Tema Libero

RACCONTO FUORI CONCORSO: DAP - VIAGGIO NEL VIAGGIO

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Team Tema Libero
view post Posted on 26/9/2009, 15:42     +1   -1




Mi è stata fatta una richiesta personale, postare un racconto lasciando completamente anonimo (per ora) l'autore.
Lo stesso ha espressamente chiesto di "massacrarlo con i giudizi". :tl_denti1:

A voi la palla.




DAP - VIAGGIO NEL VIAGGIO-



La grossa station spezzava la pioggia, nell’aria scura spruzzata dalle scie dei fari delle altre vetture, a velocità sostenuta. Desi aveva sempre scelto macchine grandi nelle quali la sua figura minuta si intravedeva appena, forse per riempire quello spazio lasciato vuoto dall’accoppiata autostima-sicurezza piuttosto latitante nel suo essere. Era una cosa stupida, lo sapeva, ma si lasciava andare a quel piccolo sfizio senza interrogarsi più di tanto sui risvolti psicologici della faccenda.
Non lo riconobbe subito. Ghigliottine come dighe, impietose e spietate, calarono all’improvviso nelle arterie dei polsi e delle caviglie lasciandole le estremità formicolanti e insensibili. Quasi all’unisono atri e ventricoli si produssero in un concerto sguaiato di note stonate ma decise, che la fecero boccheggiare: panico, terrore vischioso e paralizzante. Desi riuscì, appellandosi disperatamente ad un qualche residuo di lucidità stagnante nel suo essere, ad arrestare la grossa auto sulla corsia d’emergenza di quel tratto d’autostrada a quell’ora gremita di veicoli, ad inserire le frecce d’emergenza e a spalancare tutti i finestrini. Clacson e luci veloci e il rumore di grossi pneumatici rombanti e aria spostata la investirono... Calma, calma, calma. Riuscì a dirselo mentre tentava di scacciare brividi di terrore di tutti i tipi che si facevano gioco della sua proverbiale fermezza. Intimò al suo cervello d’intimare alle sue mani e ai suoi piedi di rimettersi in funzione: riuscì a riavviare il motore e ad incalanarsi di nuovo nella scia di colori e rumori che procedeva verso sud.
I minuti che seguirono s’incappucciarono di buio e non li ricordò mai più.
La coscienza vigile, seppur barcollante, riaprì i battenti sul flash delle proprie mani a spingere il vetro sporco all’ingresso dell’autogrill. Prese una bibita a caso, addirittura una di quelle energetiche assolutamente fuori luogo in quel momento, e uscì nella notte senza avere idea sul da farsi, nessuna possibilità razionale ad illuminarle i pensieri.


La chiesa era esattamente come l’aveva sognata e, avanzando al braccio del padre, rivestita di felicità bianca, fu la splendida protagonista del rito: sorrise, abbracciò, baciò come da copione, firmando in quell’istante il suo assenso alla condanna di fiera ammaestrata che avvertiva come un rumore fastidioso in sottofondo, ululante in un angolo del sua coscienza. Si ritrovò infatti, per anni, ad obbedire al suo domatore, e si compenetrò nella sua condizione fino a considerarla la normalità, fino a non scorgerne, neanche da lontano, il perimetro. A distanza di 10 anni da quel “sodalizio” nella mente del marito, lei, Desi, occupava solo un piccolo spazio, quello che si conviene ( e concede) ad una casalinga mediocre, priva di qualità degne di nota. Per quanto insignificante però, era considerata comunque una proprietà del padrone.
L’ormai fisso pensiero della fuga era lì, nella sua testa, come un inquilino fuori dagli schemi e un po’ originale, ma incatenato alla realtà dei fatti dal tocco consapevole delle sue dita su frange patologiche comportamentali di lui, condite di impercettibile doppiezza e che emanavano dinamite pura.


Gironzolando nell’area di servizio Desi si convinse che l’unica possibilità possibile era quella di appoggiarsi ad un altro essere umano che l’aiutasse a lasciare quell’autostrada: era lei la causa del panico, una strada che non prevede inversioni di marcia repentine sulla quale aveva avviato IL viaggio del corpo e dell’anima. Si avvicinò all’uomo dentro la Volvo concentrato su un portatile e bussò delicatamente con le unghie al finestrino chiuso; lui le indirizzò in tutta risposta uno sguardo tra l’infastidito e il sorpreso mentre le fece cenno di aspettare. Finì di scrivere qualcosa, abbassò leggermente il vetro e le chiese, con un cenno del capo dal basso verso l’alto, cosa volesse. Desi, sforzandosi di non piangere, era bravissima in questo, gli spiegò che aveva bisogno di una “scorta” fino all’uscita successiva. Era lontana centinaia di chilometri da casa di sua sorella ma percorrendo strade normali era sicura di riuscire a guidare senza panico. L’uomo disse ok, mosso da non si sa bene quale motivazione, forse pena, e così si avviarono, lui davanti e la station dietro.
Le poche decine di chilometri che percorsero una dietro l’altro furono costellate da almeno una decina di fermate in cui Desi, afferrata dalle falangi secche del panico, scosse di assestamento del feroce sisma che l’aveva sconvolta un’ora prima, accostava, piangeva e quasi sveniva, mentre lui, quella specie di angelo di pochissime parole, sporgeva leggermente la testa nell’abitacolo dell’auto di lei e lo riempiva di morbida rassicurazione. Attraversarono anche una corta galleria che la lasciò senza forze: l’assenza della corsia d’emergenza le faceva balzare agli occhi immagini di una strage causata da una sua perdita di conoscenza. Se avesse percorso quel piccolo tratto chiuso a piedi scalzi su carboni ardenti forse avrebbe sofferto meno. All’uscita si fermò (naturalmente) e quando lui, per l’ennesima volta, scese dalla sua auto e la raggiunse, lei realizzò che aveva bisogno, insensatamente, di avere con sé qualcosa di tangibile che potesse, come per magia, ricondurla a lui all’istante: il suo numero di telefono, per favore. Che cosa sciocca! Ma cacciò il bigliettino in borsa e ripartirono, come in una via crucis assurda.
Prossima uscita Ancona sud. Ci siamo.

Il muro che l’isolava dal marito cominciò ad erigersi il giorno degli orali del suo importantissimo concorso. Desi uscì di casa per affrontare la prova dopo avergli appoggiato la tazzina del caffè sul comodino, allegra e fiduciosa; lo amava nonostante lui non smettesse che di rado il suo costume da domatore. Era stata brava, aveva svolto una prova soddisfacente e in meno tempo del previsto. Prese una bottiglia del loro vino preferito e quei dolcetti delle occasioni speciali che lui adorava per raggiungere di corsa la strada dove abitavano ma, non appena voltato l’angolo dal quale si scorgeva il loro portone, vide lì parcheggiata la macchina di Giusy, sua cugina. Una luce vivissima, improvvisa, sotto forma di una serie di flash in successione, le illuminò finalmente il cervello, ottenebrato fino ad allora dalla fiducia e dai buoni sentimenti, anche se, a dire il vero, una moltitudine di campanelli non aveva mai smesso di suonare a ripetizione per tentare di svegliarla.
Il muro di silenzi e abitudini e rancori, senza possibilità di breccia, iniziò a piazzarsi inesorabilmente nel suo essere.


Pagò il pedaggio e fuggì letteralmente dall’A14 dimentica dell’uomo che l’aspettava, gentilissimo, all’uscita, ma non ce la fece a proseguire se non per qualche chilometro. Per fortuna sua sorella era una donna molto perspicace e si era messa in viaggio per andarle incontro. La trovò davanti ad una camomilla in uno squallido bar, mentre un paio di camionisti si prodigavano intorno a lei ad offrirle passaggi, e la portò a casa.


Fin da piccola Desi si prefigurava la vita come una serie di piattaforme, non più di 4 o 5, sospese nel vuoto e collegate da nastri di congiunzione senza bordi. Ne stava attraversando uno proprio in quel momento, pericolosissimo e forse il più importante di tutti. Stava abbandonando la piattaforma dell’agio, dell’essere una “signora” agli occhi del mondo, per avventurarsi nel successivo pezzo di vita senza nessuna prospettiva reale. Corde invisibili però la tenevano ancora legata alla piattaforma dalla quale fuggiva, perfino il suo corpo si ribellava e le stava impedendo di proseguire: forse la paura che lui le potesse fare del male fisico voleva proteggerla impedendole di allontanarsi.


Si svegliò a mezzogiorno nella stanza degli ospiti a casa di sua sorella. Ci mise qualche minuto a riacchiappare i brandelli del giorno prima e a sistemarli in un qualche ordine logico; si sentiva il cervello intorpidito e stremato come se fosse stato lui stesso a correre fisicamente lontano dalla sua vita. E anche i giorni successivi li impiegò a ristorarsi e a studiare un piano logico di sopravvivenza, fino a quando, rovistando nella borsa della fatidica sera alla ricerca di un lucidalabbra, non si imbattè in un biglietto da visita... Mio Dio, l’aveva completamente dimenticato! Come aveva potuto cancellare dal senno quella specie di angelo sconosciuto che l’aveva condotta dolcemente fuori dall’inferno? Gli inviò immediatamente un messaggio firmandosi “panico”. Lui la chiamò all’istante.


°°°°°^^^^°°°°^^^^°°°°^^^^°°°°^^^^°°°°


“Mammaaaaaa!!! Fanci mi pppaventa con il mottro. Io ho panico!!!”

Desi scoppiò a ridere davanti alla sua piccolina che pronunciava per la prima volta quel termine inciso a fuoco nel suo cuore. Si buttò, passando per lo schienale, addosso all’uomo sul divano e si lasciò avvolgere ancora una volta dalle ali dell’Angelo. Risero insieme mentre si abbracciavano forte...
 
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SirLancillotto
view post Posted on 26/9/2009, 16:48     +1   -1




Mi hai chiesto un giudizio massacrante e io te lo do :tl_denti1:

Inizio con le cattive o con le buone? :tl_dev:
Facciamo le buone va.
A mio parere c'è molto potenziale in te, un po da scartavetrare e cesellare ma c'è.
Ovvio che non sono ne uno scrittore ne un esperto letterario, ma solo un accanito lettore, impregnato dei suoi gusti personali, ma il voto legato a questi lo lascerà per ultimo :tl_fischio:

Nel dettaglio:
Linguistica: 2
Si vede che la prosa è molto ricercata, forse eccessivamente, sembra un po troppo forzata.
Inoltre ci sono alcune ingenuità, suppongo dovute alla fretta e alla non rilettura, che non vale la pena "punire" ma che, visto che ti devo massacrare, ti faccio notare, ad esempio questo:

Intimò al suo cervello d’intimare alle sue mani e ai suoi piedi

Ripeto, sono errori banali che scompaiono ad una lettura.

Idea/Trama: 3
Io l'ho trovata ottima, i racconti con flashback mi piacciono molto, danno più vivacità alla storia, la fuga dal marito domatore, sola, per la prima volta nella vita con il panico che ne consegue.

Gusto personale: 3
Hai detto che non sarebbe stato di mio gusto, in realtà non è così, mi è piaciuta molto, il voto pieno non lo do solo per il discorso fatto nella linguistica (un po troppo forzatamente ricercato) e perchè altrimenti ti monti troppo!

8/10 quindi.
 
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view post Posted on 26/9/2009, 19:43     +1   -1
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Linguistica: 2
Bisogna davvero massacrare? :tl_denti1:
Non ci riuscirei mai, però effettivamente c'è qualche ripetizione, dovuta molto probabilmente a una non rilettura attenta del brano come per es.: l’unica possibilità possibile oltre a quella indicata da Sir

Idea/Trama : 3
Una storia molto vera, coinvolgente e coraggiosa. E' difficile scappare dall'orco padrone.

Gusto personale: 4
C'è molto pathos e si percepisce l'angoscia e la sofferenza della protagonista. Dico brava perchè suppongo che sia una donna a scrivere, traspare una sensibilità che non sempre gli uomini riescono a far emergere. (Naturalmente con le dovute eccezioni, se no i maschiacci del forum, mi massacrano :tl_lingua2: )


9/10
 
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deljla
view post Posted on 26/9/2009, 22:03     +1   -1




CITAZIONE (SirLancillotto @ 26/9/2009, 17:48)
A mio parere c'è molto potenziale in te, un po da scartavetrare e cesellare ma c'è.

Come a dire che "il potenziale è nulla senza controllo" :tl_roflt:




Linguistica: 2


Andare qualche volta in più a capo no eh???? :tl_denti1:

Secondo me il racconto manca un pò di respiro; ho l'impressione che l'autrice abbia scritto di getto come a liberarsi di un fardello.
Per quanto riguarda le ripetizioni ne ho trovate anch'io un paio (prova,decina), che non sono quelle citate da Sir e Giulia che invece penso siano giochi di parole ricercati appositamente. Poi mi sembra che alcune virgole siano di troppo ed altre al posto sbagliato.



Idea/Trama: 2


L'idea c'è ed è carina ma la trama ha qualche difetto nell'ordito :tl_roflt: nel senso che alcuni passaggi li avrei snelliti mentre altri, tipo la fine, forse andavano potenziati.


Gusto personale: 4


Ho sempre dato il massimo a storie dello stesso genere; non posso che allinearmi anche qui.


Totale: 8/10
 
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trilly1
view post Posted on 26/9/2009, 22:39     +1   -1




Non do per scontato che sia una donna ad aver scritto il racconto, potrebbe essere stato anche un uomo che, di riflesso, scrive una storia che gli appartiene.

Sinceramente non saprei: il racconto è qualche cosa che i protagonisti hanno vissuto intensamente, non c'è dubbio, e forse proprio per questo motivo mi risulta difficile dare un giudizio legato allo scritto ed a tutto il resto quindi... globalmente gli do un 8
 
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view post Posted on 26/9/2009, 23:32     +1   -1
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In un mondo di John e di Paul io sono Ringo Starr

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Vediamo...

Linguistica: do un 2 ma solo per qualche ripetizione e imperfezione formale.

Idea/trama: mi è tornato in mente il film "A letto con il nemico", il marito maniaco e castrante, la fuga, il tentativo di rifarsi una vita.
Tema, dunque, non originalissimo ma svolto efficacemente: voto 2

Gusto personale: il racconto raggiunge lo scopo, perchè vuole trasmettere l'ansia della fuga, la paura del presente, l'incertezza del futuro. Voto 4

Totale: 8
 
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_basura_
view post Posted on 27/9/2009, 08:33     +1   -1




Potrei scommettere la mia gamba buona sull'identità dell'autore. Se non è lui, cavolo, è un suo alter-ego. Riconosco il modo di scrivere, le pause e anche una certa influenza di King.

Linguistica 2
Se devo essere massacrante pure io, ho trovato come dice Sir piccoli errori che non farebbe mai se rileggesse in tranquillità il racconto. Anche se è una spanna oltre quei racconti dove ho dato anche 3.

Idea/Trama 3
I flashback come piacciono a me (alla King) e un finale che senza tanti giri noiosi spiega tutto. Ottimo davvero

Voto personale 4
Non posso che dare il massimo. Simile al mio autore preferito, simile alle storie che piace scrivere a me. Se non dessi il massimo, pure io dovrei smettere di scrivere.

9/10

Ciao vecchio mio!!
 
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SirLancillotto
view post Posted on 27/9/2009, 09:40     +1   -1




CITAZIONE (_basura_ @ 27/9/2009, 09:33)
Potrei scommettere la mia gamba buona sull'identità dell'autore. Se non è lui, cavolo, è un suo alter-ego. Riconosco il modo di scrivere, le pause e anche una certa influenza di King.

Di :tl_ciao: :tl_ciao: :tl_ciao: alla gamba buona Bas!

:tl_denti1: :tl_denti1: :tl_denti1: :tl_denti1: :tl_denti1:
 
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_basura_
view post Posted on 27/9/2009, 09:56     +1   -1




Eh no dai!! E cavolo... Almeno aspetta che mi rimetto in sesto la gamba messa male...

Porc...
 
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deljla
view post Posted on 28/9/2009, 20:52     +1   -1





CITAZIONE (_basura_ @ 27/9/2009, 09:33)
Potrei scommettere la mia gamba buona sull'identità dell'autore. Se non è lui, cavolo, è un suo alter-ego. Riconosco il modo di scrivere, le pause e anche una certa influenza di King.

Ciao vecchio mio!!

Quando ho capito per chi mi avevi scambiata ho riso come una pazza, pensa che cammino ancora sospesa su una nuvoletta per il piacere che mi ha fatto quello che ho preso come un complimento graditissimo, visto che il tuo amico secondo me scrive da dio!!! Comunque mai letto King in vita mia, a momenti neanche so chi sia, però mi sa che a questo punto dovrò informarmi :tl_denti1:


CITAZIONE (SirLancillotto @ 26/9/2009, 17:48)
Si vede che la prosa è molto ricercata, forse eccessivamente, sembra un po troppo forzata.
Inoltre ci sono alcune ingenuità, suppongo dovute alla fretta e alla non rilettura, che non vale la pena "punire" ma che, visto che ti devo massacrare, ti faccio notare, ad esempio questo:

Intimò al suo cervello d’intimare alle sue mani e ai suoi piedi

Grazie per le critiche, sono davvero ben accette! Comunque il linguaggio un pò ricercato, come dici tu, è dovuto solo al fatto che non mi piace leggere cose banali e dunque, almeno nel contesto di un racconto, un pizzico di originalità e magari qualche termine, diciamo così, sorprendente, penso che non guasti. Ecco, forse ho esagerato un pò in questo senso, vedrò di fare meglio la prossima volta. Ah, la ripetizione che hai citato tu e anche quella di Giulia non sono sviste, mi piacevano così perchè mi sembrava che dessero forza al significato della frase, però in realtà avete ragione, non si capisce.


CITAZIONE (16giulia @ 26/9/2009, 20:43)
C'è molto pathos e si percepisce l'angoscia e la sofferenza della protagonista. Dico brava perchè suppongo che sia una donna a scrivere, traspare una sensibilità che non sempre gli uomini riescono a far emergere.

Grazie Giulia. Quello che si percepisce è quello che ho vissuto in prima persona :tl_kiss:


CITAZIONE (trilly1 @ 26/9/2009, 23:39)
Non do per scontato che sia una donna ad aver scritto il racconto, potrebbe essere stato anche un uomo che, di riflesso, scrive una storia che gli appartiene.

Sinceramente non saprei: il racconto è qualche cosa che i protagonisti hanno vissuto intensamente, non c'è dubbio, e forse proprio per questo motivo mi risulta difficile dare un giudizio legato allo scritto ed a tutto il resto quindi... globalmente gli do un 8

Grazie Trilly per averlo letto e per aver commentato e votato :tl_kiss:


CITAZIONE (Oderico @ 27/9/2009, 00:32)
il racconto raggiunge lo scopo, perchè vuole trasmettere l'ansia della fuga, la paura del presente, l'incertezza del futuro. Voto 4

Bhè si, in effetti mentre scrivevo mi sono concentrata solo sul ricordo delle sensazioni e la successione degli eventi e dunque la sostanza del racconto in fin dei conti era quella. Il finale però l'ho buttato sul rosa (anche se completamente inventato) perchè mi "ci" piaceva una pennellata "coprente". :tl_hands:







 
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_basura_
view post Posted on 29/9/2009, 06:48     +1   -1




Pensa a partecipare invece che ne guadagna il forum. Ci sono persone come te che fanno davvero onore al concorso di Papazilla.
 
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Libre
view post Posted on 29/9/2009, 12:57     +1   -1




Noooo!! Volevo provare ad indovinare l'autore che, leggendo, andava inevitabilmente prefigurandosi in una notevolissima lei!!!!! :)

Bas ha parlato di una certa analogia con alcuni romanzi psicologici di Stephen King, e devo dire che in alcuni tratti il racconto tocca davvero punte di espressività (angoscia) deliziose; ambiguità tra realtà e paranoia.

Davvero bello!! Qualche appunto, dato che ti si deve massacrare :P :

Linguistica: c'è qualche errorino lessicale, ossia nell'accostamento e ripetizione di termini, però resto con il dubbio che siano state comunque volute, come se avessi voluto sperimentare alcune figure retoriche;

Il finale: io sono quello che detesta i finali in stile "e vissero felici e contenti", ma forse il tuo finale è in realtà un nuovo principio. Per aumentare il pathos, davvero ben tenuto alto per tutto il racconto, avrei preferito che il racconto si concludesse con "... Risero insieme."

Linguistica: 2,5
Idea/Trama: 3
Gusto personale: 3,5

Totale 9/10
 
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Libre
view post Posted on 29/9/2009, 13:16     +1   -1




A proposito: ciò che preferisco non conta una cippa eh!!!!!!!!!
 
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view post Posted on 29/9/2009, 13:31     +1   -1
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deljla avevo indovinato!

Sapevo che eri tu, poi però quando hai votato ho pensato "mi sono sbagliata, non era lei"

Invece era proprio il tuo racconto :tl_hug:

La prossima volta partecipa però :tl_kiss:
 
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deljla
view post Posted on 29/9/2009, 13:43     +1   -1




CITAZIONE (_basura_ @ 29/9/2009, 07:48)
Pensa a partecipare invece che ne guadagna il forum. Ci sono persone come te che fanno davvero onore al concorso di Papazilla.

Ci proverò, anche se finora non mi è riuscito: riesco a scrivere solo in certi momenti e inoltre sono disordinata e disorganizzata. Questo racconto per esempio l'avevo scritto su un'agenda in agosto in Piemonte, dimenticandola lì in un trolley. Nel frattempo i termini erano scaduti e quando mi è tornato indietro, l'ho rifatto da capo in quattro e quattr'otto perchè il precedente non mi piaceva più. Pensa quanto sono stordita: mettendo in ordine il pc ne ho trovata addirittura un'altra versione, che evidentemente avevo abbozzato in qualche momento ispirato, prima di farlo a penna sull'agenda e non me ne ricordavo assolutamente. Il tema in questione l'avevo proposto io e ci tenevo alla partecipazione ma mi trovo fare sempre a fare i conti un pò col mio essere rintronata di natura, un pò con la testa a comparti stagni che mi consente di essere presente in una stanza alla volta :tl_denti1:





CITAZIONE (Libre @ 29/9/2009, 13:57)
Noooo!! Volevo provare ad indovinare l'autore che, leggendo, andava inevitabilmente prefigurandosi in una notevolissima lei!!!!! :)



Linguistica: c'è qualche errorino lessicale, ossia nell'accostamento e ripetizione di termini, però resto con il dubbio che siano state comunque volute, come se avessi voluto sperimentare alcune figure retoriche;

Il finale: io sono quello che detesta i finali in stile "e vissero felici e contenti", ma forse il tuo finale è in realtà un nuovo principio. Per aumentare il pathos, davvero ben tenuto alto per tutto il racconto, avrei preferito che il racconto si concludesse con "... Risero insieme."

Grazie :tl_blush: grazie :tl_blush: grazie :tl_blush:

Sia sulle ripetizioni che sul finale (in effetti il senso dell'abbraccio c'era già nella frase precedente) hai perfettamente ragione.

Mi spiace averti tolto il gusto della scoperta dell'autore ma mi sembrava d'ingannarvi, visto che mi ero anche divertita a giudicarmi da sola... Non ho resistito! :tl_fatale:
 
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16 replies since 26/9/2009, 15:42   377 views
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