CITAZIONE (Insel @ 25/11/2012, 17:49)
CITAZIONE (Oderico @ 24/11/2012, 20:55)
.
Dunque, se non si crede all'intervento di una divinità o di un taumaturgo occorre trovare una spiegazione logica.
Ve ne propongo una: l'autosuggestione.
Discorso complesso: da non credente, non mi sento di giudicare chi spera nel miracolo, chi va in pellegrinaggio a Lourdes (anche se le più colorite bestemmie in francese le ho sentite pronunciare lì da un automobilista inviperito davanti alle fiamme che uscivano dal cofano della sua auto), chi si affida ad associazioni più o meno serie.
Ho un'amica affetta da L.E.S. (Lupus eritematoso sistemico) che dichiara di stare meglio, e apparentemente sembra proprio così, dopo aver smesso di prendere troppi farmaci, detro consiglio di un gruppo di meditazione che frequenta da un po' di tempo. C'è una spiegazione a questo? non so rispondere, come mi succede quando leggo che qualcuno è uscito da un lunghissimo coma dopo aver "ascoltato" la voce di qualche cantante o addirittura (lo lessi qualche anno fa) dell'ex premier.
Quello che invece mi indigna profondamente è che ci sia gente priva di scrupoli che specula sulla speranza e sulla fede dei malati, preti e laici che andrebbero rinchiusi in galera, dopo aver fatto loro restituire il maltolto.
Credere non è proibito, specie se non si pretende che lo facciano anche gli altri.
Se poi qualcuno "si sente meglio" nel credere non sarò certo io a impedirglielo; ma se è vero che ciò accade mi permetto di pensare che ci sia più "aiuto" da parte di sé stessi o di un qualche "persuasore esterno" che non dalla divinità... d'altra parte non si dice "aiutati, che il Ciel t'aiuta"?
Quanto alle persone uscite dal coma dopo aver ascoltato per ore musiche o voci di persone care, è cosa nota e riconosciuta anche dalla medicina ufficiale.
Funziona, però, con gradi di coma non troppo profondo e non causati da lesioni cerebrali gravi: le voci, che il malato "sente" pur non dando segni apparenti, lo stimolerebbero abbreviando il tempo dell'incoscienza... c'è stato il caso di un tale che, risvegliatosi dal suo stato, avrebbe invitato seccamente la parente che gli parlava a starsene un po' zitta!
Volendo, poi, proseguire nel discorso io credo che il "miracolo" esista ma non nelle forme che pensiamo o desideriamo per noi e i nostri cari.
Spesso non si guarisce, malgrado tutti i tentativi umani o soprannaturali; ma credo possa essere "miracoloso" il fatto che alcune persone finiscano non per "rassegnarsi", ma per "accettare" un destino a cui non possono sfuggire.
Possano andargli incontro serenamente, cercando di aiutare anche gli amici e i familiari in questo.
Si può credere o no in un "aldilà", ma concludere dignitosamente la propria esistenza dovrebbe essere un diritto di ognuno, così come il farsi ricordare con stima e piacere da chi si è conosciuto.
Il miglior ricordo che lasciamo di noi non sta in qualche fastosa lapide di un cimitero, ma in quello che abbiamo lasciato negli altri.
Quando me ne andrò, spero che gli amici si ricordino delle barzellette che raccontavo e continuino a riderci sopra: non credo che potrei pretendere di più...