Tema Libero

Torno a raccontare, Poi sappiatemi dire

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view post Posted on 23/9/2017, 16:30     +1   -1
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In un mondo di John e di Paul io sono Ringo Starr

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Stimolato dalla discussione aperta da Omar e seguita da altri interventi vi propongo un mio raccontino.
Sappiate che NON è ispirato da nessuna campagna pubblicitaria sul tema, dato che l'ho scritto qualche anno fa


TINO E IL SUO INDICE




Tino non è un bambino fortunato.
Fin dalla nascita i suoi genitori si erano accorti che qualcosa non andava; anzi, molto e col tempo non è migliorato.
Ha compiuto da poco 5 anni ed è praticamente paralizzato, non cammina, riesce a emettere solo pochi e brevi suoni, muove un po' la testa, ogni tanto alza faticosamente il braccio destro per puntare l'indice come se volesse indicare qualcosa.
Tino, a suo modo, reagisce agli stimoli esterni: sente i suoni, riconosce le persone, i programmi della TV sembrano catturare la sua attenzione ma i guasti del suo corpo gli impediscono di esprimersi, muoversi, comunicare.
I tanti medici che Giorgia e Michele hanno consultato non hanno risolto granché: tutti hanno diagnosticato malattie dai nomi impossibili, hanno proposto terapie più o meno inefficaci, li hanno puntualmente disillusi sulla possibilità che Tino possa avere una vita “normale”.
Ma, ciò malgrado, non rinunciano a sperare, a cogliere ogni minimo segno che il bimbo invia loro.
Anche nella città di Tino è tornata la primavera ed è il giorno giusto per un giretto ai giardini pubblici.
Giorgia sistema il figlio su quello che chiama “il passeggione” in modo che possa stare seduto e guardare attorno a sé, lo copre con un plaid ed esce senza badare ai soliti sguardi di compassione dei passanti.
Per arrivare ai giardini si deve passare dalla zona pedonale di Piazza degli Ammiragli e, dato che è periodo di elezioni, i candidati al Consiglio Comunale vi hanno sistemato banchetti e gazebi. C'è anche quell'intrigante di Emma Sguazzi che, dopo aver fatto sparlare di sé l'intera città, ha deciso di “mettersi in politica” tampinando la gente con volantini colorati e mirabolanti promesse.
L'arrivo di Tino le dà una nuova occasione per mettersi in mostra: si avvicina fingendo grande interesse, si china sul bimbo tutta sorridente chiedendo “come si chiama questo angelo?”.
Chiede a Giorgia se il Comune la sta aiutando e sgrana una raffica di “se sarò eletta mi impegno a fare questo, quello e quell'altro per tutti i bimbi che hanno bisogno d'assistenza”.
A Tino quella donna ingioiellata e petulante non piace; inoltre avverte il disagio che la mamma sta provando e, senza che nessuno lo noti, alza un po' il suo indice destro.
La vistosa collana di perle della Sguazzi si rompe, le sferette cadono rotolando ovunque e i suoi propagandisti accorrono per aiutarla a raccoglierle; Tino vede la schiena della donna china sul selciato e alza un'altra volta l'indice.
Si sente il rumore di uno strappo e l'attillato abito a tubino della signora Emma si apre sulla schiena per tutta la sua lunghezza, come se fosse stato tagliato con un rasoio.
La Sguazzi si alza di scatto cercando di tenere uniti i lembi della veste, ma la visione di ciò che c'è sotto e della relativa lingerie ha attirato l'attenzione dei passanti: molti ridono, i più giovani fischiano e lanciano apprezzamenti pesanti. Prima che la giacca di un collaboratore copra il disastro qualcuno ha immortalato la scena col telefonino e c'è da giurare che la posterà su Internet.
La candidata scornata batte precipitosamente in ritirata, Giorgia e Tino riprendono la passeggiata.
Poco più avanti incontrano la signora Berti, un'anziana amica di famiglia che a Tino è molto simpatica perché gli parla sempre dolcemente accarezzandogli il viso come fanno la mamma e le nonne. Giorgia si ferma a parlare con lei ma la conversazione è interrotta dal fulmineo arrivo di un uomo che strappa alla Berti la borsetta e scappa via.
La derubata si spaventa, Giorgia grida “al ladro” ma nessuna delle due lo insegue mentre Tino alza di nuovo, impercettibilmente, l'indice.
Lo scippatore si ritrova davanti a un omone che sembra uscito da un cartone animato e lo prende per la collottola trascinandolo di peso verso le due donne come se fosse un pupazzo; gli assesta un calcio nel sedere e gli ordina di restituire la borsetta alla Berti.
La signora recupera il maltolto e l'omone scaccia il ladro con un altro calcio dicendogli: “Sei fortunato che vado di fretta, sennò ti avrei portato al Commissariato”.
Dopodiché saluta le due donne e se ne va.
Il sole scalda piacevolmente i giardini pubblici e a Tino piace quel verde, il colore dei fiori, lo svolazzare degli uccelli.
Giorgia si siede su una panchina davanti alla fontana e si gode il viso del figlio che sembra trasfigurato da quella giornata così bella. Ma Tino, di colpo, si rabbuia: poco lontano un ragazzotto sfaccendato ha catturato uno dei gatti randagi che vivono nel parco e si diverte a maltrattarlo con inutile crudeltà.
Giorgia gli grida di lasciarlo stare, ma il tipo la invita in malo modo di farsi i cavoli suoi mentre Tino alza ancora il suo indice.
Inspiegabilmente il bullo scivola all'indietro e cade fragorosamente nella vasca della fontana lasciando scappare il gatto che si rifugia sotto la panchina.
Appena il tipaccio se ne va, bagnato e umiliato, l'animale esce allo scoperto mettendosi a guardare Tino che ne ricambia lo sguardo. Per alcuni secondi i due si scrutano con strana intensità finché l'animale, con felina sfacciataggine, salta sul passeggione e si siede sulle gambe del bimbo.
Giorgia vorrebbe scacciarlo, ma accade qualcosa d'insolito: Tino alza il braccio destro senza la solita fatica e protende l'indice verso il gatto che lo annusa con molto interesse.
Il bimbo sembra contento, gira la testa verso la mamma e, anziché emettere uno dei soliti suoni inarticolati, dice chiaramente “meo” mentre il gatto si stende al suo fianco mettendosi a fare le fusa.
Di fronte a quel piccolo miracolo Giorgia rinuncia a scacciare l'animale e decide che è ora di tornare a casa con un nuovo membro della famiglia.
Per la prima volta Tino ha trovato un amico e si appisola beatamente accanto al gatto senza avere più bisogno di muovere il suo (magico?) dito indice.
 
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emmegi
view post Posted on 23/9/2017, 23:08     +1   -1




E bravo Oderico! Adesso uno recente per vedere se ti sei "arrugginito" rispetto al primo... :tl_fischio: :tl_denti1:
 
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view post Posted on 24/9/2017, 07:13     +1   -1
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Di "ruggine", Emmegi, ne ho accumulata parecchia.
Un po' perché negli ultimi anni mi sono dedicato ad altro e ho anche tentato di tracciare le trame di cose più impegnative che non so se vedranno mai la luce.
Nella mia testa frullano ancora, comunque, diverse idee: cerco di farle crescere fino al giorno in cui sentirò il desiderio quasi fisico di riportarle su un foglio... e, come accade in ogni parto, il travaglio può essere lungo.
 
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view post Posted on 24/9/2017, 14:59     +1   -1
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Priore

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veramente bello e fantasioso bravo ode una grandissima fantasia e tanta tenerezza
 
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3 replies since 23/9/2017, 16:30   91 views
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