Questa discussione vuol'essere un reset dei molti discorsi fatti su Grillo e il M5S, una ripartenza per esaminare con toni differenti una realtà ineludibile della nostra politica ma, nello stesso tempo, un enigma che non convince tutti e suscita perplessità.
Punterei, in questa discussione, a concentrarci sul Movimento riservando agli spazi già aperti le considerazioni su altri partiti ed esponenti politici.
Proviamo?
Mi permetto di ripartire da questo post:
#entry552067686La domanda "Grillo che ha fatto?" e le nove risposte date da Mauro, per quanto non ne condivida alcuni dettagli, mettono in evidenza la carica
innovativa di un Movimento nato "dal basso" attorno a un leader che è riuscito a catalizzare forze importanti e dall'impatto inaspettato.
Fino a pochi anni fa era impensabile creare un soggetto politico attraverso il Web e qualcuno l'ha ritenuto impossibile fino ad appena ieri, quindi siamo di fronte a qualcosa d'inedito, magari imperfetto ma di grande potenziale.
Oltre otto milioni di voti non s'inventano, anche se si possono ritenere una reazione (emotiva o meditata?) alla politica stantia e immobilista dei partiti tradizionali.
Dunque, tutto bene? No, ma era prevedibile.
"I grandi poteri portano grandi responsabilità", per dirla con Spiderman, e un grande successo crea anche grandi attese.
E più le attese sono grandi, più è facile deluderle specie se ognuno si aspetta una cosa diversa.
Ora, non essendo un "grilliano" (e nemmeno altre cose, del resto), non so cosa si aspettasse un elettore del M5S.
Da pragmatico, posso solo dire che mi aspettavo un approccio non molto diverso da quello citato da Mauro: impedire le "piccole intese" PD-PdL con un accordo politico "realistico" e molto chiaro col primo partito su poche questioni davvero urgenti: riforma elettorale, interventi sull'economia, taglio delle spese inutili.
Forse i "puri e duri" del PD e del M5S avrebbero avuto da ridire; forse la pretesa di un semplice appoggio esterno a un monocolore bersaniano poteva apparire più un
diktat che una proposta fatta a un potenziale alleato.
Posso riconoscere a Grillo e soci il merito delle coerenza, ma non si può tacere che il mancato compromesso ha "fatalmente" spinti i Dem nelle poco amorevoli braccia di Berlusconi e questo anche un bambino l'avrebbe previsto.
Nessuno può tacere i demeriti di Letta e Soci, la loro ripetizione della politica del "tira a campà" o dei "milleproroghe" che mescolano patate e arance.
Ma "doveva" per forza finire così?
O - qui torno alla carica - una "apertura" di Grillo in stile "patti chiari, amicizia lunga" avrebbe consigliato-aiutato-costretto il PD a scelte non rivoluzionarie, ma senz'altro diverse e più positive?
Siamo nel campo delle ipotesi, ma non della fantapolitica e continuo a ritenere che Grillo abbia commesso un errore politico le cui conseguenze ricadranno, purtroppo, sul Paese e potrebbero pesare sul Movimento ben più della cattiva propaganda dei soliti media.
Ma quel ch'è fatto, è fatto e, più che delle ipotesi su ciò che poteva essere, vedo più interessante chiedersi: come sarà il futuro, sia immediato che a più lungo termine, per il Movimento e la politica in generale?
Avrei molto altro da dire ma, dato che ho già scritto parecchio, mi fermo e vi lascio la parola... se vi va, ovviamente!