Io sono convinto che la guerra alle eresie del Vaticano non sia un servizio alla Verità come pretendono, ma soltanto una prova di forza un modo di esercitare e misurare il loro potere terreno, nonché un rimpiato dei...bei tempi (?) in cui in nome della guerra alle eresie si potevano inflazionare gli arrosti umani.
Ha sepolto ormai il messaggio di Giovanni XXIII:
"Vediamo infatti, nel succedersi da una all’altra età, che le opinioni degli uomini si susseguono escludendosi a vicenda e gli errori spesso appena sorti svaniscono qual nebbia dinanzi al sole.
Sempre la chiesa si è opposta a questi errori; spesso li ha anche condannati con la massima severità. Ora, tuttavia, la sposa di Cristo preferisce usare la medicina della misericordia piuttosto che della severità. Essa ritiene di venire incontro ai bisogni di oggi mostrando la validità della sua dottrina, piuttosto che rinnovando condanne. Non già che manchino dottrine fallaci, opinioni e concetti pericolosi da cui premunirsi e da dissipare; ma essi sono così evidentemente in contrasto con la retta norma dell’onestà, e hanno dato frutti così esiziali, che ormai gli uomini da se stessi sembra siano propensi a condannarli, e in specie quei costumi di vita, che disprezzano Dio e la sua legge, l’eccessiva fiducia nei progressi della tecnica, il benessere fondato esclusivamente sulle agiatezze della vita. Sempre più essi vengono convincendosi che la dignità della persona umana, del suo perfezionamento e dell’impegno che esige è affare della massima importanza. Ciò che più conta, l’esperienza ha loro appreso che la violenza inflitta altrui, la potenza delle armi, il predominio politico non giovano affatto per una felice soluzione dei gravi problemi che li travagliano.
Così stando le cose, la chiesa cattolica, innalzando, per mezzo di questo concilio ecumenico, la fiaccola della verità religiosa, vuol mostrarsi madre amorevole di tutti, benigna, paziente, piena di misericordia e di bontà, anche verso i figli da lei separati. Al genere umano, oppresso da tante difficoltà, essa, come già Pietro al povero, che gli chiedeva l’elemosina, dice: "Io non ho né oro né argento, ma ti do quello che ho: nel nome di Gesù Cristo nazareno, lévati e cammina" (At 3,6). La chiesa, cioè, agli uomini di oggi non offre ricchezze caduche, non promette una felicità solo terrena; ma partecipa ad essi i beni della grazia divina, che, elevando gli uomini alla dignità di figli di Dio, sono validissima tutela e aiuto per una vita più umana; apre la fonte della sua vivificante dottrina, che permette agli uomini illuminati dalla luce di Cristo di ben comprendere quel che essi realmente sono, la loro eccelsa dignità, il loro fine; e inoltre, per mezzo dei suoi figli, essa estende dappertutto l’ampiezza della carità cristiana, di cui null’altro maggiormente giova a strappare i semi di discordia, e nulla è più efficace per favorire la concordia, la giusta pace e l’unione fraterna."
Comune in tutte le religioni è il tentativo di dare un significato alla vita dell’uomo, di dargli uno scopo , una meta, si sente la necessità di dare un fine ad una vita che si percepisce troppo breve e di cui si teme la fine ed il nulla che segue.
L’uomo pare non accettare come forse fanno gli animali, la fine di tutto, sente il bisogno di qualcosa di più, e nella scienza dello spirituale, trova un perchè.
Domande assillanti schiacciano gli uomini da sempre ; cosa sono, perchè sono, cosa è il mondo che mi circonda, e io in che rapporto sono con il mondo, e poi.. la morte, il suo significato, e così via.. cercando di dare un senso alla esistenza, un senso al vivere comune, un perchè al dover seguire principi e limitazioni all’egoismo ed alle pulsioni negative insite nell’uomo.
Chi è capace di rassegnarsi alla morte e ad un senso provvisorio della vita, dettato dalle proprie scelte individuali, non ha bisogno della religione e non può logicamente sopportarne le intrusioni nella sua vita personale e nelle sue scelte individuali, che non coinvolgono nessun altro.