[Storie e immagini delle nostre città] IMPERIA

Oltre alla Corsa al Faudo ci sono altre tre manifestazioni tipiche: le Vele d'Epoca. Si tiene ogni due anni in Settembre, negli anni pari. Negli anni dispari invece si tiene una rassegna dei Motor Yacht d'epoca: a mio parere molto meno interessante di quella delle vele. Di queste, eventualmente, parleremo dopo.
La terza manifestazione invece ha un carattere più goliardico: è una corsa in discesa dal Parasio fino al porto, quindi una cinquantina di metri di dislivello su strade parecchio tortuose, a bordo di "carrette" autocostruite. In pratica una evoluzione dei carrellotti che da ragazzi facevamo utilizzando assi di legno e ruote a sfere. Si chiama "Imperiapolis" ed è una manifestazione di vecchia data (quest'anno si terrà la 69° edizione, con diverse interruzioni nel corso degli anni)

ecco il tracciato della gara:



un equipaggio all'arrivo con la "belin-stone"


la più piccola carretta, la "Metroquadro"

Qualcosina sulle Vele d'Epoca: probabilmente avevo già postato qualcosa negli anni scorsi, quindi scusate l'eventuale ripetizione.
E' una manifestazione che si tiene ogni due anni, in Settembre. E' incominciata nel 1986 ed è riservata a barche a vela costruite prima del 1950. Sono ammesse anche barche costruite entro il 1977 con alcune modalità.
Le barche più "antiche" che hanno partecipato alle Vele d'Epoca sono addirittura del XIX° secolo: Partridge del 1885,
Sif del 1894,
Lulu del 1897,
Jap del 1897, e
Pen Duick del 1898

Questa invece, se non ricordo male, è del 1901:

Qualche altra foto che mi piace, sempre presa all'ultima manifestazione (2010)

Mi viene il dubbio di avere barato: io non abito a Imperia ma in un paese dell'entroterra, a circa dieci chilometri.
Beh, vorrà dire che oltre che di Imperia parlerò anche del mio paese.

A Oneglia c'è una strada, sarà lunga tre chilometri circa, che corre lungo il mare, chiusa al traffico veicolare e aperta soltanto a pedoni e ciclisti, che arriva fino a Diano Marina. La strada nacque intorno al 1960 e avrebbe dovuto essere un'alternativa al passaggio sul Capo Berta: bello ma tortuoso e molto pericoloso. Però la strada non fu mai aperta al traffico, a causa della franosità della collina del Berta. Le venne affibbiato un nome che ora è riportato anche sulle targhe ufficiali: "L'Incompiuta". E' una bellissima passeggiata, che viene chiusa nei giorni di pioggia, o quando c'è troppo vento come in queste occasioni:



appunto per il rischio di frane, anche se sono stati fatti dei notevoli lavori di messa in sicurezza.
Si passa accanto a un isolotto-scoglio, noto come "La Galeazza", ricovero di cormorani e gabbiani:



Nelle belle giornate dall'Incompiuta si possono godere tramonti come questo:



ma, soprattutto, non bisogna scavare...

Io però. come ho già detto non abito a Imperia, ma a Dolcedo. Questo è un paese che attualmente conta circa 1300 abitanti, ed è situato nella Val Prino, a una decina di chilometri da Imperia




E' formato, come molti altri comuni liguri dall'agglomerato di più frazioni che nei tempi passati erano autonome e talvolta in conflitto fra di loro: fra le più importanti Bellissimi, Castellazzo, Lecchiore, Ripalta, Isolalunga, Piazza ecc.
Queste, che oggi chiamiamo “frazioni”, sono sorte già nell'alto medioevo, quindi grosso modo fra il 500 e il 1.000
Già nel 1028 venne costruito un castello a Castellazzo (da cui il nome), castello oggi completamente distrutto. Dolcedo divenne feudo di Genova, pur godendo di buona autonomia e il suo centro principale (Piazza) divenne sede di un importante mercato.
Questa è una stradina a Dolcedo-Piazza, sulla riva sinistra del Torrente Prino, si vede un po' sulla destra il Ponte dei Cavalieri di Malta, del 1297,



Case nella frazione di Lecchiore:




Un ponte sulla mulattiera per Ripalta, sul Rio dei Boschi, affluente del Torrente Prino



Attraverso questo ponte e per una mulattiera si arriva alla frazione di Ripalta, molto caratteristica, in ambiente ancora medioevale (e piena di gatti)
Più avanti metterò qualche immagine di Ripalta.

Ultima puntata: foto di Ripalta, frazione di Dolcedo. Ripalta è un paesino rimasto al Medio Evo: ci si può arrivare con l'auto, ma bisogna lasciarla nel parcheggio distante un centinaio di metri. La frazione era rimasta semiabbandonata fino agli anni 60-70, ma i tedeschi, visto che le case si potevano comprare per un pezzo di pane, hanno comprato buona parte del paese che oggi è risorto a nuova vita. Hanno avuto un merito fondamentale: hanno ripristinato alla pietra naturale l'esterno delle abitazioni, spesso conciato con assurdi intonaci dai vecchi abitanti, mentre nell'interno le hanno dotate di tutte le comodità, dando molto lavoro all'artigianato locale. In effetti oggi a Ripalta si sente quasi solo parlare in tedesco (oltre, naturalmente, al miagolio dei millanta gatti locali).
una stradina laterale:



la "strada principale":



case all'interno:

Le foto di Ripalta mi ricordano un'analoga località del Lazio di cui parlai tempo fa: Artena (Roma), dove si va solo a piedi e le merci si trasportano a dorso d'asino...

Aggiungo alcune foto di Lecchiore, l'ultima frazione servita dalla carrozzabile, ad una altitudine di circa 250 metri. Alla fine della strada c'è il Santuario dell'Acqua Santa, questo:


E' abbastanza carino, anche se l'interno non sono mai riuscito a vederlo. Il nome di Acqua Santa (o meglio: AquaSanta) sembrerebbe derivare da una vecchia leggenda che parla di un infermo, miracolosamente guarito dall'acqua sgorgata dal terreno.
In quella foto si vede sulla destra una specie di gabbiotto, all'interno del quale c'è la sorgente con una statua della Madonna. All'origine l'acqua usciva da una mammella della Madonna, poi però è passato un vescovo o un cardinale che si è molto scandalizzato ed ha preteso che fosse spostata la cannella, che adesso infatti esce ai piedi della Madonna.

Edited by danielegr - 30/4/2011, 09:58

Questa storia somiglia a quella di un altro piccolo Santuario Mariano di queste parti: la Madonna del Tresto.
Magari ve ne parlerò in altra sede...

Un vecchio mulino (ora adibito a abitazione e maneggio da alcuni tedeschi) sul Rio dei Boschi,


l'arrivo della mulattiera a Ripalta:

Abbiamo parlato di Imperia e di Dolcedo: ma in tutta la Liguria la vera meraviglia è l'ENTROTERRA, quella zona poco battuta dai turisti e che ancora è abitata da poche persone, in paesini con case in pietra che risalgono al '700 o anche prima. Basta allontanarsi dalle mete più usuali, risalire le valli laterali per una decina di chilometri e il mondo cambia, anche se le strade sono asfaltate.
Oggi io e mia moglie abbiamo voluto andare ad esplorare una zona che in parte avevamo già visto parecchi anni fa. Mi sono documentati con Google e ho tracciato un bell'itinerario sui posti da visitare (il fatto che poi abbia sbagliato strada almeno tre volte è puramente incidentale: comunque gli obiettivi sono stati raggiunti lo stesso). Appena usciti da Dolcedo ci siamo diretti verso Prelà e da lì verso le frazioni di Prelà: Pantasina e … e poi basta: per chilometri e chilometri non c'è anima viva: un paio di macchine, probabilmente di contadini, parcheggiate in qualche spiazzo e nient'altro, se non una natura stupenda e alberi, alberi, alberi a non finire. La strada sarà larga due metri e mezzo-tre: è asfaltata ma le buche ci sono, comunque visto che nessuno ci corre dietro basta andare piano e non danno fastidio.
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Un piccolo inconveniente: a un certo punto, un po' prima del Passo del Maro non si può passare: la strada è ostruita da una mandria di mucche. Non c'è nessuna pastore nelle vicinanze e, per tutta risposta alle mie clacksonate un vitellino si mette a succhiare il latte dalla mamma e le altre mucche sembra quasi che si mettano in circolo per proteggere la poppata. Finché non ha finito la sua “colazione”, ci vorrà circa un quarto d'ora, nessuno si sposta e noi, finestrini chiusi per paura dei tafani, aspettiamo. Poi finalmente si spostano e riusciamo a passare. Dopo alcune peripezie dovute ai miei errore di percorso arriviamo a Cenova, antico paesino, ora frazione di Rezzo, patria dei migliori scalpellini di tutto il Ponente Ligure.
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