè la fanciulla morì, e per i suoi funerali, che dovevano essere grandiosi, l'uomo spese tutto quello che gli restava. Un giorno, mentre debole, povero e triste si trascinava per la strada, vide in una vetrina un paio di stivaletti che sarebbero andati giusti alla moglie. Dimenticando di essere vedovo (forse perchè il suo cervello svuotato non funzionava più), entrò nel negozio per comprarli.
Ma in quel momento crollò a terra e il venditore lo vide giacere morto dinanzi a lui.
(l'Autrice aggiunge:) Daudet, che sarebbe morto anche lui di una malattia al midollo spinale, conclude così la sua narrazione: "Malgrado il suo tono di racconto fantastico, questa leggenda è vera dal principio alla fine (...) Ci sono dei poveracci (...) che pagano le piccole cose della vita con oro zecchino, col loro midollo, con la loro sostanza. E' un dolore che si rinnova ogni giorno; e poi, quando sono stanchi di soffrire...".
Orbene (sempre l'Autrice), tra le "piccole", ma anche indispensabili, cose della vita, non rientra forse anche l'amore materno che a molti tocca pagare - paradossalmente - con la rinuncia alla propria vitalità?".(fine citazione)
Io la fine di quel bambino non la voglio fare.
Ho amato mia madre come un padre, quel padre che lei ha avuto ma che ha fatto tanto soffrire lei e i suoi fratelli.
Così mi trovai attratto da una ragazza "bambina", la persona giusta che non potesse amarmi per quello che sono, ma verso cui concentrare tutte le mie attenzioni ed energie, a "fondo perso". Certo, ero ricambiato, ma la proporzione era 100 a 1. E così dopo 4 anni iniziai a realizzare che così non poteva continuare, che dovevamo liberarci l'uno dall'altra (ero arrivato ad essere troppo esigente, pur rendendomene conto), e soprattutto da quel modo sbilanciato di amare. Lei aveva paura dei sentimenti, io invece, solo li smistavo in forme diverse e faticose. Ci siamo lasciati con non poco patimento, ma parlando (era l'unica cosa che funzionava perfettamente, la comunicazione) abbiamo digerito tutto relativamente presto, lasciandoci con malinconia e serenità, rimanendo fratelli spirituali (nessuna relazione può mai scomparire del tutto). Entrambi cresciuti e più consapevoli ognuno di sè stesso.
Mi ci è voluto coraggio per lasciarla, ho aspettato mesi dai primi segnali che le davo, l'ho accompagnata, fino a che poi le è stato oltremodo facile capire (il solito fesso, mi sono sentito). E quindi... in questo topic d'apoteosi del sentimento femminile, ci sta pure un'autoesaltazione di me stesso e quindi della virilità, va... tanto so giocare con la superbia senza farmi (troppo) male
In tal senso mi fa piacere che Lattedicocco si sia avvicinata non poco a considerare "un regalo" quella che lì per lì può sembrare "abbandono" ma che altro non è che una forte spinta alla ricerca della libertà e di sè stessi. Lo dico con tutta la delicatezza di cui riesco, anche se perdonatemi non sono in vena di troppe sottigliezze. E con un pò di benevolo sarcasmo diretto a Latte (tanto lei c'è abituata ormai
) dico: dirlo esplicitamente proprio, no eh? E' tabù!!! Un uomo coraggioso (malgrado i limiti di ognuno)... no, non può esistere
Paola, oltre questo, mi permetto ora di ribadire solamente che non hai che da guardagnare in questa tua nuova vita, in questa ricerca di te stessa in te stessa, in cui troverai anche nuovi orizzonti da condividere in un nuovo amore. E' imparando ad ascoltare sè stessi che poi si è in grado di ascoltare gli altri.
Latte, in modo estremamente accorto e puntuale: la parola "autopunizione" ti dice niente? Se no, va bene, se si... mi piacerebbe potermi confrontare con te, perchè temo di stare combattendo con dinamismi "inconsci" simili a quelli che tu, per te, hai vinto. Lo dico qui per non disturbare il tuo percorso personale, è solo un piccolo segnale, un invito senza impegno a confrontarci, se vorrai, se lo sentirai.
A Tiziana credo di poter aggiungere altro, se non che concordo con lei, le storie passate non svaniscono, lasciano un tesoro o una ferita indelebile, ma dai cui poi - se si vuole - si può ripartire. Al limite... il mix "autocompatimento+pigrizia" io continuo ad additarlo come sconvenientissimo. "Ci mancava poco che convincessi tu a me del tuo modo di vedere gli uomini, e non il contrario
".
Deljla... scusami troppo complicato il tuo racconto per riuscire a comprenderlo del tutto nelle varie vicende... ma ho colto la forza straordinaria, ne sono ammirato.
Un solo piccolo appunto: evitiamo del tutto le generalizzazioni, ok
: anche un uomo maturo con una ragazzina può avere un senso non per forza negativo... protesto a nome del silente, inconsapevole e ormai spaurito comitato maschile!!! (che desidererebbe solo una vera parità, nulla di maschilistico!!!)
Amantide... per rispetto alla tua storia, evito di definire il tuo ex, ma mi ha colpito, credevo che comportamenti del genere stessero solo nei film. Non credo che quella aggressività che sentisti faccia parte di te. Insomma, era un modo per difenderti e ti sei limitata, credo, anche se era inutile. Almeno, hai tenuto dentro meno rabbia del dovuto.
Amore.
Mi sa che nessuno sa davvero cosa sia, e che alla fine conti prima di tutto la correttezza, e la ricerca della verità, intesa non in senso religioso. Già è molto credere che esista una verità di noi stessi per ognuno di noi. E che questa sia vitale, positiva, bella come la vita stessa.
Io la sto cercando, ho dovuto cercarla, e... mi sono scoperto "irretito" in dinamiche spaventosamente ingarbugliate, se non altro: perchè estremamente sensibile. All'inizio non ero creduto, ministro senza portafoglio di una famiglia disorientata, poi addirittura governatore senza autorità, timone senza timoniere, il cui unico potere era quello di incepparmi quando vedevo che la direzione era sbagliata. Per anni ho sofferto la depressione della paura di non farcela. Ora non è che sto chi sa quanto meglio, sono alle siringhe di vitamina B per fare un esempio, e domani incontrerò un gastroenterologo che si è dimostrato molto premuroso e ferrato, sono ai minimi storici quanto a energia vitale. Anni e anni di psicofarmaci, e nessuno si è mai preoccupato di vedere le mie condizioni fisiche. Ora so che è possibile, difficile ma possibile, e già ho fatto un bel tratto di percorso. Il destino ormai l'ho vinto, so che c'è un sovradestino, per me come per tutti, ed è un qualcosa che dirigiamo noi, malgrado i venti spesso contrari.
Forse uscire da queste dinamiche mi darà una forza eccezionale (esistenziale, non parlo di Hulk
), oppure, forse, finalmente potrò assaporare la vita semplicemente, facendomi spazio nel mondo per potermi radicare.
Per il resto, vi farò sapere
Mi duole ammetterlo, ma molto del destino dell'umanità... è in mano alle donne.
Vi prego, non siate egoiste, perchè sennò è finita.
Ciao a tutti
Edited by JuPe - 7/7/2008, 19:00