Tema Libero

Posts written by 7rediroma

view post Posted: 2/10/2017, 14:28     nel tunnel della droga - ArtisticaMente
1966-1968
Questo non è un viaggio attraverso luoghi, nazioni o città con mezzi di trasporto treno aereo o autovettura, ma un viaggio difficile e tortuoso della vita dove un gruppo di ragazzi delle medie fece, e fu la peggiore delle proprie esperienze considerando l’età.
Appartenevano a famiglie di vari livelli economici, alcuni vivevano difficili storie familiari, erano tutti iscritti alla stessa scuola statale, in varie sezioni, praticavano lo stesso muretto in un quartiere periferico chic che si stava espandendo, belle palazzine nuove, c’era un unico grande bar, molto verde, grandi spazi per giocare a pallone o sedersi sull’erba a suonare la chitarra, cantare mangiare un gelato, era ancora incontaminato quel luogo dove gli abitanti erano pochi.
Nel pomeriggio, dopo gli studi si ritrovavano su quel muretto, scherzavano, chiacchieravano, corteggiavano le coetanee, anch’esse compagne di classe, alcuni già erano impegnati con discorsi che facevano intuire la direzione politica che avrebbero preso, le ragazze invece parlavano di moda di tagli di capelli, alcuni già si avvicinavano al fumo, altri si preparavano per la cresima, insomma una comitiva assortita di tredicenni che scalavano gli anni dell’adolescenza per proiettarsi verso la vita.
Si sa che nelle comitive a volte ci sono i trascinatori, quelli che hanno mille idee, che propongono continuamente nuove cose, nuove frontiere, giochi pericolosi, nuove esperienze sempre nel limite della legittimità, ma anche le mele marce che trascinano i compagni in una sorta di viaggio che a volte ha degli sbocchi tragici.
Nel contesto di questa realtà che a volte può essere triste, ecco che colui che viene considerato il capo di questa piccola comunità, invita alcuni dei suoi amici allo sballo, progettando loro un viaggio attraverso uno spinello. I meno disincantati malgrado l’età prima titubanti poi irretiti dalla magnificenza narrata da chi gli propone il fumo, si lasciano coinvolgere, e malgrado i più diligenti scoraggiano tale prova prospettando che potrebbero entrare in un tunnel e in una esperienza più grande di loro, il solito benpensante dice la frase storica…puoi uscirne quando vuoi.
Inizia così il viaggio calvario di 4 protagonisti della storia, una ragazza figlia di un commerciante molto noto alla zona tre ragazzi, uno figlio di un ingegnere un altro figlio di un banchiere ed uno figlio di un facchino dei mercati generali.
Durante una festicciola per un compleanno, alla fine della festa quando tutti stavano per andare via uno di loro chiese alla padrona di casa se poteva trattenersi ancora un po’ perché non si sentiva molto bene, l’odore strano che c’era nel salone dove si era svolta la festa e che era stato assolutamente vietato agli adulti, fece sospettare qualcosa alla signora, che però non avendo mai avuto un incontro ravvicinato con quel tipo di cose pensò che il ragazzo avesse fumato delle sigarette, e vista la giovane età gli avesse dato fastidio.
Si trattava di bene altro, e quando l’ospite chiese al figlio cosa aveva avuto quel suo amico, il ragazzo la mise al corrente della situazione di alcuni di loro, che ormai non riuscivano più a fare a meno di fumare gli spinelli.
La mamma del ragazzo si sentì in dovere di andare a scuola per parlare con il preside per sollecitare fare una lezione collettiva in aula magna a tutti gli alunni per metterli al corrente di questa brutta “moda” che si stava diffondendo e quanto potesse essere pericoloso caderci. Vennero invitati anche i genitori che si presentarono numerosi alla lezione–conferenza dove era stato chiamato anche un medico di una clinica specializzata in trattamenti di disintossicazione da droghe e farmaci, per illustrare i danni che poteva provocare quel tipo di vizio.
Ma purtroppo quando si veniva coinvolti poi è difficile uscirne, e di questo i venditori di fumo traevano la loro forza malvagia, passando al passo successivo. Per un periodo l’erba veniva ritirata dal mercato e i ragazzi venivano incoraggiati ad indirizzarsi verso un altro tipo di droga “L’eroina”
Tragico è il nome di questa droga. “Eroina” è una parola che ti fa immaginare un gesto eroico, invece in questo caso è solo sinonimo di morte certa.
Inizia allora la ricerca della sostanza molto più costosa dell’erba, i piccoli furti in casa per procurarsi i soldi, i primi approcci per le ragazze a prostituirsi per avere quei soldi, per i meno abbienti diventare dei puscer per assicurarsi la dose giornaliera.
I compagni si stringevano intorno ai 4 amici caduti in questa sorta di maledizione, cercando di far di tutto per aiutarli, per dissuaderli, ma erano parole al vento, non volevano sentire storie, diventavano arroganti e minacciosi, ormai avevano scelto quella strada e non volevano assolutamente, come dicevano lo “dar retta a chiacchiere”
Passavano gli anni, ormai erano nella piena adolescenza, seguitano ad incontrarsi su quel muretto, ma quattro di loro non ci andavano quasi più, troppo presi con le loro astinenze, i loro piccoli furti il loro grande dramma.
Quello che più meravigliava i compagni era il fatto che in famiglia non si accorgessero di quello che stava capitando ai propri figli, ed ormai, quasi adulti, si coalizzarono per andare a parlare con i genitori di quei sventurati amici.
Il papà della ragazza che era separato dalla moglie a causa del suo lavoro fuori casa, non seguiva molto le due figlie che erano affidate ad una colf, non si era accorto della grave situazione che stava vivendo la figlia, non voleva crederci, ma quando gli suggerirono di guardare le sue braccia e, lui lo fece, capì che doveva assolutamente trovare una soluzione per lei, cosa che invece non fece la moglie dell’ingegnere, del banchiere e del facchino che dissero senza alcuna esitazione che non fosse possibile che il figlio facesse uso di tali sostanze, e non diedero molto peso alle loro parole, anzi sembravano infastidite, offese da tali illazioni.
La ragazza fu portata dal padre in un famosissimo centro di disintossicazione in Francia per evitare che gli spacciatori si presentassero per offrirle delle dosi gratis pur di non perdere la consumatrice, gli altri invece seguitarono ad avere i paraocchi, non volevano vedere, non volevano sentire e non desideravano parlare di quella storia, neanche quando alla fine, anche le mamme dei ragazzi, avevano messi al corrente i genitori andando a parlarci di persona, sperando che avrebbero ascoltato e prendessero una decisione.
I tre ragazzi giravano per il quartiere con uno sguardo abbacinato, senza nessun tipo di espressione, spesso con le bottiglie di birra che estorcevano ai negozianti che pur di non vederli nei loro bar, li accontentavano, erano molto dimagriti emaciati, privi di ogni volontà e solo alla ricerca di una dose.
Erano passati parecchi mesi e la ragazza tornata dalla Francia andò al muretto, sembrava essere rinata, la sua bellezza delicata era intatta come prima di intraprendere quel viaggio, i capelli si erano allungati, era curata nel vestire, era cambiata, dava una sensazione di ritrovata maturità, sembrava avesse ritrovato la gioia di vivere.
Ringraziò i suoi amici per aver messo al corrente il papà, anche se poi aggiunse che i primi giorni nella clinica li aveva odiati, troppa era la sofferenza nell’affrontare la disintossicazione, ma che ormai era fuori, e ne era felice.
Passò una settimana, la trovarono in un bar della zona morta nel bagno con una siringa nel braccio che un generoso spacciatore dopo averla vista di nuovo nel quartiere le aveva regalato.
Tristissimo il rito funebre a cui parteciparono tutti gli amici i negozianti e la gente del quartiere, e a cui furono obbligati a partecipare anche gli altri tre, per farli rendere conto che quello era l’epilogo del loro brutto vizio, ma non impararono niente, ad uno ad uno, morirono nella solitudine di un sottopassaggio, nel gabbiotto dismesso di un benzinaio, nelle scale di uno scantinato di un condominio che non era il suo.
Questo triste viaggio che ha distrutto l’infanzia e l’adolescenza di questi 4 ragazzi, è ciò che ogni genitore con i figli in quella età dovrebbero raccontare per fare in modo di non siano stritolati da una cosa più grande di loro, per metterli di fronte alla realtà della vita che a volte ci delude, ma che non è con quelle sostanze che si possa trovare la felicità, tanto meno il benessere, in quanto tutto dura un attimo e svanisce lasciandoli ancora più soli con gli stessi problemi da risolvere che si ingigantiscono ancora di più e la cui soluzione non può essere la droga.
view post Posted: 25/9/2017, 12:05     Racconti - Tema Libero
grazie giulia pensa lo scrissi nel 1956, è bello ricordare
view post Posted: 25/9/2017, 09:27     primo amore - ArtisticaMente
mini racconto del primo amore

Primo amore

era la fine dell’estate, dopo l’allenamento allo stadio delle terme, con gli scarpini a tracolla, i capelli lunghi sciolti sulle spalle nella mia bellissima tuta tornavo verso casa, era già il crepuscolo. Vidi una figura che si avvicinava, non la distinguevo molto bene, ma dal modo di camminare mi sembrava proprio lui. Il cuore cominciò a battere all’impazzata il respiro era affannoso come se stessi facendo una corsa, si era proprio lui il mio primo amore che era venuto a prendermi.
La sensazione che provai fu dolcissima, ed un grande senso di gioia mi prevalse, poi quando mi cinse la vita con il suo braccio, mi sembrava di morire, era la prima volta che avevamo un contatto così, fino ad allora solo il leggero sfiorarsi delle mani di nascosto per paura di essere visti.
Cominciammo a salire sugli antichi tratturi delle terme di Caracalla e, affacciandoci dal muretto, ci trovammo di fronte ad un palcoscenico naturale di mura antiche che ospitava le rappresentazioni delle opere liriche.
Intanto il sole, una palla rossa infuocata proiettava sui nostri visi una luce che ancora di più faceva risaltare il mio rossore, in quella splendida cornice i nostri visi e, i respiri che sempre più vicini accarezzavano le nostre gote. Mentre il sole tramontava in un cielo incredibilmente azzurro le nostre labbra si unirono per il primo bacio, casto come potevano fare due ragazzi di 15 anni. Dalla radiolina di una fiat, giungeva la voce dei Platers che cantavano Only You.
view post Posted: 25/9/2017, 06:47     Racconti - Tema Libero
CITAZIONE (16giulia @ 23/9/2017, 21:20) 
wow! Non credo ai miei occhi :tl_chic:

La nostra gaspina di un tempo direbbe "Vi lovvo tutti"

Sarebbe bello, dovrei trovare il tempo per scrivere qualcosa. Vedo che Oderico ha già iniziato. Complimenti. Cercherò l'ispirazione e il tempo. Mi sono arrugginita un pò. L'età avanza...

dai Giulia possiamo farcela. Rispolvera anche tu qualche scritto come sto facendo io è bello ritrovarci qui nel nostro piccolo e meraviglioso mondo di TL. buona giornata
view post Posted: 24/9/2017, 14:59     Torno a raccontare - ArtisticaMente
veramente bello e fantasioso bravo ode una grandissima fantasia e tanta tenerezza
view post Posted: 22/9/2017, 18:32     Racconti - Tema Libero
CITAZIONE (danielegr @ 21/9/2017, 07:34) 
Io sono qui, sia come "pubblico" che come scribacchino. Se volete, sono pronto, e poi credo che Marian, Emmegi, Giulia e qualcun altro siano disponibili.

si sarei disponibile ance se ci sono stati dei problemi raccontarci è sempre molto bello. :tl_denti1:

CITAZIONE (danielegr @ 21/9/2017, 07:34) 
Io sono qui, sia come "pubblico" che come scribacchino. Se volete, sono pronto, e poi credo che Marian, Emmegi, Giulia e qualcun altro siano disponibili.

e allora rispolverali
:tl_shock:
view post Posted: 6/1/2017, 08:38     grillo del sud - Fotografie: Natale 2007
sono stata informata dal figlio di Grillo del Sud (Antonino Fienga) che il paà ha lasciato questo mondo, lo scrivo perchè anche voi possiate ricordare una brava persona stimata da tutto il forum
view post Posted: 24/3/2016, 17:01     auguri - Tema Libero
buona pasqua a chi c'è e a chi passerà.
Tanti auguri di serenità a tutti
view post Posted: 5/1/2016, 07:52     Il 3ad ufficiale degli auguri! - Tema Libero
Tanti auguri a te .♪♫•*¨*•.¸¸ Tanti Auguri a Te ♪♫•*¨*•.¸¸ ¸¸.•*¨*•♫♪♪♫•*¨*•.¸¸ ¸¸.•*¨*•♫♪ Tanti Auguri caro Mauro (oderico) tanti auguri a te ♪♫•*¨*•.¸¸ ¸¸.•*¨*•♫♪
view post Posted: 14/12/2015, 11:08     Proposta: un mio racconto... - ArtisticaMente
la strada non presa scritto ma non pubblicato

la strada non presa
Lo aveva visto così bello e prestante gli occhi di taglio orientale, la pelle bruna i capelli neri con riflessi bluastri un sorriso smagliante i denti bianchissimi e i due incisivi superiori leggermente distanziati, se ne innamorò, il classico colpo di fulmine. Si chiamava Edoardo.
Cosa non fece per farsi notare era una ragazza carina si, ma che non attirava certamente lo sguardo morboso dei ragazzi, in discoteca era una delle tante. Era la prima volta che provava un sentimento così forte, ogni volta che lo vedeva il cuore le saltava in gola, arrossiva visibilmente se i suoi occhi si posavano su di lei. Un giorno con sua grande sorpresa cominciò a corteggiarla, e dopo qualche tentennamento fissarono il primo di tanti altri appuntamenti.
Il loro amore cresceva ogni giorno di più e come in un puzzle le tessere andavano al loro posto, erano sereni, il rapporto era sincero, non cercavano di mostrare solo i lati buoni del carattere, ma discutevano pacatamente quando si affacciava qualche atteggiamento che all’uno o all’altro non piaceva.
Avevano tanti amici si divertivano tra gite al lago, al mare e lunghe sciate in montagna, qualche serata in discoteca e la ricerca di una intimità ancora molto casta, Lei non aveva mai baciato nessuno era la sua prima esperienza.
Non era ancora sicura di poter fare il grande salto, ma il desiderio di fare l’amore cresceva, c’era un po’ di paura e di vergogna nel dover affrontare un’ esperienza così grande, la prima della sua vita, ed anche se lui era molto paziente e ripeteva spesso “lo faremo quando sentirai di farlo”, il suo pensiero era sempre li. Come sarebbe stato, ne sarebbe uscita ferita o felice, come avrebbe superato la timidezza ed il pudore dell’avvicinarsi al primo rapporto d’amore.
Passarono altri giorni e si presentò l’occasione, la zia doveva partire e lasciò le chiavi di casa affinché curassero i fiori; era l’inizio della primavera, la natura si stava risvegliando in tutta la sua bellezza, ed anche lei si sentiva pronta a donarsi a lui.
Fu un’esperienza bellissima, piena di dolcezza di tenerezza e di amore, il suo modo di posare le mani sul suo corpo, la penombra della stanza, la delicatezza con cui la preparò all’evento e il vortice dei vari sentimenti che provò fece si che quella giornata fosse la più bella della sua vita.
Passavano i giorni ad immaginare il loro matrimonio, a fantasticare sul viaggio di nozze, di come avrebbero voluto la casa, senz’altro con il giardino perché se fossero venuti dei figli avrebbero potuto avere lo spazio per giocare, avere un cane.
La sera di capodanno la ritennero l’occasione giusta fu per far incontrare i genitori e festeggiare con loro l’arrivo del nuovo anno, in quella casa l’atmosfera di gioia era palpabile, lei aveva preparato la tavola con una cura maniacale, la tovaglia di fiandra era di un tenue colore rosa, i sottopiatti di argento, i bicchieri erano di cristallo dal flout per l’aperitivo alla coppa per lo champagne, i segnaposto erano dei graziosi cestini di fine ceramica nei quali aveva posto dei ramoscelli di vischio ed ognuno aveva inciso il nome dell’ospite e la data.
Prima dello scoccare della mezzanotte, sulla tavola un cestello colmo di ghiaccio conteneva la bottiglia per il brindisi, lui mise un bellissimo valzer e dopo lo scambio di auguri mise nel suo dito uno splendido diamante per il fidanzamento. Fissarono la data del matrimonio, la stessa dei genitori di Edoardo il 1 dicembre.
Che giornata indimenticabile, lei in un turbinio di tulle con un vestito di alta sartoria color avorio, sotto braccio di suo padre entrò nella chiesa piena di invitati ed addobbata con fiori bianchi e rosa che avevano un profumo inebriante; dal grande organo le note della marcia nuziale si levò in tutta la sua magnificenza, Edoardo ai piedi dell’altare molto emozionato non vedeva l’ora che arrivasse vicino a lui e quando lo raggiunse le baciò la mano e si posizionarono per la cerimonia.
Tutto era come avevano immaginato, anche il sole splendeva partecipando a quella festa d’amore e di letizia.
Tornarono dal viaggio di nozze che si protrasse per 35 giorni, aveva dei strani malesseri, un po’ di nausea, era rimasta incinta
Non sapeva cosa fare, come dirlo al marito, quale sarebbe stato il modo migliore per annunciargli che stava per diventare padre?
Per scaramanzia aspettò un po’ cercando di nascondergli le nausee che la aggredivano tutte le mattine, ed al secondo mese andò senza dire niente, a fare la prima ecografia.
Il giorno di San Valentino, quando andarono a festeggiare, le diede il regalo, un biberon e i fotogrammi dell’esame ecografico con ben visibile il frutto del loro amore. Non stavano più nella pelle per quanto erano felici, lei cominciò a fantasticare sul nome da dare, della stanzetta da preparare, il parco giochi in giardino, chissà perché era convinto che sarebbe stato un bel maschietto, scelse anche il nome Riccardo.
La gravidanza procedeva bene, erano al settimo cielo, il sesso ancora non si vedeva, ma lui cominciò a portare a casa ogni giorno qualcosa di azzurro, una tutina un peluche, un lenzuolino.
Andarono per una visita di controllo dal ginecologo, fece un’altra ecografia il papà ascoltò rapito il battito del cuore del piccolo e al fotogramma del visetto esclamò “mi somiglia” e scatenò l’ilarità del medico, che poi con molta professionalità consigliò una amniocentesi, mettendoli alcorrente che l’esame poteva creare dei problemi.
Si presero qualche giorno di tempo poi andarono insieme, e si sottopose all’esame, da li a dieci giorni avrebbe avuto il risultato.
Ma avvenne una tragedia impensabile, Edoardo stava tornando a casa ed ebbe un incidente gravissimo ed entrò in coma che a detta dei medici vista la gravità poteva essere irreversibile.
Fu colta dalla disperazione, ma pensando all’esserino che portava in grembo, ed aiutata anche dai genitori di entrambi, cercò di essere serena e sperare che i medici si fossero sbagliati e che il suo amore potesse uscire da quel tunnel buio nel quale era precipitato.
A volte la vita ti riserva delle amare sorprese, e ti pone di fronte a degli ostacoli che non avresti mai immaginato di dover superare.
Accompagnata dalla mamma andò a ritirare il responso dell’amiocentesi, e li un’altra tragedia il bimbo sarebbe nato Down.
Il medico, sapendo le condizioni del padre, consigliò un aborto terapeutico, un bimbo con quella patologia sarebbe stato difficile crescerlo da sola, ma lei si rifiutò.
Pensò che se il marito fosse morto lei sarebbe rimasta proprio sola, che quel bimbo anche se Down rappresentava tutto, i sogni di una vita lunga e felice si erano già infranti a causa del coma, e a quel bambino non avrebbe mai rinunciato. Non avrebbe mai intrapreso quella terribile strada di non dare al suo bambino la possibilità di affacciarsi alla vita.
Passarono i mesi, il marito non dava segni di ripresa, lei sempre li vicino al suo letto, malgrado i medici la sconsigliassero, gli parlava del loro bimbo, era sicura che lui la sentisse le faceva ascoltare la musica che era stata la colonna sonora del loro amore, cercava di dargli la forza di reagire al coma.
Arrivò il giorno del parto non fu molto doloroso, il bimbo nacque senza difficoltà con parto naturale, ancora tutto bagnato dal liquido amniotico lo posarono sul suo ventre, lo sentì vagire e fu presa da una commozione estrema pianse tanto, poi quando lo ebbero vestito e lo prese in braccio le sembrò di stringere il mondo, lo baciò con una tenerezza ed un amore che stupì i medici e gli infermieri. Stava accogliendo il suo bambino con delle parole d’amore bellissime che commossero i presenti, era un inno alla vita.
Iniziò subito a parlare con Riccardo, gli raccontò di suo padre, di quanto fosse felice che lui arrivasse, delle speranze e delle aspettative che avevano avuto, poi lo attaccò al seno che la bocca del bimbo cercava avidamente, fu una gioia infinita, non importava che fosse diverso, per lei era bellissimo, ed in effetti lo era, il suo viso non aveva marcatamente i lineamenti della patologia di cui era affetto, anche i medici se ne accorsero.
Appena poté alzarsi, dal momento che era nello stesso ospedale del marito, prese il bimbo e lo portò da lui, lo posò sul letto e dolcemente sussurrò: Riccardo ti presento il tuo papà.
Passarono i mesi, il bimbo cresceva, non dava grossi problemi, era molto buono, mangiava e dormiva, cominciava ad interagire con le cose che erano intorno, e lei ringraziava Dio di averle dato quel magnifico dono, intanto pregava perché avvenisse il miracolo del risveglio, e per questo tutti i giorni andava in ospedale portando con se il bimbo, e prendendogli la manina gli faceva accarezzare il viso del papà mentre diceva… svegliati sono Riccardo
Aveva 7 mesi quando il neurologo gli fece la visita per appurare i danni, lei era trepidante nell’attesa di sapere quale fosse il livello, ma il dottore la rassicurò dicendo che il bimbo, per la sua patologia era al di sopra della media intellettiva e le risposte neurologiche agli stimoli erano buone. Doveva dedicargli molto tempo ma sarebbe stato quasi nella norma dei bambini senza patologie.
Un giorno venne chiamata dall’ospedale, le si gelò il sangue, aspettava il peggio da un momento all’altro, l’infermiera le disse di andare subito in ospedale, perché il marito stava dando segni di risveglio.
Prese il bimbo, chiamò i genitori di entrambi lo avvolse nella copertina celeste che gli aveva comperato il papà, e con un taxi , non avendo la forza di guidare andò al nosocomio.
Arrivò trafelata, vide un capannello di medici intravedendo gli occhi di lui, erano aperti e si guardava intorno, si avvicinò, le porse il bimbo, lui accennò ad un sorriso.
Era tornato alla vita, la strada da percorrere sarebbe stata lunga, faticosa, ma insieme al piccolo ce l’avrebbero fatta, era felice della strada che aveva seguito.

Marian
view post Posted: 1/12/2015, 11:45     Proposta: un mio racconto... - ArtisticaMente
caro oderico sei veramente bravo...per fortuna io di cognome faccio pichi....
mi hsono fatta una risata con i necrologi...metti altri tuoi lavori apprezzo molto come scrivi
view post Posted: 14/10/2015, 08:25     Dialetti e modi di dire locali - Tema Libero
gondrand ditta di spedizioni con cavalli grandissimi a roma alle persone grosse e corpulente si diceva: Aho!! me sembri er cavallo de gondrand

oderico "egli fa un dio della sua testa"? è esatto oppure dimmelo mi hai messo in curiosità
2018 replies since 22/7/2009