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L'insostenibile leggerezza dell'essere

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Libre
view post Posted on 4/8/2009, 20:09 by: Libre     +1   -1




CITAZIONE (Vit' @ 4/8/2009, 19:45)
...infatti l'assoluta libertà dà una leggerezza insostenibile perchè dà anche solitudine. Ergo, o ti inventi una missione, e così bene o male passi il tempo e ti dimentichi di quella leggerezza, oppure ti fondi con la massa.

Io non farei distinzioni individuo-massa in questo caso, perchè è un aspetto che riguarda ogni individuo; anche colui che si fonde nella massa ha "scelto", come il suo "vicino di massa", una missione (consumismo, edonismo, quel che volete...).

Non è un'analisi sociologica quella a cui tendo, me ne "fotto" degli altri.

Tornando a noi, confermi la mia ipotesi (che poi ovviamente non è mia, in quanto non sono un filosofo, ma è risultato di ciò che leggo ed ascolto) ed aggiungi il concetto di solitudine che è una variabile che rende tutto ancora più complicato. Per quale motivo la percezione di questa gravità e la tiepida consapevolezza che ciò, per assurdo, sia dovuto alla "leggerezza" della nostra vita (vogliamo parlare di inutilità?) non è in grado di farci tendere le mani, le braccia verso il nostro fratello uomo ed accogliere le sue per tenerci più stretti a questa vita?
E' necessaria l'invenzione di scopi, di missioni, di doveri, di diritti, per vincere il peso di questa leggerezza, e sentirsi "leggeri" e vivere, in quelle condizioni costruite, l'amore?

L'amore è l'essenza della leggerezza dell'esistenza. La procreazione è l'unico fine che non è stato inventato dall'uomo ma viene richiesto dalla biologia e da quell'istinto di sopravvivenza che si comporta come se percepisse la fragilità della vita.

Tuttavia l'uomo non si ferma alla procreazione, ama. L'amore è un desiderio innato di godere e di osservare nell'altro lo svolgersi della vita, assaporarla attraverso i propri sensi, sentirla per mezzo di lei/lui, restare a terra, un contrappeso verso quella leggerezza che altrimenti logora l'anima col rischio di arrivare alle molecole.
A questo punto si spiega l'amore senza fini di procreazione.

Ma perchè non si giunge all'amore universale? A mio parere l'incapacità di accettare l'esistenza per ciò che è, ha messo l'umanità nella condizione di non poter godere di questa opportunità di una vita.

E da cosa deriva questa incapacità? Dalla sperimentata impossibilità di conciliare la necessità del progresso con l'accettazione dell'inutilità dell'esistenza. Mi è impossibile teorizzare che questi concetti non siano agli antipodi.

Dunque l'amore è limitato dalla necessità umana del progresso che include la procreazione stessa.

E dal momento che è impossibile accettare di limitare il progresso per un concetto, quello dell'amore, che non è universalmente comparabile e quantificabile, ci terremo una civiltà in crescita tecnologica, demografica, intellettuale, artistica, che si domanda, durante le ferie, il motivo della sua esistenza, e in quanto incapace di sperimentare l'amore universale, si farà sempre creatrice di odio, violenza e morte.

"Le religioni non hanno mai salvato il mondo" Olmi.
 
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23 replies since 2/8/2009, 13:58   610 views
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