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Stamattina mi sono ricordato di alcune barzellette o meglio “vignette” che erano sui giornali quando la guerra era da poco finita. Innanzi tutto ho detto “giornali”, ma il temine è inesatto, sarebbe meglio parlare di riviste o comunque di Periodici. I veri giornali mantenevano di solito uno stile molto più serioso, e una barzelletta o una vignetta in prima pagina, cosa piuttosto comune oggi, avrebbe dato un tono troppo “leggero” al quotidiano. Invece i periodici, per esempio Il Candido, il Travaso, il Marc'Aurelio e altri avevano un altro tono: erano delle rivista dichiaramente comiche o umoristiche.
Il Candido, ad esempio, poteva contare su fior di scrittori, Guareschi, Montanelli, Longanesi, Mosca, Carletto Manzoni e le battute e le vignette si sprecavano. Guareschi era anche un ottimo disegnatore e vignettista e a lui si deve la serie “Contrordine Compagni”: erano basate su masse di comunisti “trinariciuti” che leggendo l'Unità eseguivano ciecamente gli ordini del partito. All'ultimo momento arrivava di corsa un Compagno un po' più sveglio che avvisava dell'error di stampa. Ne metto qualcuna: la didascalia diceva: Obbedienza cieca pronta assoluta. - Contrordine compagni! La frase pubblicata sull'Unità: "Non bisogna dimenticare di far propaganda anche tra le suole sfruttando la loro ingenuità", contiene un errore di stampa e pertanto va letto: "Non bisogna dimenticare di far propaganda anche tra le suore”. Contrordine compagni! La frase pubblicata sull’Unità: “Per controbattere la delittuosa propaganda clericale, ogni sezione provveda a creare un asino infantile”, contiene un errore di stampa e pertanto va letta: “…provveda a creare un asilo infantile”. Ma non c'erano solo le vignette a sfondo politico, la satira spaziava in tutti i campi. C'era un vignettista, Attalo, per esempio che aveva creato la serie “il gagà che aveva detto agli amici”. Ma di quello casomai parlerò un'altra volta. |