Tema Libero

RACCONTO: Le sorprese dell'amore, Codice: 580***

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Team Tema Libero
view post Posted on 1/10/2010, 10:16     +1   -1




Le sorprese dell'amore



E' già mattina, Piero si è alzato ed è uscito per fare jogging, ma Elena non ha ancora voglia di lasciare il letto e si abbandona a un rilassante dormiveglia.
Sì, è accaduto: finalmente ha trovato il coraggio di confessargli che lo ama come nessun altro, si è arresa a quel sentimento dopo aver combattuto duramente per negarlo e allontanarlo da sé.
E' stata ripagata da una notte di tenerezze e sesso dolcissimo come mai aveva vissuto prima; restare a letto è un modo per prolungare quelle ore felici e ripensare a cos'è stata la sua vita fino a oggi.
Elena è una donna forte, libera, consapevole di quanto vale, che non ha mai voluto credere all'amore né, tantomeno, cedere a esso.
I suoi genitori erano stati freddi e rigidi, incapaci di darle vero affetto, d' insegnarle cosa fossero il sentimento o la tenerezza.
Né l'avevano aiutata le amiche, sempre pronte a lasciarsi devastare anima e corpo da uomini banali o egoisti, se non violenti. Inutile cercare di far aprire loro gli occhi e aiutarle a ragionare: prima le gridavano “che vuoi saperne, tu, dell'amore?”; poi finivano regolarmente per piangere sulla sua spalla giurando che mai più ci sarebbero ricadute... fino alla storia seguente.
Ridursi così? No, grazie: a Elena bastava un invito a cena, due chiacchiere e un po' di sesso; il resto era qualcosa di cui poteva fare a meno.
Non le importava di essere ancora single a 35 anni: i successi nel lavoro e tanti altri interessi bastavano a riempirle la vita.
Ma è arrivato Piero e l'ha cambiata, ha conquistata la sua fiducia vincendo dolcemente ogni resistenza; per mesi Elena si è fatta scudo delle sue paure e della sua razionalità, ma ora è felice di aver ceduto.
Un'onda di tenerezza l'assale e lei vi si abbandona con una gioia che toglie il fiato... deve gustarla tutta, goderne ogni attimo perché sa che essersi innamorata le costerà molto, troppo caro.

Qualcuno suona alla porta: una scampanellata lunga e imperiosa che la fa sobbalzare.
Elena sa che non è Piero, va ad aprire e si trova davanti un uomo di mezza età, barbuto e dal fisico imponente; indossa un abito nero e, sulla camicia scura, spicca una vistosa cravatta rossa.
Lui sorride e le dice: “Ciao, Elena: mi aspettavi, vero?”
“Sì, ma speravo non arrivassi così presto.”
Si chiama Fabius: Elena l'ha conosciuto quand'era poco più che una ragazzina e stava soffrendo per la prima delusione d'amore.
Niente di speciale, a ripensarci col senno di poi; ma l'accaduto le era apparso, in quel momento, una ferita tanto insanabile da farle gridare “Non voglio innamorarmi mai più, piuttosto mi vendo l'anima al diavolo!!!”. Una frase esagerata, come se ne dicono tante.
Ma Fabius l'aveva sentita, si era presentato rivelandole subito chi era e proponendole qualcosa di magnifico e terribile: un patto che assicurava salute, successo e bellezza a condizione che lei non s'innamorasse per tutta la vita. Se l'avesse fatto, avrebbe perso tutto, anima compresa.
A Elena la rinuncia all'amore era sembrata un prezzo ridicolo di fronte ai vantaggi che ne avrebbe tratto e aveva accettato con entusiasmo, firmando col sangue un impegno che non si poteva infrangere.
Per tutti questi anni lo ha rispettato senza fatica ottenendo una carriera brillante, un corpo sano e un aspetto attraente. Il timore di perdere ciò è stato un formidabile deterrente contro qualsiasi cedimento... ma all'amore di Piero non ha resistito e Fabius è venuto, puntuale, per portarla via.

“Non puoi darmi ancora un po' di tempo?” gli chiede Elena
“Sai bene che non è possibile e, comunque, puoi sempre ricorrere alla clausola che conosci: se mi lasci prendere l'anima di Piero, salvi la tua.”
Lei lo guarda con rabbia: “Mi credi capace di tradirlo per togliermi dai guai?”
“Non saresti la prima. E mettendo Piero nelle mie mani, dimostreresti che non lo ami confermando la validità del patto... ma tu lo ami e sei pronta a sacrificarti, vero?”
“Sì... e anche se il mio amore è durato poco, ne è valsa la pena.”
“Bene: vogliamo andare?”
“Senti, Fabius... fammi almeno un favore. Vorrei sentire Piero per l'ultima volta: lasciami fare una telefonata.”
“Va bene, ma usa il vivavoce perché possa ascoltare anch'io e non dirgli cosa sta accadendo, altrimenti dovrò interrompere la comunicazione.”
Elena prende il telefonino e lo chiama.
“Pronto...”
“Ciao Piero, sono...
“Tony!.. Scusa, ma sto facendo jogging e ti sento molto male: qui c'è poco campo...”
“Ma, Piero, io non sono...”
“Aspetta, Tony. Prima ti devo dire una cosa: preparati a pagare la cena! Sono riuscito a portarmi a letto Elena Zinetti e me la sono scopata alla grande. Ormai è cotta di me e, se me la lavoro bene, la promozione è assicurata. E se anche dovesse fare storie, non ci penserò due volte a sputtanarla: ho sistemata una videocamera sopra l'armadio e ho ripreso tutto...”
Piero va avanti senza fermarsi raccontando dettagli piccanti sulla notte precedente e su cosa farà per “ammorbidire” ulteriormente Elena. Lei lo ascolta sempre più pallida e stupita, finché decide di averne abbastanza e urla:
“Piero, mi senti?...”
“Eh?... ma... ma chi parla?...Elena, amore!... ehi, guarda che scherzavo... sapevo che eri tu... cioè... non penserai che io... insomma...”
“Lo vuoi proprio sapere cosa penso? Che sei un...”
Elena, come un vulcano in eruzione, rovescia su Piero una raffica d'insulti roventi e irriferibili su di lui e l'intero genere maschile.
Non c'è animale o materia immonda a cui non venga paragonato, non sembra esserci pena o tortura che possa evitare se dovesse cadere nelle sue grinfie. Piero, travolto da quella fiumana, balbetta scuse sempre più deboli.
La metamorfosi di Elena è tale che anche Fabius, stenta a riconoscere in quella belva urlante la donna che, fino a pochi minuti prima, era tanto innamorata da accettare il sacrificio.
La sfuriata dura finché Elena, quasi senza fiato, manda a Piero l'ultima stoccata: “Vuoi la promozione? Te la do subito e ti concedo pure il trasferimento in un'altra sede: a casa del diavolo!”
Chiude la comunicazione, guarda Fabius e lui fa segno di aver capito: saluta ed esce alla ricerca di Piero.

Elena è salva, ma si sente devastata, svuotata e molto stupida.
Si è lasciata quasi fregare da un mascalzone cretino, ha rischiato di perdere tutto e rovinarsi l'eternità per aver abbassata la guardia, per essersi abbandonata all'amore pur sapendo che non esiste.
Vorrebbe piangere, sfogare la sua rabbia e fracassare tutto quello che le sta attorno; ma lei è una donna forte che sa controllarsi, decidere e agire.
Non ha più nulla da fare lì, raduna in fretta le sue cose, si riveste, trova la videocamera e ne prende la cassetta.
Va al bagno per sistemarsi un po' e nello specchio si vede completamente diversa da prima: sul suo volto, ora, c'è un'espressione perfida e ghignante.
Non è più la donna tenera e innamorata, ma una femme fatale dall'aria inquietante e luciferina. Elena rimane a guardarsi per un po' e questa nuova immagine non le spiace affatto... anzi, ha un certo fascino!
Le torna in mente Piero che, ormai, è in qualche angolo d'inferno a pagare la sua faccia tosta: all'idea di una così stupenda vendetta, si lascia andare a una lunga, inarrestabile, fragorosa risata...

Qualcuno le sussurra: “Elena, cos'hai?... Perché ridi così?”
Si sente sfiorare, apre gli occhi e vede Piero steso nel letto, al suo fianco.
Nel giro di qualche secondo si rende conto che è stato tutto un sogno... anzi, non tutto: è a casa di lui e hanno davvero trascorsa una notte splendida addormentandosi assieme.
Fabius, il patto, la telefonata sono tutte cose irreali create, forse, dalla sua paura di amare e di restare delusa.
“Niente, Piero: sognavo... Che ora è?”
“Sono quasi le nove: resta a letto, se ti va. Intanto preparo la colazione.”
Lui si alza e armeggia in cucina mentre Elena rimane in quel piacevole dormiveglia: le ombre del sogno si dileguano, i suoi sentimenti per Piero tornano a essere stupende certezze.
“Sto qui ancora un po' – pensa Elena – però, appena mi alzo, guardo se sopra l'armadio c'è una videocamera... hai visto mai?!”





VOTATE!!!
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Edited by Team Tema Libero - 1/10/2010, 15:04
 
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view post Posted on 15/10/2010, 21:34     +1   -1
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Bene, visto che il concorso è stato chiuso poche ore fa e la classifica è stata pubblicata, posso rivelare che questo racconto l'ho scritto io.
Ringrazio chi ha avuto la cortesia di leggermi, mi ha votato e mi ha espresso critiche o elogi... rinviando a domani le "giustificazioni" agli appunti che mi avete fatto.

A presto. :tl_ciao:
 
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view post Posted on 16/10/2010, 14:03     +1   -1
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Come promesso, vado ad affrontare le vostre cortesi e attente obiezioni.
Premetto che all'inizio, non intendevo proporre questo racconto: ne avevo scritto un altro che, forse, posterò in altra sede.
Avevo preparato Le sorprese dell'amore per un altro sito, un altro tema e un altro scopo; ma mi è parso ugualmente proponibile, sia pure con qualche leggera modifica.

Concordo sul fatto che il sogno è un tema molto sfruttato proprio perché consente di "ricamarci sopra" molte cose, anche piuttosto fantasiose se non improbabili.
D'altra parte, il tema Brusco Risveglio presupponeva (secondo me) il ricorso a un tema onirico e non avevo considerata l'ipotesi di altri risvegli.

Non l'ho scritto, Deljla, a più riprese anche se può sembrare così: semmai ho provato uscire dai binari di una storia "romantica" d'amore e sacrificio, facendola diventare "luciferina".
Inoltre, un finale troppo lieto, a mio parere, avrebbe un po' deluso: quindi ho voluto metterci un pizzico di ironico dubbio... all'insegna dell'hai visto mai?
Ho messo troppa carne al fuoco? Forse, ma mi piaceva l'idea del sogno "multiplo" tratto dal già citato Un lupo mannaro americano a Londra.

L'appunto tecnico di Sir è pertinente: ho trascurato il dettaglio del numero chiamante che si poteva/doveva leggere sul display del telefonino.
Potrei giustificarmi dicendo che Piero ha risposto senza guardarlo, perché aspettava quella telefonata da Tony ed era convinto fosse lui... ma questo è un punto del racconto che potrei modificare collocando Piero altrove e facendogli usare, magari, un telefono fisso.

Per il resto, grazie ancora una volta per la cortese attenzione e... alla prossima! :tl_ciao:
 
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Solitario*
view post Posted on 31/1/2011, 16:54     +1   -1




Complimenti Oderico.
Il racconto è molto bello. Non modificare miente.
In sogno è ammissibilissimo che chi risponde non guardi il display. :)
 
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view post Posted on 4/2/2011, 22:13     +1   -1
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Grazie.
 
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4 replies since 1/10/2010, 10:16   661 views
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