Tema Libero

[Premio Papazilla Nr 3] Le notti degli altri, di SirLancillotto

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Team Tema Libero
view post Posted on 5/12/2009, 08:39     +1   -1




Le notti degli altri




    Le strade erano quasi deserte a quell'ora, troppo tardi per la frenetica vita dei comuni cittadini, troppo presto per quella del popolo della notte. Le fredde luci al neon dei locali notturni avevano appena iniziato a colorare le strade e gli unici negozi aperti erano i drugstore ad orario continuato.
    Il vento gelido spazzava via i giornali abbandonati sulle panchine ed alzava polvere di neve farinosa che creava fantastici mulinelli nell'aria, dopotutto, pensò Jack, con un tempo del genere perché qualcuno avrebbe dovuto essere li, in strada, a passeggiare?
    Tirò su il bavero del giaccone e si strinse nelle spalle, il freddo era pungente ed era quasi impossibile fermarlo, ma Jack non ci faceva caso, le sue preoccupazioni, i suoi pensieri, erano altri.
    Girò a sinistra sulle West 86th street verso Central Park, gli piaceva passeggiare nel parco, lo rilassava. Di solito entrava proprio dalla 86th e proseguiva costeggiando il lago, The Reservoir come lo chiamano i newyorkesi, ogni volta che lo faceva gli tornava inevitabilmente in mente un giovanissimo Dustin Hoffman che si allenava lungo le sue rive e, altrettanto inevitabilmente, gli tornava in mente Rachel...


    "Il maratoneta" era stata la loro prima uscita, l'inizio della loro storia... ci aveva messo quasi sei mesi per convincerla ad uscire con lui, ai tempi della High School, lui non era certo il quarterback muscoloso che aveva fatto vincere i play off alla squadra della scuola l'anno precedente, era un ragazzo semplice, anzi, piuttosto anonimo, non si faceva certo notare troppo, e Rachel era la ragazza più carina della scuola... perlomeno dal suo punto di vista.
    Sei mesi di corteggiamento discreto, quasi invisibile, lentamente lei aveva iniziato ad accorgersi delle piccole attenzioni che lui le rivolgeva ed aveva iniziato ad apprezzarle, fino al giorno in cui -finalmente- aveva accettato il suo invito per il classico cinema e la classica pizza.
    Da allora non si erano più separati
    Non avevano avuto figli, Rachel non poteva, quello era stato forse l’unico rimpianto della loro vita e l’unico periodo di crisi, ma anche in quel frangente erano rimasti uniti ed innamorati... trent’anni insieme e mai un ripensamento.



    La nevicata aveva coperto di bianco le sponde ed il viale lungo il Reservoir e risultava difficile camminare, deviò quindi per uno dei tanti viali i cui alberi avevano fatto da ombrello e protetto meglio i sentieri dalla neve.
    I suoi passi risuonavano ovattati, così come del resto tutti i rumori della città, la neve attutiva maggiormente quel caos già filtrato dagli alberi, la luce dei lampioni disegnava strane ombre sul manto bianco ancora immacolato, non sarebbe rimasto così per molto, l'indomani mattina il parco sarebbe stato invaso da una folla di ragazzini impazziti intenti a battagliare a palle di neve e modellare pupazzi.
    Uscì sulla 5th Avenue, gli spazzaneve erano già passati, le strade erano libere e scorrevoli, dall’altra parte della strada un barbone frugava in uno dei tanti cassonetti all’angolo della strada. Quanti ne aveva visti Jack nelle sue interminabili passeggiate notturne, quanti altri personaggi aveva incontrato, solitari agli angoli delle strade che passavano bustine e prendevano soldi, sdraiati o semisvenuti nel parco dopo una dose troppo forte, appoggiate ad un lampione a vendere mezz'ora di felicità a qualche obeso personaggio di mezza età che arrivava con la sciarpa tirata fin sopra il naso nella speranza di non farsi riconoscere.
    Anche questo serviva a fargli ricordare...


    Rachel...

    Sì, perché Rachel aveva a che fare con tutto questo disperato e variopinto popolo notturno, era impegnata in una serie infinita di organizzazioni di volontariato che si occupavano di problemi sociali, organizzava serate per raccogliere fondi, preparava campagne di sensibilizzazione dell’opinione pubblica e delle istituzioni, era insomma, quel che si dice, un’attivista, ma non faceva tutto questo per noia, per vantarsi o per sentirsi a posto con la coscienza, lo faceva perché ci credeva, lo sentiva dentro, fin nel profondo.

    Credeva nella possibilità di un mondo migliore e più giusto.

    Prestava anche servizio di volontariato nei “Night Angels”, un’associazione che si occupava dei disperati che riempivano le strade nei gelidi inverni newyorkesi. Era allora che Jack, per la prima volta, aveva sentito parlare degli...

    ...altri.

    Era Rachel che gliene aveva parlato, prima con diffidenza, limitandosi a chiudere il discorso quando le sue domande si facevano più insistenti, poi, dopo numerose insistenze, gli aveva raccontato delle strane sensazioni che provava quando era in giro di notte, con gli Angels. Strane sensazioni, la vista di ombre fugaci nella notte, voci sussurrate come fossero portate dal vento, le sembrava quasi di essere osservata dagli occhi d’invisibili presenze, gli altri, li aveva chiamati lei.



    Jack proseguì fino alla Madison Avenue e girò a destra, poco più avanti c'era un piccolo caffè dove si fermava spesso. S’infilò dentro, sorrise alla cameriera che non lo degnò di uno sguardo, e si sedette nel tavolo all’angolo, vicino alla vetrina che dava sulla strada. Il locale era praticamente deserto, quel tempo da lupi aveva scoraggiato anche i più temerari all’uscita serale. C’erano solo due poliziotti seduti al tavolo in fondo, probabilmente in pausa per qualcosa di caldo che permettesse al sangue di ricominciare a circolare dopo gli interminabili giri di ronda nell’auto di pattuglia e una coppia che sedeva al tavolo accanto al suo, probabilmente troppo innamorata per accorgersi del resto del mondo e del freddo pungente.
    Gli piaceva quel locale, non era uno di quei luoghi chiassosi dove è necessario urlare per farsi sentire tanto è alto il volume della musica e nemmeno uno di quelli troppo conosciuti dove era necessario fare la fila per entrare... inoltre servivano una torta di mirtilli divina che Rachel adorava. Aveva perso il conto di quante volte era stato lì con lei, era il loro posto preferito ed anche il tavolo dove Jack sedeva ora era il loro tavolo. Di solito la andava a prendere al parco, dopo il turno di volontariato, e passeggiavano con calma fin li. Quanti caffè, quante fette di torta, quante chiacchiere... quante risate...


    Già, gli altri... inizialmente Jack aveva pensato che Rachel si riferisse ad altri disperati esseri della notte, troppo spaventati dalla vita per mostrarsi o talmente abituati a nascondersi al mondo tanto da essere riusciti a mimetizzarsi con la città stessa.
    Rachel però non si riferiva a loro, i suoi altri, disse una sera seduti proprio a quel tavolo di quello stesso locale, non erano reali, o meglio lei non credeva lo fossero... perlomeno secondo la normale concezione del termine reale. No, lei era giunta alla conclusione che quegli... altri erano anime disperate, disperse. Anime che, per qualche recondito motivo, non erano riuscite o non volevano passare oltre. Com’era giunta a questa conclusione Jack non sapeva dirlo, ma Rachel aveva sempre avuto una particolare predisposizione per il soprannaturale ed il mistero e non era la prima volta che accennava ad eventi che non propriamente potevano essere spiegati logicamente.
    Aggiunse inoltre che quelle sensazioni, quelle percezioni, le giungevano solo di notte come se la luce del giorno offuscasse la loro presenza.
Jack aveva riso a questa spiegazione, risata che gli era valsa una notte sul divano. Rachel si era arrabbiata, anzi, infuriata era il termine più adatto.
    Non l’aveva mai vista così...

    E non aveva nemmeno mai fatto in tempo a scusarsi...



    Fuori aveva ripreso a nevicare, il barbone di prima passò davanti al locale e guardò dentro, i loro occhi, per un attimo, parvero incrociarsi, ma il suo sguardo passò oltre; l’occhiataccia della cameriera lo fece desistere dall’entrare a chiedere qualche spicciolo o un caffè caldo e proseguì per la sua strada, fantasma in una città addormentata.
    Se Rachel fosse stata li sarebbe uscita ed avrebbe invitato il barbone a sedersi con loro, gli avrebbe offerto una tazza di caffè ed una fetta di torta e lo avrebbe invitato in uno dei loro ricoveri notturni.
    Rachel era fatta così... e lui l’aveva amata anche per questo... la amava ancora... dopo due anni... tanto era passato da allora.


    Il giorno dopo la discussione sugli altri erano stati invitati a cena da una loro coppia di amici, New York non è la città più adatta per girare in auto, Jack e Rachel di solito si muovevano in metrò o in taxi o, se le distanze ed il tempo lo permettevano, a piedi. Decisero di incontrarsi alla 96° St. Station della metro, proprio davanti a Central Park, dopo il lavoro, e di recarsi dai loro amici passeggiando, era una serata particolarmente mite e la distanza era breve per due che come loro amavano camminare. Fra loro non si era ancora sciolto il gelo della sera precedente, Jack aveva intenzione di scusarsi, ma, come al solito, non trovava le parole adatte, continuarono così a camminare in silenzio. Rachel decise di tagliare per Central Park, Jack la seguì...

    ...due balordi in cerca di qualche spicciolo per la dose quotidiana, una parola di troppo, un gesto male interpretato e la morte aveva spezzato la loro felicità...

    Era da allora che erano iniziati gli incubi.

    Ma chiamarli incubi era riduttivo.



    Il locale iniziava a svuotarsi, l’ora di cena era finita da un pezzo, scivolata su Jack così come i suoi ricordi. I poliziotti erano già tornati da tempo al loro lavoro, la coppia d’innamorati si stava alzando proprio in quel momento, continuando ad ignorare il resto del mondo. Jack si ritrovò a fissare l’annoiata espressione della cameriera che, appoggiata al bancone, scriveva qualcosa sul taccuino delle ordinazioni.
    Poesie? Pensieri? Chissà cosa passava per la testa di quella giovane donna, magari, pensò Jack, era solo la lista della spesa.


    Erano iniziati come sogni, vaghe reminiscenze di un sonno profondo, fosche visioni notturne, alle quali, inizialmente, non aveva dato molto peso. Era ovvio, si diceva, dopo quello che è successo, fare sogni del genere.

    Poi le cose erano peggiorate, inizialmente erano solo sensazioni, poi erano iniziate le allucinazioni.

    La vedeva, vedeva ancora Rachel...



    Uscì dal locale e si avviò nuovamente verso il parco, il traffico era sempre più scarso, la nevicata aveva nuovamente ripreso ad imbiancare le strade e si faceva sempre più fitta rendendo scarsa la visibilità. Anche i barboni, che di solito si vedevano rovistare i cassonetti sparsi per la città, erano ormai rintanati sotto i loro ponti nascosti sotto cartoni unti e logori.


    La prima volta era stata la visione di un attimo, aveva fortemente dubitato delle sue facoltà mentali, si diceva che era solo frutto della sua fantasia o di un’incredibile somiglianza, poi, qualche tempo più tardi, l’aveva rivista nelle vesti di volontaria con i “Night Angels”, proprio in Central Park.

    Troppo per essere una coincidenza.

    Aveva notato da lontano un piccolo assembramento, proprio ai bordi del parco. Tre persone intorno ad una quarta stesa a terra, probabilmente un barbone, accanto a loro era fermo un furgone con l’inconfondibile stemma dell’associazione che lui conosceva così bene.
    Aveva avuto un tuffo al cuore notandolo, cuore che si era quasi fermato quando una di quelle tre persone si era voltata per salire sul furgone. Nonostante la distanza e la sua parte razionale gli dicesse che tutto questo era impossibile era lei, era certo fosse lei.
    L’emozione gli fece perdere l’attimo giusto e mentre muoveva i primi passi verso il gruppetto, il furgone partì. Corse gridando il suo nome a perdifiato e, attraverso il finestrino, la vide, vide Rachel girarsi con aria perplessa... poi il furgone girò l’angolo e si perse nella notte.
    Da allora, ogni notte, vagava per ore per le vie della città, preferendo la zona di Central Park.



    Appena giunto sulla 5th Avenue la vide... era dall’altra parte della strada, il solito giaccone con il solito logo degli Angels, la solita camminata elegante, anche in frangenti come quelli. Era lei, non potevano esserci dubbi, in quel momento dimenticò tutta la sua razionalità, non cercava spiegazioni logiche, voleva solo Rachel.
    Iniziò a correre verso di lei urlando il suo nome, Rachel si voltò stupita ma parve non vederlo, Jack non si accorse dell’auto che sopraggiungeva a forte velocità, fece appena in tempo a voltarsi e a rendersi conto che il guidatore non aveva nemmeno accennato ad una frenata, incrociò le braccia davanti al volto, in un ultimo disperato ed inutile tentativo di proteggersi, ed attese la fine.

    L’auto non lo scalfì nemmeno, semplicemente lo attraversò...

    ...nonostante la conoscesse già, la verità lo schiaffeggiò con violenza, sapeva che non sarebbe mai riuscito a ritrovare Rachel, lei era viva... lui... uno degli altri.






VOTATE!!!
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SirLancillotto
view post Posted on 12/12/2009, 10:24     +1   -1




Visto che devo uscire più tardi del previsto, dopo Giulia faccio outing anche io! :tl_denti1:

Ebbene si, questo tanto contestato racconto è il mio!
O è piaciuto tantissimo (tre 10 tre non sono una bazzecola!) ...o ha fatto schifo del tutto! Anche questo è un primato! :tl_denti1:


Ad ogni modo ringrazio tutti quelli che si sono presi la briga di leggerlo e votarlo!



Faccio una premessa, è vero, il finale (ma solo quello a mio parere visto che la prima stesura era identica in tutto tranne che per il finale che parlava, banalmente, di un barbone) assomiglia ad un film, ma assomiglia più al "Sesto Senso" così come detto da Franco e Bas che a "The Others", ma vi assicuro, mia grandissima pecca, che durante la scrittura i due film non mi sono mai venuti in mente, neppure per un istante, così come non sono venuti in mente alla mia compagna che ha letto il racconto in anteprima...

Sarà la vecchiaia che incombe! :tl_denti1:

Detto questo alcune domande ad alcuni lettori:

Primitivo Grazie per la tua critica, al di la del voto credo proprio tu sia l'esempio vivente di quel che abbiamo continuato a dire per tutto il concorso, non date solo voti, sprecate qualche parola per spiegare il perchè vi è o non vi è piaciuto!
Spero tutti prendano esempio da te.
Ho una domanda però, ho riletto il mio racconto basandomi sulle tue critiche, tutte corrette, in particolare sulla punteggiatura (e si che anche la mia compagna mi aveva consigliato di infilarci qualche : ; :lol: ma non mi andava di rimetterci mano), ma non capisco quale sia la parte sul cambio di soggetto all'interno della frase, puoi indicarmi i punti? Grazie.

RosaDiGerico Ehm, tu sei l'esempio opposto di Primitivo, quel che non chiamo critica ma stroncatura! :tl_denti1:
Una qualche motivazione in più sarebbe stata gradita, in particolar modo quando si danno voti bassi, tanto per capire meglio gli errori e/o pecche rilevate per poter migliorare.
Puoi darmi gentilmente qualche dettaglio in più? In particolare perchè non hai "aderito"?
...a parte che avrei dovuto ambientarlo a Castelpusterlengo! :tl_denti1:

Libre In effetti sul finale hai ragione, però mi era piaciuta quella frase così in sospeso. Ad ogni modo, durante il racconto, c'è un'indicazione (seppur minima) sul motivo del "non passaggio": il non aver potuto scusarsi con Rachel del litigio della sera prima della sua morte, anche se, ammetto, rimane un po labile ed in secondo piano, avrei dovuto svilupparla di più e meglio.

trilly1 Non ho ben capito cosa intendi per ambientazione e' troppo "costruita"..
Puoi spiegarmi meglio

Edited by SirLancillotto - 12/12/2009, 10:47
 
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view post Posted on 12/12/2009, 10:29     +1   -1
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Questo era il racconto più bello in assoluto! (Secondo il mio parere naturalmente)

Infatti avevo dato il massimo dei voti

Non avevo capito che l'avessi scritto tu. Complimenti Marco, davvero bello! :tl_applauso:
 
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SirLancillotto
view post Posted on 12/12/2009, 10:33     +1   -1




Grazie Giulia! Felice che tu lo abbia apprezzato! :tl_kiss:
 
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Primitivo
view post Posted on 12/12/2009, 11:48     +1   -1




CITAZIONE (SirLancillotto @ 12/12/2009, 10:24)
Primitivo Grazie per la tua critica, al di la del voto credo proprio tu sia l'esempio vivente di quel che abbiamo continuato a dire per tutto il concorso, non date solo voti, sprecate qualche parola per spiegare il perchè vi è o non vi è piaciuto!
Spero tutti prendano esempio da te.
Ho una domanda però, ho riletto il mio racconto basandomi sulle tue critiche, tutte corrette, in particolare sulla punteggiatura (e si che anche la mia compagna mi aveva consigliato di infilarci qualche : ; :lol: ma non mi andava di rimetterci mano), ma non capisco quale sia la parte sul cambio di soggetto all'interno della frase, puoi indicarmi i punti? Grazie.

Eeeh, e tu pensi che io, dopo tutto questo tempo, ancora mi ricordi qualcosa?
Non mi conosci, ma sopravvaluti le mie condizioni mentali!!!! :tl_roflt:

Scherzi a parte, vado, rileggo, e ti farò sapere a stretto giro!!!

Quanto ai giudizi, sono contento delle tue parole.
Temevo di avere esagerato, come faccio sempre, con la prolissità!
Nell'altro forum che frequento sono celebre per questo, e i miei post vengono sempre definiti "lenzuolini"! :)
 
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Primitivo
view post Posted on 12/12/2009, 12:19     +1   -1




CITAZIONE (SirLancillotto @ 12/12/2009, 10:24)
Ho una domanda però, ho riletto il mio racconto basandomi sulle tue critiche, tutte corrette, in particolare sulla punteggiatura (e si che anche la mia compagna mi aveva consigliato di infilarci qualche : ; :lol: ma non mi andava di rimetterci mano), ma non capisco quale sia la parte sul cambio di soggetto all'interno della frase, puoi indicarmi i punti? Grazie.

Premessa.
Per il modo in cui ho scritto il tuo giudizio merito non 1, ma -5!!!
E’ scritto malissimo!!! Quello che volevo dire lo spiego meglio riportando gli esempi.

Fuori aveva ripreso a nevicare, il barbone di prima passò davanti al locale e guardò dentro, i loro occhi, per un attimo, parvero incrociarsi, ma il suo sguardo passò oltre

Il “problema” (se così lo vogliamo chiamare, visto che a notarlo sono solo io) sta sempre, direi, nella punteggiatura.
Quel “i loro occhi” sta messo un po’ male. I loro di chi, visto che parli del barbone? Certo, quelli del barbone e quelli del protagonista; ma se dopo “dentro” ci fosse un punto e virgola la cosa sarebbe più scorrevole. Anzi, ancora meglio forse ci stava il trattino, visto che poi, nella proposizione finale, il “soggetto” torna ad essere il barbone.
“Fuori aveva ripreso a nevicare, il barbone di prima passò davanti al locale e guardò dentro - i loro occhi, per un attimo, parvero incrociarsi - ma il suo sguardo passò oltre”


Quanti ne aveva visti Jack nelle sue interminabili passeggiate notturne, quanti altri personaggi aveva incontrato, solitari agli angoli delle strade che passavano bustine e prendevano soldi, sdraiati o semisvenuti nel parco dopo una dose troppo forte, appoggiate ad un lampione a vendere mezz'ora di felicità a qualche obeso personaggio di mezza età che arrivava con la sciarpa tirata fin sopra il naso nella speranza di non farsi riconoscere.

Qui c’è quell’ “appoggiate” che non è retto da nessuno. Come detto prima, mi sono espresso malissimo: non si tratta di un cambio di soggetto ma di genere. E’ un elenco di tipi di personaggi. Ora o “personaggi” è il soggetto che regge tutte le altre voci dell’elenco (“solitari”, “sdraiati”, “appoggiate”), ma allora c’è un cambio di genere per quell’ “appoggiate”, oppure i tre aggettivi devono sostantivarsi, ma se è possibile per “solitari” lo è meno per “sdraiati” e ancora meno per “appoggiate”, che comunque cambia sempre il genere ed è un po’ forzato.
Sì sì, lo so, “stamo a fa le purci”, come si dice a Roma. Però quando nella lettura sono arrivato ad “appoggiate” mi sono fermato pensando di aver perso il filo.


Non avevano avuto figli, Rachel non poteva, quello era stato forse l’unico rimpianto della loro vita e l’unico periodo di crisi

Molto molto marginale. "Non avevano avuto figli [...], quello era stato forse [...] l’unico periodo di crisi."
O “l’unico motivo”, o “il motivo dell’unico periodo”... vabbè, me la pianto!!!!!

Il giudizio era buono, dopotutto, era ovvio che i problemi fossero davvero di pochissimo conto!!!! :)
 
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view post Posted on 12/12/2009, 15:44     +1   -1
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A parte l'ambientazione esotica, Sir, il tuo lavoro mi è piaciuto.
Forse il mio giudizio positivo è un po' aiutato dal fatto di non conoscere i films citati, quindi non posso giudicare se vi sia stato "plagio" o meno... e, quand'anche vi fosse stato, ti stimo troppo per ritenerlo volontario. :tl_ciao:
 
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RosadiGerico
view post Posted on 12/12/2009, 15:49     +1   -1




Io che credevo di aver date dei bei voti!!!!!

Vedi, dare un giudizio sulla storia è un po' fallace, in quanto il lettore vorrebbe leggere "la sua storia" fatta da "lui", per questo non ho aderito alla tua storia come neanche a quelle degli altri. Non sono stata generosa con nessuno....... a causa dell'ambientazione (tutti in America...).

Se ti ho ferito mi dispiace.
 
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SirLancillotto
view post Posted on 12/12/2009, 17:28     +1   -1




Premetto che vengo da una mangiata (e bevuta) pantagruelica con i colleghi, quindi potrei scrivere qualche ca..ata!

CITAZIONE (Primitivo @ 12/12/2009, 12:19)
Fuori aveva ripreso a nevicare, il barbone di prima passò davanti al locale e guardò dentro, i loro occhi, per un attimo, parvero incrociarsi, ma il suo sguardo passò oltre

Il “problema” (se così lo vogliamo chiamare, visto che a notarlo sono solo io) sta sempre, direi, nella punteggiatura.
Quel “i loro occhi” sta messo un po’ male. I loro di chi, visto che parli del barbone? Certo, quelli del barbone e quelli del protagonista; ma se dopo “dentro” ci fosse un punto e virgola la cosa sarebbe più scorrevole. Anzi, ancora meglio forse ci stava il trattino, visto che poi, nella proposizione finale, il “soggetto” torna ad essere il barbone.
“Fuori aveva ripreso a nevicare, il barbone di prima passò davanti al locale e guardò dentro - i loro occhi, per un attimo, parvero incrociarsi - ma il suo sguardo passò oltre”

Hai perfettamente ragione, non sai quante volte ho riscritto quel periodo, ma gira che ti rigira risultava sempre che gli sguardi del barbone e di Jack si incrociavano, il che, al fine della storia, non era plausibile, oppure non si incrociavano affatto.
Non ero molto soddisfatto di quel periodo, ma non ho trovato di meglio!

CITAZIONE
Quanti ne aveva visti Jack nelle sue interminabili passeggiate notturne, quanti altri personaggi aveva incontrato, solitari agli angoli delle strade che passavano bustine e prendevano soldi, sdraiati o semisvenuti nel parco dopo una dose troppo forte, appoggiate ad un lampione a vendere mezz'ora di felicità a qualche obeso personaggio di mezza età che arrivava con la sciarpa tirata fin sopra il naso nella speranza di non farsi riconoscere.

Qui c’è quell’ “appoggiate” che non è retto da nessuno. Come detto prima, mi sono espresso malissimo: non si tratta di un cambio di soggetto ma di genere. E’ un elenco di tipi di personaggi. Ora o “personaggi” è il soggetto che regge tutte le altre voci dell’elenco (“solitari”, “sdraiati”, “appoggiate”), ma allora c’è un cambio di genere per quell’ “appoggiate”, oppure i tre aggettivi devono sostantivarsi, ma se è possibile per “solitari” lo è meno per “sdraiati” e ancora meno per “appoggiate”, che comunque cambia sempre il genere ed è un po’ forzato.
Sì sì, lo so, “stamo a fa le purci”, come si dice a Roma. Però quando nella lettura sono arrivato ad “appoggiate” mi sono fermato pensando di aver perso il filo.

No, no, hai ragione, facciamo pure le pulci!
Rileggendolo ora non posso che concordare con te, ma si sa, chi scrive non sempre riesce a vedere gli errori, spesso si conoscono talmente a memoria le frasi che non le si rilegge nemmeno, ma le si "immagina".


CITAZIONE
Il giudizio era buono, dopotutto, era ovvio che i problemi fossero davvero di pochissimo conto!!!! :)

Meglio sempre stanare i piccoli problemi, tante volte sono le piccole cose che fanno la differenza.

Grazie ancora!

CITAZIONE (RosadiGerico @ 12/12/2009, 15:49)
Io che credevo di aver date dei bei voti!!!!!

Vedi, dare un giudizio sulla storia è un po' fallace, in quanto il lettore vorrebbe leggere "la sua storia" fatta da "lui", per questo non ho aderito alla tua storia come neanche a quelle degli altri. Non sono stata generosa con nessuno....... a causa dell'ambientazione (tutti in America...).

Se ti ho ferito mi dispiace.

Ferito???
Assoutamente no! Ci mancherebbe altro.
Questo è un "gioco" tutto sommato, se pubblico i miei racconti mi sottopongo ai giudizi degli altri buoni o cattivi che siano.
Il mio appunto era solo per capire meglio il perchè il mio racconto non ti ha colpito.
E' ovvio che i gusti rimangono gusti e li c'è poco da fare, però magari potevano esserci delle piccole (o grandi cose) che magari potevano essere migliorate per rendere più "appetibile" il racconto.

Nessuna ferita davvero!

P.S. Ma che t'ha fatto l'America? :tl_denti1:
 
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RosadiGerico
view post Posted on 12/12/2009, 17:49     +1   -1




Ma che t'ha fatto l'America??????

Niente!!!! Appunto per quello :tl_denti1: , Posso fare un piccolo rimprovero a tutti...i racconti avevano il sapore, l'odore dei romanzi americani, come se fosse il non plus ultra dell'esotismo essere ambientati in quel luogo e per questo non sembrano originali, spontanei.
Il mio paradosso è che desidero un racconto, una favola ,un'evasione pero' voglio che sia verosimile.......mi devo mettere d'accordo con me stessa.


Sir, sono consapevole che sono molto severa nei miei giudizi.


 
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SirLancillotto
view post Posted on 12/12/2009, 17:54     +1   -1




CITAZIONE (RosadiGerico @ 12/12/2009, 17:49)
Il mio paradosso è che desidero un racconto, una favola ,un'evasione pero' voglio che sia verosimile.......mi devo mettere d'accordo con me stessa.

Ti accontenti di poco! :tl_denti1:

CITAZIONE (RosadiGerico @ 12/12/2009, 17:49)
Sir, sono consapevole che sono molto severa nei miei giudizi.

Se i giudizi sono motivati vanno bene anche quelli serveri, almeno per quel che mi riguarda!
 
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view post Posted on 13/12/2009, 12:12     +1   -1
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Ci avevo visto giusto che somigliava al sesto senso !.
Complimenti comunque, mi è piaciuto abbastanza.
:tl_applauso:
 
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sVanna
view post Posted on 13/12/2009, 13:10     +1   -1




CITAZIONE (SirLancillotto @ 12/12/2009, 10:24)
Visto che devo uscire più tardi del previsto, dopo Giulia faccio outing anche io! :tl_denti1:

Ebbene si, questo tanto contestato racconto è il mio!
O è piaciuto tantissimo (tre 10 tre non sono una bazzecola!) ...o ha fatto schifo del tutto! Anche questo è un primato! :tl_denti1:


Ad ogni modo ringrazio tutti quelli che si sono presi la briga di leggerlo e votarlo!



Faccio una premessa, è vero, il finale (ma solo quello a mio parere visto che la prima stesura era identica in tutto tranne che per il finale che parlava, banalmente, di un barbone) assomiglia ad un film, ma assomiglia più al "Sesto Senso" così come detto da Franco e Bas che a "The Others", ma vi assicuro, mia grandissima pecca, che durante la scrittura i due film non mi sono mai venuti in mente, neppure per un istante, così come non sono venuti in mente alla mia compagna che ha letto il racconto in anteprima...

Sarà la vecchiaia che incombe! :tl_denti1:

Detto questo alcune domande ad alcuni lettori:

Primitivo Grazie per la tua critica, al di la del voto credo proprio tu sia l'esempio vivente di quel che abbiamo continuato a dire per tutto il concorso, non date solo voti, sprecate qualche parola per spiegare il perchè vi è o non vi è piaciuto!
Spero tutti prendano esempio da te.
Ho una domanda però, ho riletto il mio racconto basandomi sulle tue critiche, tutte corrette, in particolare sulla punteggiatura (e si che anche la mia compagna mi aveva consigliato di infilarci qualche : ; :lol: ma non mi andava di rimetterci mano), ma non capisco quale sia la parte sul cambio di soggetto all'interno della frase, puoi indicarmi i punti? Grazie.

RosaDiGerico Ehm, tu sei l'esempio opposto di Primitivo, quel che non chiamo critica ma stroncatura! :tl_denti1:
Una qualche motivazione in più sarebbe stata gradita, in particolar modo quando si danno voti bassi, tanto per capire meglio gli errori e/o pecche rilevate per poter migliorare.
Puoi darmi gentilmente qualche dettaglio in più? In particolare perchè non hai "aderito"?
...a parte che avrei dovuto ambientarlo a Castelpusterlengo! :tl_denti1:

Libre In effetti sul finale hai ragione, però mi era piaciuta quella frase così in sospeso. Ad ogni modo, durante il racconto, c'è un'indicazione (seppur minima) sul motivo del "non passaggio": il non aver potuto scusarsi con Rachel del litigio della sera prima della sua morte, anche se, ammetto, rimane un po labile ed in secondo piano, avrei dovuto svilupparla di più e meglio.

trilly1 Non ho ben capito cosa intendi per ambientazione e' troppo "costruita"..
Puoi spiegarmi meglio

 
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_basura_
view post Posted on 13/12/2009, 15:53     +1   -1




Sir, ancora complimenti per il racconto, davvero. Piaciuto moltissimo
 
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SirLancillotto
view post Posted on 13/12/2009, 16:57     +1   -1




Ancora grazie ad Ode, Bas... e sVanna... anche se non ho capito cosa voleva dire! :tl_denti1:
 
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17 replies since 5/12/2009, 08:39   1023 views
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