Tema Libero

[Premio Papazilla Nr 1] Lo specchio, Vic Vega (dal Tema: Di fronte lo specchio)

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view post Posted on 16/7/2009, 07:12     +1   -1
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Noi troppo odiammo e sofferimmo: AMATE! La vita è bella e santo è l'avvenir (G.Carducci)

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«Riusciremo a riattivarla e a rimetterla in funzione.»
«No! Non fatelo!»
«Uh? Perchè?»
«Lei non lo vorrebbe»
(PKNA#12, "Seconda stesura")





Mi piace andare in soffitta. Spesso se ho un po' di tempo ci vado e mi stupisco, mi stupisco di ciò che vi si può trovare. Cosa avete voi in soffitta? Già, perché non ci si pensa, ma ognuno ha una soffitta completamente diversa da quella di chiunque altro. C'è chi ha soffitte pulitissime, in cui si potrebbe mangiare, e c'è chi ha soffitte talmente polverose che non vi può entrare senza la mascherina. C'è chi ha soffitte vuote, perché sta cominciando a riempirle o perché non le vuole riempire; e c'è chi ha soffitte piene, così piene che non riesce più a entrare. C'è chi ha in soffitta oggetti strani, che non sa neppure più a cosa servano, e chi ha oggetti che sono stati di uso comune finché non sono stati sostituiti da altri più moderni. C'è chi ha strani quadri coperti da un telo... io ho uno specchio. Ho molte cose, in realtà, ma ciò che più amo, in quella soffitta, è lo specchio. Anzi, lo Specchio, con la maiuscola. Ne parlo poco, ma chi me ne ha sentito parlare dice che lo pronuncio sempre con la maiuscola. Non ho alcuna difficoltà a credere che sia così, visto quanto è speciale per me lo Specchio.

Com'è arrivato lo Specchio? Da dove è arrivato lo Specchio? Non saprei, per me c'è sempre stato e tutti mi hanno sempre detto che per loro c'era sempre stato.

Cos'ha di così particolare lo Specchio? Semplice: non ti ci rifletti! E a cosa serve uno specchio in cui non ci si riflette?Me lo sono sempre chiesto anch'io, e l'ho sempre chiesto a tutti coloro che conoscevano lo Specchio. "Serve, serve, ma a cosa lo scoprirai quando sarà il momento!" Quando sarà il momento... "E... quando sarà il momento?" "Lo Specchio lo saprà. Tu fidati, non ha mai sbagliato."
Voi cosa avreste pensato? Io ci pensai per qualche tempo, e ogni giorno andavo a vedere se mi riflettevo, senza esito. Così, un giorno, smisi.

Lasciai sedimentare molta polvere e molti oggetti in soffitta, sia in quella fisica che in quella della mia memoria, finii per fare cataste sotto alle quali chissà cosa c'era. Poi, un giorno, senza motivo apparente vi tornai. Quante cose c'erano! Mi fermavo di tanto in tanto a osservare un quaderno, un abat-jour, un vecchio libro. Doveva essere passata già un'oretta da quando ero salito e decisi di tornare di sotto, ma nel cercare di evitare un mucchio di oggetti inciampai e caddi. Rialzandomi, guardai cosa mi aveva fatto inciampare: era un vecchio telo. Mi voltai e vidi cosa copriva quel telo. Fino a quel momento ricopriva lo Specchio. Feci per ricoprirlo, ma mi accorsi di una cosa strana: un riflesso. Buttai il telo su una poltrona sfondata lì vicino e mi sedetti di fronte lo Specchio.

Sì, lo vedevo! Un riflesso! Ma... un riflesso di cosa? Non ero io, non era il mio volto, anzi, non era un volto. Era una mano. Una mano non mia, visto che le mie non erano in quella posizione e che non poteva essere una mano maschile.
Poi comparvero altre due mani, maschili questa volta, mani che delicatamente prendevano l'altra. Ebbi una sensazione strana e un brivido: conoscevo quell'immagine. Rimasi a osservare quell'immagine dentro lo Specchio per quello che pensavo fosse qualche minuto, poi la vidi svanire, e vidi di nuovo lo Specchio vuoto. Attesi nella speranza che lo Specchio mi mostrasse di nuovo qualcosa, ma non lo fece; così coprii lo Specchio e tornai di sotto.

"Finalmente!", mi dissero. "Sarà mezza giornata che non ti si trova! Dove sei stato?" Non risposi. Mezza giornata? Non avrei detto molto più di un'ora, forse un'ora e mezza. Guardai fuori dalla finestra: in effetti si vedeva che era passato molto tempo. "Ti ha parlato, vero?" La domanda mi prese alla sprovvista "Cosa...? Chi...?" "Non ti preoccupare, ci siamo passati tutti. Ogni volta è così: sa dove andare a scavare, che tasti toccare. Non voglio sapere cos'hai visto, sono sempre cose molto personali e sono sempre dei messaggi." "Sì, non ho dubbi che siano messaggi, ma avrei voluto che mi avesse detto di più." "Lo farà quando sarà il momento."

Così pensai, e pensai a lungo. Pensai a quella mano e a quelle mani, pensai a quando avevo vissuto veramente quel momento. Pensai a quanto ero stato stupido a lasciare che quella mano scivolasse tra le mie per non esservi mai più ripresa. Ecco cosa voleva dirmi lo Specchio: "Stupido! Hai avuto l'occasione della tua vita e te la sei fatta scappare!"
Chissà cosa mi avrebbe detto la prossima volta; cominciavo a temere il momento in cui avrei rimesso piede in soffitta per togliere di nuovo il telo, e cercai di rimandarlo. Intanto mi figuravo cosa mi avrebbe mostrato lo Specchio quando - inevitabilmente - mi ci fossi di nuovo trovato di fronte. Un presente alternativo? E come sarebbe stato? Positivo? Negativo? Più felice di quello che ho? O grigio e con rare gioie? O magari mi avrebbe mostrato altro: il presente di lei. O forse qualcosa del tempo fra quel primo riflesso e oggi. Chissà... Di nuovo smisi di pensarci. Avevo digerito - o credevo di aver digerito - quel primo riflesso, e il pensiero di tornare in soffitta non mi sfiorò per molto tempo.

Era una domenica piovosa quando tornai in soffitta. L'intenzione era quella di uscire, ma il tempo non giocava a nostro favore; così salii in soffitta. Misi in ordine un angolo, sfogliai delle vecchie riviste, ritrovai un carteggio che doveva avere ormai quasi un secolo - se non di più. Rimasi in soffitta a lungo, poi sentii che mi chiamavano, così mi voltai per scendere. Voltandomi vidi lo Specchio. E il secondo riflesso. Vidi un'auto, che ovviamente conoscevo molto bene poichè ne ero stato possessore diversi anni prima. E vidi una scena che non collimava coi miei ricordi: gli occupanti della macchina si abbracciavano. Riuscivo a vedere il guidatore, ed ero sicuramente io. Chi fosse seduto sul sedile del passeggero non riuscivo a capirlo, ma non avevo dubbi sull'identità del passeggero misterioso, anzi, della passeggera misteriosa. Ero sconvolto. Cosa voleva dirmi lo Specchio? Cosa mi stava mostrando? Mentre pensavo queste cose, vidi che la scena continuava, come in un film: lei scese dalla macchina, ma in qualche modo lo Specchio riuscì a rendermela irriconoscibile; l'auto ripartì e l'inquadratura si strinse sul mio volto sorridente. Che scena era? Non lo sapevo, non riuscivo a collocarla, ma sentivo qualcosa di strano in me. Ora che lo Specchio aveva mischiato le carte, non ero più così sicuro delle mie precedenti certezze. Di chi era quella mano? Cosa significava questa successione di riflessi? Mentre pensavo tutto questo, il riflesso scomparve.

Nei giorni seguenti pensai a lungo a quello che lo Specchio mi stava dicendo. Cercai prima di tutto di riepilogare i riflessi: prima una mano femminile presa delicatamente da due mani maschili. Mi ricordava un preciso istante della mia vita, ma era possibile che in realtà ne rappresentasse un altro? Quante volte avevo fatto quel gesto? Di certo non una sola volta, magari il riflesso non era quello che io pensavo che fosse. In effetti era un riflesso del tutto decontestualizzato, quindi non potevo avere alcuna certezza sul preciso istante che lo Specchio mi voleva mostrare. Poi, la scena dell'abbraccio in auto. Questo riflesso mi aveva completamente confuso. La prima parte non poteva assolutamente essere la continuazione del primo riflesso - ammesso che il primo riflesso fosse quello che pensavo. La seconda parte, col mio sorriso stampato sulle labbra, tornava a collimare con l'idea che mi ero fatto del primo riflesso. Tutto sommato, però, quante altre volte mi era capitato di tornare a casa felice dopo una serata in dolce compagnia? Non sapevo più cosa pensare. Possibile che lo Specchio facesse confusione? "No, lo Specchio non sbaglia. Sa perfettamente cosa ti mostra, ma ti vuole far riflettere. Evidentemente ci sono episodi della tua vita su cui non ti sei mai soffermato abbastanza."
Già, senza dubbio.

Più ci pensavo e meno capivo, me ne rendevo conto, ma non riuscivo a smettere di arrovellarmi. Volevo arrivare a capire. Così salii di nuovo in soffitta, e mi misi a sedere di fronte lo Specchio. In realtà non mi aspettavo nulla, e nulla mi sembrava che accadesse. Poi mi accorsi dell'anomalia: mi riflettevo. Per quello che sapevo dello Specchio era una cosa molto strana. Provai a muovere un braccio, poi l'altro, poi a fare smorfie, movimenti sempre più convulsi: lo Specchio rifletteva tutto. Quindi mi alzai per andarmene, ma il mio riflesso rimase lì, seduto. Mi risedeti anch'io, e aspettai che lo Specchio continuasse. Non aspettai a lungo: dopo pochi istanti vidi il riflesso offuscarsi e cambiare forma. Tanto per cambiare, una forma che non si incastrava nel puzzle che lo Specchio mi aveva fornito con gli altri riflessi. Si trattava infatti di una rosa. Ricordavo perfettamente una rosa, ma non aveva a che fare con alcuno degli episodi che lo Specchio mi aveva già mostrato.

Rose, mani, abbracci... Specchio, cosa mi vuoi dire? Ho fatto tanti errori, lo so, ho perso tanti treni, lo so! Cosa devo fare? Come posso capire, se non ci sono due episodi chiaramente collegati fra loro?

Poi ebbi un flash. Una cosa stupida, forse, e su tre soli riflessi era quasi impossibile che avesse senso. Però...

Sì! Lo Specchio aveva cambiato qualcosa! Forse guardavo troppi polizieschi in televisione, ma il fatto che lo Specchio avesse cambiato qualcosa significava che c'era un elemento nuovo su cui ragionare. Nel mio caso, l'elemento era quello temporale. Già, il tempo: le mani venivano prima dell'auto, ma la rosa avrebbe dovuto precedere entrambi gli altri riflessi! Come mai lo Specchio me l'aveva mostrata alla fine? Era veramente la rosa che ricordavo io?

"Tempo? No, non credo, lo Specchio guarda nella nostra anima, e nell'anima il tempo non ha senso."
Questo mi dissero, ma a me questa discrepanza faceva pensare molto. Forse dovevo ricominciare da capo. Forse stavo sbagliando tutto. Forse nessuno degli episodi era quello che pensavo. E il bello era che probabilmente il tempo non c'entrava veramente.

Ripensai ai singoli riflessi.
Le mani.
Quante volte avevo fatto quel gesto? Beh, non una sola, e non con una sola persona. Forse... forse... forse dovevo accantonare la prima volta che la cosa era successa, e andare un po' più avanti nel tempo. La prospettiva cominciò a cambiare, a cambiare moltissimo. La matassa di pensieri confusi che avevo nella testa cominciò a dipanarsi. Ero stupito, ma anche un po' più tranquillo.

L'auto.
Ecco, questo era un po' più problematico: così come lo Specchio me l'aveva presentato, quell'episodio non era mai avvenuto. O sì? Pensai... pensai un po'... sì. Era avvenuto, un sacco di volte, ma il riflesso delle mani mi aveva spostato lo sguardo in un'altra direzione e mi aveva impedito di rendermi conto di quante volte avessi vissuto questo episodio. Di nuovo, dovetti cancellare un nome e sostituirlo con un altro. Con lo stesso che aveva preso possesso del riflesso delle mani, per la precisione. E la matassa prese a dipanarsi sempre più, e il mio stato d'animo si faceva sempre più sereno.

La rosa.
Ora il gioco era diventato semplice, e capii subito. Dopo la prima volta avevo promesso a me stesso che non avrei mai più regalato rose: promessa che prontamente disattesi, diversi anni dopo. Di nuovo, un nome si impossessò di questo terzo riflesso, monopolizzando in questo modo i tre riflessi dello Specchio.

Aveva senso? Sorprendentemente sì. Mi sembravano episodi così chiari, lampanti, inconfondibili. Invece erano tutt'altro, o erano anche tutt'altro. Lo Specchio con tutta probabilità aveva giocato sporco: non avrei mai potuto sapere cosa in realtà fossero i riflessi. A cosa si riferiva il riflesso delle mani? Non posso esserne certo, avevo pensato a un momento molto importante della mia vita, ma questo era stato solo un punto di partenza per leggere dentro di me. E, una volta finito di leggere dentro di me, quel momento importante fu sostituito da un altro momento importante. E il riflesso dell'auto, cosa significava? Avevo pensato che fosse un'ipotesi, o un desiderio, un futuro alternativo per il mio passato, ma questo era solo uno sprone per non fermarmi, per continuare a scavare nella mia anima, e per non perdere - paradossalmente - il contatto con la realtà. La rosa, infine, cosa mi diceva? Pensavo che fosse chiaro tanto quanto lo erano le mani, pur appartenendo a una persona differente. Invece si rivelò essere l'elemento che scatenò la reazione, che svolse la funzione della dinamite sulle vecchie ipotesi e che aiutò a costruire una nuova impalcatura, più solida.

"Allora, come va con lo Specchio? Altri riflessi?"
"No, ma forse ho decifrato il suo rebus. Non è stato affatto facile, però!"
"Ti credo, non è mai facile, anche perchè molte volte le cose che lo Specchio ci dice sono difficili da accettare."
"Puoi ben dirlo!"

Già, era stato molto molto doloroso. Difficile e doloroso, che bella accoppiata! Come togliere un cerotto: hai un po' paura a farlo, mentre lo fai ti fa male (e più ci metti e più fa male), ma una volta fatto la pelle respira. O come strappare un affresco: sai che è una cosa delicata e che se sbagli te ne pentirai per sempre, ma se lo fai bene riuscirai a conservare la parte strappata e a trovare qualcosa di bello e sorprendente, sotto.

Sentivo di dover ringraziare lo Specchio, ma non sapevo cosa avrei potuto fare. "Nulla! Lo Specchio non mostra i riflessi per compiacerci, lo fa perchè è giusto così. Perchè è la cosa giusta al momento giusto. Non si aspetta un grazie, e poi come ringrazieresti uno specchio?" In effetti...

Però salii ancora, sentivo che lo Specchio aveva ancora qualcosa da dirmi. Quando arrivai, vidi che non mi sbagliavo: il telo era già per terra (anche se nessuno era salito in soffitta dalla mia ultima visita, e io avevo coperto lo Specchio), e lo Specchio sembrava pronto a mostrarmi qualcosa. Così vidi comparire una rosa, e dopo la rosa un volto. Questo volto mi guardava e mi sorrideva. Per un attimo il volto e la rosa occuparono l'intero Specchio, poi si ridussero di dimensione e si spostarono in un angolo. Il volto non cambiava espressione e non distoglieva lo sguardo, ma era un volto incredibilmente vivo e realistico, anzi, reale. Mentre ancora guardavo il volto e la rosa, vidi che un altro riflesso stava comparendo: erano le mani, e insieme alle mani comparve un altro volto. Anche questa volta il riflesso occupò tutto lo spazio disponibile, e rimase al centro dello Specchio più a lungo. Anche questo volto sorrideva, ma era un sorriso diverso: era un sorriso amaro, il sorriso di chi è felice per qualcuno pur essendo triste perchè questo qualcuno non è lì. In più, questo secondo volto era rigato da qualche lacrima. Le lacrime e l'espressione degli occhi formavano un incredibile contrasto col fatto che le labbra e le guance, pur con un po' di difficoltà, fossero disposte a formare un sorriso. Tuttavia questo contrasto, nel complesso, formava un'immagine delicata e bellissima. Quanto sarei rimasto a guardare quel riflesso! Dopo un po', però, anche quel riflesso si fece più piccolo e si spostò in un angolo. Come continuava a fare l'altro volto, anche questo non distoglieva lo sguardo da me.

E arrivò il terzo riflesso. Prima comparve un'auto, occupò un momento lo spazio dello Specchio, si ridusse e si spostò. Poi comparve una rosa, occupò un momento lo spazio dello Specchio, si ridusse e si spostò. Poi comparvero le mani, occuparono un momento lo spazio dello Specchio, si ridussero e si spostarono. Infine apparve non un volto, come mi sarei aspettato, bensì un'immagine a figura intera. E questa figura aveva sul volto il sorriso più felice e solare che si potesse immaginare. Tutti i precedenti riflessi - le rose, le mani, l'auto - scomparvero, assorbiti dai volti e dalla figura intera. Poi fu il turno dei volti, assorbiti dalla figura intera: prima il volto legato alla rosa, poi il volto legato alle mani. E quest'ultimo riflesso rimasto non scomparve più. Anche se nessuno mi disse mai nulla - probabilmente nessuno può vedere i riflessi di un altro - io vidi sempre quell'immagine nello Specchio, da quel momento in avanti. E ogni volta che vedevo quell'immagine sentivo la presenza e l'importanza di tutto ciò che quell'immagine conteneva.

Quando scesi dovevo avere un'espressione strana sul viso. "Allora, sei stato ancora in soffitta? Ti ha detto qualcosa lo Specchio?" La guardai. Non risposi. Mi limitai a sorridere.




VOTATE!!!
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Edited by SirLancillotto - 16/7/2009, 09:53
 
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view post Posted on 27/7/2009, 08:56     +1   -1
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Vic complimenti anche a te!

Ora però spiegami la fine, lo sai che sono di coccio :tl_testa:
 
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view post Posted on 27/7/2009, 09:06     +1   -1

viaggiare o stare fermi è solo un'intenzione

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la fine intesa come ultime 3 righe o dall'ultimo riflesso? beh, in realtà l'una cosa non avrebbe senso senza l'altra...

nel riflesso le esperienze legate al passato del protagonista si uniscono e sono assorbite dal riflesso relativo al suo presente. senza il passato, senza le esperienze che ha fatto, non sarebbe quello che è e non avrebbe quello che ha. le esperienze del passato formano parte della sua storia, e trovandosi di fronte alla donna dell'ultimo riflesso capisce che non deve certo rimpiangere il passato, casomai ringraziarlo per aver contribuito a formare il suo presente.

mi sa che la spiegazione è più complessa del racconto... :tl_denti1:
 
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SirLancillotto
view post Posted on 27/7/2009, 09:17     +1   -1




Avevo capito, avevo capito, avevo capito!!!!
:tl_yahoo: :tl_yahoo: :tl_yahoo:

Scusate l'entusiasmo, ma dopo che sembrava fossi stato l'unico a capire la fine del racconto, mi erano venuti seri dubbi sulla mia sanità mentale!!!! :tl_denti1:
 
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view post Posted on 27/7/2009, 09:55     +1   -1

viaggiare o stare fermi è solo un'intenzione

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ebbbravo marco... ;)

giulia, deljla e gli altri che non avevano capito, mi piacerebbe sapere se avevate dato una vostra interpretazione, e quale.
 
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view post Posted on 27/7/2009, 10:19     +1   -1
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CITAZIONE (SirLancillotto @ 27/7/2009, 10:17)
Scusate l'entusiasmo, ma dopo che sembrava fossi stato l'unico a capire la fine del racconto, mi erano venuti seri dubbi sulla mia sanità mentale!!!! :tl_denti1:

E con questo vuoi dire che io invece dovrei dubitarne fortemente :tl_piange:


CITAZIONE (vic vega @ 27/7/2009, 10:06)
la fine intesa come ultime 3 righe o dall'ultimo riflesso? beh, in realtà l'una cosa non avrebbe senso senza l'altra...

nel riflesso le esperienze legate al passato del protagonista si uniscono e sono assorbite dal riflesso relativo al suo presente. senza il passato, senza le esperienze che ha fatto, non sarebbe quello che è e non avrebbe quello che ha. le esperienze del passato formano parte della sua storia, e trovandosi di fronte alla donna dell'ultimo riflesso capisce che non deve certo rimpiangere il passato, casomai ringraziarlo per aver contribuito a formare il suo presente.

mi sa che la spiegazione è più complessa del racconto... :tl_denti1:

Adesso è tutto chiaro. Non capivo chi era l'ultima persona riflessa nello specchio e perchè rimanesse solo la sua immagine mentre tutte le altre sparivano.


 
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_basura_
view post Posted on 27/7/2009, 12:55     +1   -1




Io ancora ora non capisco che c'avrà da ridere il protagonista..
 
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view post Posted on 27/7/2009, 12:58     +1   -1

viaggiare o stare fermi è solo un'intenzione

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non ride: sorride!
 
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_basura_
view post Posted on 27/7/2009, 13:14     +1   -1




...
 
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view post Posted on 27/7/2009, 13:18     +1   -1

viaggiare o stare fermi è solo un'intenzione

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è diverso ridere o sorridere, non trovi?

e poi non è che sorride da solo, sorride ad una persona...
 
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deljla
view post Posted on 27/7/2009, 15:03     +1   -1




Ho riletto il racconto dopo la spiegazione e mi è apparso molto più bello.

Io avevo pensato alla donna dell'ultimo riflesso come ad una persona che non c'è più, un amore o una madre, che racchiudesse nella sua essenza emozioni e vicende del passato e del presente, una specie di trait d'union nel percorso di vita del protagonista. Ho pensato che fosse stato oltremodo segnato da un qualche passaggio molto particolare e che lo specchio lo stesse aiutando a mettere in ordine in qualche modo i frammenti ancora sparpagliati della vicenda... Mi sono fatta un film tutto mio :tl_ciao:

 
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view post Posted on 27/7/2009, 15:22     +1   -1

viaggiare o stare fermi è solo un'intenzione

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diciamo che non ci sei andata troppo lontana... solo non avevi inquadrato bene la protagonista dell'ultimo riflesso. :tl_applauso:

p.s.: magari sei stata fuorviata dalla citazione iniziale...
 
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view post Posted on 27/7/2009, 18:27     +1   -1
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La spiegazione dell'autore mi ha aiutato a capire "l'intenzione" del racconto.

Sospettavo qualcosa del genere, ma non ne ero sicurissimo...
 
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