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| Io non sono d'accordo con l'assoluzione, pur senza entrare nei motivi giuridici che l'hanno determinata. Resta, secondo me, il fatto che quel giudice non ha ottemperato ai suoi doveri, che erano quelli di tenere udienza e pronunciare sentenze. Prima di intraprendere quella carriera avrà pur visto qualche aula giudiziaria e avrà notato la presenza del crocefisso. Se un qualsiasi impiegato o operaio si rifiutasse di lavorare perché nel suo ufficio ci sono dei quadri che lo disturbano, cosa succederebbe? Sicuramente verrebbe licenziato, con buona pace dell'art. 18.
Altro discorso è la liceità o meno del crocefisso in un ufficio pubblico: su questo sono d'accordo. Li leverei in nome della laicità dello Stato, ma questo non è e non deve essere considerato come un attacco a qualsiasi religiosità. Quella si manifesta nelle chiese, nelle moschee, nelle sinagoghe o nelle pagode. Almeno, questa è la mia opinione.
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