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L'insostenibile leggerezza dell'essere

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Libre
view post Posted on 2/8/2009, 13:58     +1   -1




L'uomo non ha alcuna missione. E' un'assoluta libertà ed una leggerezza insostenibile. Per sostenere l'esistenza, l'uomo ha bisogno di credere in una missione assegnata.
 
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view post Posted on 2/8/2009, 17:52     +1   -1
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O darsela (la missione, intendo).
 
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pollyally
view post Posted on 3/8/2009, 18:06     +1   -1




tranquillo, ode... non avevamo capito "che gliela diano"!! :P
 
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view post Posted on 4/8/2009, 08:20     +1   -1
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Maestro

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Tiellino MV
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CITAZIONE (Libre @ 2/8/2009, 14:58)
L'uomo non ha alcuna missione. E' un'assoluta libertà ed una leggerezza insostenibile. Per sostenere l'esistenza, l'uomo ha bisogno di credere in una missione assegnata.

Io non cerco più nulla.
Sono le cose che mi trovano.
 
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view post Posted on 4/8/2009, 08:25     +1   -1
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Perchè no, Mauro? Non siamo sempre noi a scegliere, ma capita spesso di essere scelti.
A volte con la nostra complicità, altre volte nostro malgrado...
 
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Libre
view post Posted on 4/8/2009, 11:48     +1   -1




Il rischio del nichilismo... sono combattuto.
 
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_basura_
view post Posted on 4/8/2009, 12:58     +1   -1




Io non voglio credere in una missione, io ce l'ho proprio. Sono il Messia!!! :P
 
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Vit'
view post Posted on 4/8/2009, 18:45     +1   -1




CITAZIONE (Libre @ 2/8/2009, 14:58)
L'uomo non ha alcuna missione. E' un'assoluta libertà ed una leggerezza insostenibile. Per sostenere l'esistenza, l'uomo ha bisogno di credere in una missione assegnata.

...infatti l'assoluta libertà dà una leggerezza insostenibile perchè dà anche solitudine. Ergo, o ti inventi una missione, e così bene o male passi il tempo e ti dimentichi di quella leggerezza, oppure ti fondi con la massa.
 
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Libre
view post Posted on 4/8/2009, 20:09     +1   -1




CITAZIONE (Vit' @ 4/8/2009, 19:45)
...infatti l'assoluta libertà dà una leggerezza insostenibile perchè dà anche solitudine. Ergo, o ti inventi una missione, e così bene o male passi il tempo e ti dimentichi di quella leggerezza, oppure ti fondi con la massa.

Io non farei distinzioni individuo-massa in questo caso, perchè è un aspetto che riguarda ogni individuo; anche colui che si fonde nella massa ha "scelto", come il suo "vicino di massa", una missione (consumismo, edonismo, quel che volete...).

Non è un'analisi sociologica quella a cui tendo, me ne "fotto" degli altri.

Tornando a noi, confermi la mia ipotesi (che poi ovviamente non è mia, in quanto non sono un filosofo, ma è risultato di ciò che leggo ed ascolto) ed aggiungi il concetto di solitudine che è una variabile che rende tutto ancora più complicato. Per quale motivo la percezione di questa gravità e la tiepida consapevolezza che ciò, per assurdo, sia dovuto alla "leggerezza" della nostra vita (vogliamo parlare di inutilità?) non è in grado di farci tendere le mani, le braccia verso il nostro fratello uomo ed accogliere le sue per tenerci più stretti a questa vita?
E' necessaria l'invenzione di scopi, di missioni, di doveri, di diritti, per vincere il peso di questa leggerezza, e sentirsi "leggeri" e vivere, in quelle condizioni costruite, l'amore?

L'amore è l'essenza della leggerezza dell'esistenza. La procreazione è l'unico fine che non è stato inventato dall'uomo ma viene richiesto dalla biologia e da quell'istinto di sopravvivenza che si comporta come se percepisse la fragilità della vita.

Tuttavia l'uomo non si ferma alla procreazione, ama. L'amore è un desiderio innato di godere e di osservare nell'altro lo svolgersi della vita, assaporarla attraverso i propri sensi, sentirla per mezzo di lei/lui, restare a terra, un contrappeso verso quella leggerezza che altrimenti logora l'anima col rischio di arrivare alle molecole.
A questo punto si spiega l'amore senza fini di procreazione.

Ma perchè non si giunge all'amore universale? A mio parere l'incapacità di accettare l'esistenza per ciò che è, ha messo l'umanità nella condizione di non poter godere di questa opportunità di una vita.

E da cosa deriva questa incapacità? Dalla sperimentata impossibilità di conciliare la necessità del progresso con l'accettazione dell'inutilità dell'esistenza. Mi è impossibile teorizzare che questi concetti non siano agli antipodi.

Dunque l'amore è limitato dalla necessità umana del progresso che include la procreazione stessa.

E dal momento che è impossibile accettare di limitare il progresso per un concetto, quello dell'amore, che non è universalmente comparabile e quantificabile, ci terremo una civiltà in crescita tecnologica, demografica, intellettuale, artistica, che si domanda, durante le ferie, il motivo della sua esistenza, e in quanto incapace di sperimentare l'amore universale, si farà sempre creatrice di odio, violenza e morte.

"Le religioni non hanno mai salvato il mondo" Olmi.
 
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view post Posted on 5/8/2009, 07:31     +1   -1
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CITAZIONE (Libre @ 4/8/2009, 21:09)
E' necessaria l'invenzione di scopi, di missioni, di doveri, di diritti, per vincere il peso di questa leggerezza, e sentirsi "leggeri" e vivere, in quelle condizioni costruite, l'amore?

Discorso denso e complesso, Libre: fammi partire da questa tua frase.

Io direi che il concetto che esprimi fa "il paio" con un altro tema fondamentale: la libertà.
Tutti ne parlano e ne sentono il bisogno; molti cercano di conquistarla (spesso con enormi sacrifici) ma, una volta che la si è ottenuta, che succede?
Si scopre che la libertà è come il denaro: bisogna spenderla perchè abbia un valore... e spenderla in modo positivo, facendo del bene e non del male a noi stessi e agli altri..
Sintetizzava bene il tale che diceva: "Non m'interessa la libertà, ma le cose che posso fare grazie a essa".

Dunque, bisogna trovare un senso, uno scopo alla vita e alle nostre potenzialità positive: nessuno ci impedisce di fare "nulla", di rivolgere i nostri sforzi solo verso noi stessi alla ricerca dell'edonismo (che non è reato).
Ma è anche vero che una società egoistica/edonistica diventa, fatalmente, invivibile per tutti... dunque occorre orientarci verso l'amore.
Ma quale amore?

(continua?)
 
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Libre
view post Posted on 5/8/2009, 13:11     +1   -1




CITAZIONE (Oderico @ 5/8/2009, 08:31)
Dunque, bisogna trovare un senso, uno scopo alla vita e alle nostre potenzialità positive: nessuno ci impedisce di fare "nulla", di rivolgere i nostri sforzi solo verso noi stessi alla ricerca dell'edonismo (che non è reato).

Il giudizio positivo di qualsiasi missione ci si prefigga è sacrosanto; può essere dettato da buon senso, consuetudine, ragioni di convivenza, sentimento.

Ode non sto dicendo che non si deve disporre della propria libertà, ma mi riferisco all'illusione delle vite.
Le vite "illuse" non sono in grado di osservarsi genuinamente in quanto sono "occupate" nelle loro missioni e dunque si perde l'occasione di scoprire la fragilità della propria esistenza, come quella del prossimo, ed in questa vera comunione, scoprire l'amore universale.
 
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view post Posted on 5/8/2009, 21:48     +1   -1
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Una delle cose che mi è stata insegnata nell'ambiente del volontariato è: "pensa anche a te stesso".

L'entusiasmo per un'attività (o un ideale) che piace, gratifica, "riempie la vita" comporta il rischio di farsi assorbire completamente da essa, perdendo di vista le proprie personali e sacrosante esigenze.
Ed è altrettanto elevato il rischio di non vedere attorno a sè nulla di buono e "valido" oltre all'attività che tanto piace.

Dunque, sono d'accordo con quanto dici, Libre... purchè non diventi una "scusa" per limitare la nostra esistenza a una pura e semplice "auscultazione" di noi stessi.
Ma questo, nel tuo caso, non lo credo. :tl_ciao:
 
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Raghnar
view post Posted on 21/8/2009, 19:19     +1   -1




A non scegliere si muore dopo 3 giorni di sete.
A non aver missione idem.
Tutti hanno una unica missione: vivere nel migliore dei modi possibili.

Oggi sono un po' assolutista.
 
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view post Posted on 22/8/2009, 07:43     +1   -1
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CITAZIONE (Raghnar @ 21/8/2009, 20:19)
A non scegliere si muore dopo 3 giorni di sete.
A non aver missione idem.
Tutti hanno una unica missione: vivere nel migliore dei modi possibili.

Oggi sono un po' assolutista.

Naaaah... forse un po' edonista, ma poco poco. :tl_ciao:
 
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pirrone
view post Posted on 23/8/2009, 08:34     +1   -1




Consiglio a tutti quelli che non lo abbiano fatto la lettura de "Lo spirito dell'illuminismo" di Tzvetan Todorov, che spero di riuscire a far leggere anche al più piccolo (18 anni) e più in crisi "nichilistica" dei miei figli... :tl_kiss:
 
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23 replies since 2/8/2009, 13:58   610 views
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