Tema Libero

Parlamento TL, Le leggi proposte da noi

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pirrone
view post Posted on 27/2/2008, 00:18     +1   -1




CITAZIONE (otherway @ 26/2/2008, 14:05)
dovendo riflettere su tutta la carne al fuoco che avete messo in tavola
faccio un passo indietro cercando di esaminala con il dubbio

Istruzione o Educazione

Educazione tramite l' Istruzione

Educazione ed istruzione per realizzare cosa ?

a presto

Se tutta l'Italia non deve diventare una Scampia, dove non è possibile né educazione, né istruzione, deve accedere ad uno sviluppo economico. Un paese del primo mondo può non ripiombare nel terzo solo se è capace di produrre qualità ed innovazione, senza istruzione efficace è impossibile produrre qualità ed innovazione e ...Scampia si avvicina!
:tl_lancillotto:
 
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solarflare
view post Posted on 9/4/2008, 15:54     +1   -1




ma lo sapete che chiunque va in parlamento a "lavorare"

ha diritto ad un pensionamento come parlamentare a vita............ al termine del mandato

anche se ha solo 30 anni
può andare in pensione
e a noi c'è la daranno a 70 o forse mai

e non pensione da 500 o euro o similia un bella pensione si beccano........ tanto è vero che cosi si produce una casta

maaaaaa..........

correggere tale cosa sarebbe logico e produttivo
 
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Maurizio4
view post Posted on 25/5/2008, 10:39     +1   -1




mi è venuta in mente una "legge" contro l'assenteismo:
anzichè pagare il 100% dello stipendio a chi sta a casa in malattia, si potrebbe pagare, ad esempio l' 80% ed usare il 20% risparmiato dall'INPS o dalle aziende per pagare i ticket o le cure mediche degli ammalati.
In questo modo si eviterebbero i 5-7 gg per i mal di testa, o mal di schiena, o perlomeno si limiterebbero un po', e gli ammalati "veri" avrebbero lo stesso un beneficio con cure meno care.
 
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Maurizio4
view post Posted on 12/6/2008, 12:09     +1   -1




in questi giorni mi si è chiarita nella mente una legge che mi ballava già da un po':
abolire le cliniche private ed i medici privati per legge.
La salute è una cosa seria, e visto che tutti i medici dicono che deve essere una missione, facciamola diventare una missione: tutti i medici e gli infermieri lavorano solo come dipendenti dello stato con uno stipendio fisso. se no se ne vadano pure in America (là la salute è strettamente collegata ai soldi), non sarebbe una fuga di cervelli, ma una fuga di appofittatori, prevaricatori, mangiasoldi e privi di scrupoli
:tl_boss:


una seconda cosetta: chi fa un secondo lavoro è punibile per legge, no?
quindi i parlamentari, consiglieri regionali e manager contemporaneamente dovrebbero essere non pagati e multati!
 
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DNA-dinosauri.too.it
view post Posted on 12/6/2008, 23:41     +1   -1




Appoggio la tua proposta sui medici Maurizio4!è quello che penso anche io!
 
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view post Posted on 13/6/2008, 09:19     +1   -1
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In un mondo di John e di Paul io sono Ringo Starr

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In verità, Maurizio, qualcosa del genere fu tentato, qualche anno fa, con la "riforma Bindi": chi la ricorda?

L'allora "ministra" della Sanità aveva proposto ai medici ospedalieri (soprattutto gli "ambulatoriali") un "patto": lo Stato è disposto a pagarvi di più, ma voi dovete lavorare SOLO per le ASL e non più solo al mattino, ma per l'intera giornata.
La proposta prevedeva anche l'abolizione delle prestazioni private "intra moenia"; cioè, il medico non avrebbe più potuto usare i locali, i mezzi e il personale della sanità pubblica per la sua attività privata.
Nessun obbligo: chi non voleva starci, si sarebbe anche potuto licenziare.

Una ASL della provincia in cui lavoro fece, all'epoca, una prima sperimentazione: in uno dei suoi ospedali lasciò tutto com'era, in un altro adottò le idee "Bindiane".
In quest'ultimo, le liste d'attesa per radiografie, esami e visite specialistiche si ridussero drasticamente nel giro di poche settimane.

Domanda: ricordate che fine ha fatto questa riforma?
Chi la osteggiò e quali politici l'attaccarono e la vanificarono? :tl_boh:
 
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Maurizio4
view post Posted on 13/6/2008, 10:39     +1   -1




ricordo che fu osteggiata duramente soprattutto dalle categorie dei medici (chissà perchè? :tl_fischio: ), e la Bindi fu costretta a ritirare tutto. Forse troppi politici imparentati con i baroni degli ospedali? :tl_denti1:

Comunque io la vorrei ancora più drastica per evitare qualsiasi discussione: se vuoi fare il medico lo fai solo nella struttura pubblica!, se no non fai il medico. Sono disponibile a concedere che abbiano degli stipendi adeguati, ma miente di più.
E' ora di finirla che i medici facciano di tutto per far prolungare i tempi di attesa e far andare peggio possibile la gestione pubblica per poter dirottare nelle loro cliniche private i malati che hanno urgenza. questo è proprio voler approfittare delle disgrazie umane per fare soldi, .....quale missione? Quanti si sono sentiti dire dal primario o assistente: se vuoi una visita/intervento nella struttura pubblica ci vogliono 6 mesi,... se vieni nella mia clinica privata la prossima settimana è libero un posto?
:tl_boss:
Che vantaggi avrebbero questi loschi individui a far funzionare bene la struttura pubblica? A loro serve solo per "adescare" i clienti

p.s. qualche anno fa ho sentito di persona questa simpatica frase. Mi sono molto arrabiato, ho cambiato struttura e alla fine ho risolto. Sono solo pentito di non aver denunciato il primario del reparto maxillo-facciale degli "Spedali Civili di Brescia". approfittare della gente malata e preoccupata per la salute, magari dei propri figli è la cosa più ignobile che esista.
:tl_boss: :tl_boss: :tl_boss:
 
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view post Posted on 14/6/2008, 18:41     +1   -1
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Non sono convintissimo dell'efficacia di una "statalizzazione totale" della professione medica.
Ciò imiterebbe l'ordinamento dei paesi ex-comunisti dove tutti i medici erano dipendenti dello stato (forse Scleva potrebbe dirci di più, in merito) e porterebbe a delle "distorsioni" come quelle di Cuba.
Lì, ora come ora, guadagna molto di più il suonatore di bongos di un villaggio turistico che il primario di un grande ospedale...

Semmai, bisognerebbe ("Bindianamente" parlando) che i medici assunti nel settore pubblico lavorino in esclusiva per esso e venissero sanzionati dall'Ordine se usassero il loro incarico per "accalappiare" clienti per le strutture private.
E' quantomeno, concorrenza sleale...
 
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view post Posted on 21/9/2008, 10:00     +1   -1
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"Rinfresco" questa discussione proponendovi un boccone mal digerito che mi è “tornato su” in questi giorni: la legge sull'editoria.
Quella, per intenderci, che “foraggia” un buon numero di giornali con denaro pubblico.
Con tutto il rispetto per il diritto all'informazione, mi chiedo perché il contribuente debba “aiutare” giornali che già vendono (e dovrebbero essere in grado di “camminare con le loro gambe”) e farne sopravvivere altri letti da pochi intimi o che esistono solo per apparire nelle rassegne stampa.

Un illustre esempio di queste ultime è “Il Campanile”, organo dei “Mastelliani” e principale fonte di reddito per la famiglia del suddetto politico (che vi "lavora"): l'avete mai visto nelle edicole?
Mi dicono ci sia: un giornalaio ha raccontato che gliene arrivano 3 copie al giorno, nessuno le compra e lui le butta via puntualmente.
Se a questo aggiungiamo le accuse fatta a Mastella e coniuge sull'uso dei fondi statali per questo giornale, viene da chiedersi se non si tratti di una legge inutile, se non dannosa: che senso ha finanziare uno spreco di carta, inchiostro, energia e trasporti?
E la stessa cosa si potrebbe dire di tante altre testate: cito “La Discussione” e “La Voce Repubblicana”, ma non mi sembra che “Avanti!”, “Il Manifesto” o “Liberazione” siano messe molto meglio.
Così, torno ad avanzare una modesta proposta per dare un diverso “sostegno” all'informazione di partito (e non solo) sprecando assai meno soldi e dando a tutti la possibilità di farsi leggere:

1- Abolire del tutto i finanziamenti ai giornali: si sostengano da soli, con pubblicità, abbonamenti sottoscrizioni e quant'altro.
Sono imprese private e non è compito dello stato ripianare i loro deficit o finanziarli.
Possono rimanere le agevolazioni postali di cui essi godono.

2 – Lo stato può comunque sostenere organi di partito e pubblicazioni di determinati enti (le ONLUS, per esempio) mettendo loro disposizione siti internet che possono organizzare a loro piacimento, pubblicandovi articoli, commenti, foto e quanto ritengono utile per far conoscere le loro opinioni e attività.
Si può lasciare che, attraverso essi, partiti ed enti possano trarre qualche utile vendendo gli spazi pubblicitari.
Questo permetterebbe a questi soggetti di farsi sentire ugualmente, costerebbe allo stato una cifra assai più bassa e risparmierebbe gli inutili sprechi di materiali ed energia cui ho accennato.

Mi rendo conto che, in questo modo, un certo numero di redattori, “giornalisti” e tipografi potrebbero ritrovarsi disoccupati ma, mi chiedo, è giusto che la collettività li “mantenga” anche se sono, di fatto, costosamente inutili?

Parliamone, se vi va... :tl_ciao:
 
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Maurizio4
view post Posted on 22/9/2008, 16:37     +1   -1




CITAZIONE (Oderico @ 14/6/2008, 19:41)
Non sono convintissimo dell'efficacia di una "statalizzazione totale" della professione medica.
Ciò imiterebbe l'ordinamento dei paesi ex-comunisti dove tutti i medici erano dipendenti dello stato (forse Scleva potrebbe dirci di più, in merito) e porterebbe a delle "distorsioni" come quelle di Cuba.
Lì, ora come ora, guadagna molto di più il suonatore di bongos di un villaggio turistico che il primario di un grande ospedale...

Semmai, bisognerebbe ("Bindianamente" parlando) che i medici assunti nel settore pubblico lavorino in esclusiva per esso e venissero sanzionati dall'Ordine se usassero il loro incarico per "accalappiare" clienti per le strutture private.
E' quantomeno, concorrenza sleale...

E' vero non sono stato chiaro: intendevo proprio quello: se vuoi lavorare nello stato, lavori solo nello stato, se vuoi lavorare nel settore privato lavori solo nel settore privato, senza interscambi di medici e di visite. Il paziente in ogni caso può sciegliere.
Se il medico non privato facesse concorrenza all'altra struttura avrebbe tutti i vantaggi a farla funzionare bene, invece ora ha tutti i vantaggi a farla funzionare male, così i pazienti si spostano nella "sua" clinica privata e lui guadagna di più.


CITAZIONE (Oderico @ 21/9/2008, 11:00)
"Rinfresco" questa discussione proponendovi un boccone mal digerito che mi è “tornato su” in questi giorni: la legge sull'editoria.
Quella, per intenderci, che “foraggia” un buon numero di giornali con denaro pubblico.
Con tutto il rispetto per il diritto all'informazione, mi chiedo perché il contribuente debba “aiutare” giornali che già vendono (e dovrebbero essere in grado di “camminare con le loro gambe”) e farne sopravvivere altri letti da pochi intimi o che esistono solo per apparire nelle rassegne stampa.

Un illustre esempio di queste ultime è “Il Campanile”, organo dei “Mastelliani” e principale fonte di reddito per la famiglia del suddetto politico (che vi "lavora"): l'avete mai visto nelle edicole?
Mi dicono ci sia: un giornalaio ha raccontato che gliene arrivano 3 copie al giorno, nessuno le compra e lui le butta via puntualmente.
Se a questo aggiungiamo le accuse fatta a Mastella e coniuge sull'uso dei fondi statali per questo giornale, viene da chiedersi se non si tratti di una legge inutile, se non dannosa: che senso ha finanziare uno spreco di carta, inchiostro, energia e trasporti?
E la stessa cosa si potrebbe dire di tante altre testate: cito “La Discussione” e “La Voce Repubblicana”, ma non mi sembra che “Avanti!”, “Il Manifesto” o “Liberazione” siano messe molto meglio.
Così, torno ad avanzare una modesta proposta per dare un diverso “sostegno” all'informazione di partito (e non solo) sprecando assai meno soldi e dando a tutti la possibilità di farsi leggere:

1- Abolire del tutto i finanziamenti ai giornali: si sostengano da soli, con pubblicità, abbonamenti sottoscrizioni e quant'altro.
Sono imprese private e non è compito dello stato ripianare i loro deficit o finanziarli.
Possono rimanere le agevolazioni postali di cui essi godono.

2 – Lo stato può comunque sostenere organi di partito e pubblicazioni di determinati enti (le ONLUS, per esempio) mettendo loro disposizione siti internet che possono organizzare a loro piacimento, pubblicandovi articoli, commenti, foto e quanto ritengono utile per far conoscere le loro opinioni e attività.
Si può lasciare che, attraverso essi, partiti ed enti possano trarre qualche utile vendendo gli spazi pubblicitari.
Questo permetterebbe a questi soggetti di farsi sentire ugualmente, costerebbe allo stato una cifra assai più bassa e risparmierebbe gli inutili sprechi di materiali ed energia cui ho accennato.

Mi rendo conto che, in questo modo, un certo numero di redattori, “giornalisti” e tipografi potrebbero ritrovarsi disoccupati ma, mi chiedo, è giusto che la collettività li “mantenga” anche se sono, di fatto, costosamente inutili?

Parliamone, se vi va... :tl_ciao:

Secondo me i giornalisti in gamba avrebbero tutto da guadagnare: se i giornali fossero veramente liberi dai partiti, potrebbero dare informazioni meno di parte. e poi per la gente che legge ci sarebbe meno confusione. Quando prendi il giornale, paghi per l'informazione che hai avuto, non finanzi la campagna elettorale di qualche politico che trova il modo poi di restituire i soldi (NB) non ai giornalisti, ma agli amici editori o pseudo editori. Avevo visto un po' di tempo fa una puntata di Report da far drizzare i capelli, ma poi? tutto è come prima se non peggio.
 
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Maurizio4
view post Posted on 22/9/2008, 22:37     +1   -1




da un po' di tempo mi è venuta voglia di pensare una legge per il nostro parlamento TL:
Una legge semplificante, dovrei passarla a Calderoli :tl_roflt:

Per i lavoratori della scuola, di tutti i livelli, professori, maestri, bidelli, tecnici di laboratorio propongo un orario settimanale di 40 ore, da fare sul posto di lavoro. Per i professori nelle 40 ore dovrebbero starci le ore di lezione, le ore di assistenza, le ore di aggiornamento, i consigli di classe, gli scrutini. Idem per i maestri e i tecnici di laboratorio. Sinceramente per segretarie e bidelli non so cosa possano contenere, non conosco bene cosa fanno.
avremmo questi risultati positivi:
la gente smetterebbe di pensare al personale della scuola come dei lazzaroni che lavorano 20 ore la settimana e fanno tre mesi di ferie.
Gli insegnanti che si impegnano smetterebbero di passare le sere a casa a correggere compiti ed a preparare lezioni.
Gli insegnanti di ginnastica o disegno smetterebbero di creare invidia ai loro colleghi perchè non hanno compiti a casa da preparare o correggere
I corsi di aggiornamento creati all'interno dell'orario scolastico, sarebbero obbligatori per tutti e con degli esami da superare per mantenersi aggiornati e preparati, pena il decadimento del titolo di insegnante.
Ed in queste ore si dovrebbe trovare anche il tempo per i corsi di recupero, basta corsi a casa degli insegnanti che spennano i ragazzi.
Naturalmente, dopo aver sistemato queste cose, i genitori se ne starebbero a casa a fare la loro parte senza fare la parte del giudice di guerra e dell'avvocato difensore a tutti i costi del loro "bambino".
:tl_lancillotto:
 
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view post Posted on 25/9/2008, 07:43     +1   -1
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In un mondo di John e di Paul io sono Ringo Starr

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Giusto oggi, due quotidiani tra i meno letti d'Italia, "Europa" e "Liberazione", si sono lamentati per l'idea Tremontiana di tagliare i contributi pubblici ai quotidiani.
Il secondo vuole, pure, lanciare una "campagna" contro tale idea.

Forse ambedue farebbero meglio a cercare meno soldi pubblici e più lettori...
 
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Maurizio4
view post Posted on 25/1/2009, 19:47     +1   -1




nuova proposta: CURRICULUM PER MINISTRI E SOTTOSEGRETARI.
Dovremmo proporre una legge che obblighi, chi deve essere eletto a fare il ministro, ad avere un curriculum adeguato.
Ad esempio: devi fare il ministro della Pubblica istruzione? Devi avere una laurea idonea ed una esperienza nella scuola pubblica di almeno 20 anni, come insegnante, come preside o come rettore.
Devi fare il ministro della sanità? devi essere medico, o laureato in qualche materia idonea ed aver lavorato 20 anni in qualche struttura pubblica (della privata non mi interessa, lo scopo non è far soldi, ma la salute).
ecc.
 
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pirrone
view post Posted on 25/1/2009, 21:20     +1   -1




CITAZIONE (Maurizio4 @ 25/1/2009, 19:47)
nuova proposta: CURRICULUM PER MINISTRI E SOTTOSEGRETARI.
Dovremmo proporre una legge che obblighi, chi deve essere eletto a fare il ministro, ad avere un curriculum adeguato.
Ad esempio: devi fare il ministro della Pubblica istruzione? Devi avere una laurea idonea ed una esperienza nella scuola pubblica di almeno 20 anni, come insegnante, come preside o come rettore.
Devi fare il ministro della sanità? devi essere medico, o laureato in qualche materia idonea ed aver lavorato 20 anni in qualche struttura pubblica (della privata non mi interessa, lo scopo non è far soldi, ma la salute).
ecc.

Bella come proposta associare un po' di competenza alla politica, ma significa mandarli a casa tutti: nessuno accetterà una simile minaccia sulle loro teste!
:tl_dunnoy:
 
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Maurizio4
view post Posted on 25/1/2009, 22:01     +1   -1




Beh, i proprietari delle aziende (in questo caso i votanti) competenti scelgono in base ai curriculum, non devono accettare i ministri, devono essere scelti. In nessuna azienda il dipendente decide da solo cosa vuol fare e che stipendio prendere (forse solo alle ferrovie o all'Alitalia vecchia maniera).
I datori di lavoro dovrebbero imporre le loro scelte!
:tl_denti1:
 
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57 replies since 10/11/2007, 12:04   1634 views
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