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Cosa vuoi fare da grande?

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view post Posted on 27/7/2016, 05:50     +1   +1   -1
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Noi troppo odiammo e sofferimmo: AMATE! La vita è bella e santo è l'avvenir (G.Carducci)

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Cosa vuoi fare da grande? È questa la domanda che tutti i bambini di questo mondo si sentono rivolgere, quando ancora non hanno capito niente, e non sanno nemmeno leggere e scrivere. È in effetti una bella pretesa che un bambino di quattro o cinque anni abbia le idee abbastanza chiare su quello che potrebbe diventare il suo futuro lavorativo, al massimo potrà chiedere un nuovo giocattolo. E anche su quello ci sarebbe da discutere: un bambino di solito cambia idea con la velocità della luce. Il camion dei pompieri, no, no voglio un cane. No preferisco un gattino come il mio amico, eccetera.
Io no: a quattro/cinque anni, più quattro che cinque sarà stato il 1940, avevo le idee chiarissime. Volevo fare il Padrone di Casa. Spieghiamo meglio: in quegli anni erano pochi quelli che possedevano la propria abitazione: si andava quasi sempre in affitto. Dove abitavamo noi a Milano (Via Parini) un signore, con grande lungimiranza aveva comperato l’intero stabile, direi 15/18 appartamenti e due o tre negozi. Ogni mese passava a incassare l’affitto, in contanti ovviamente, non si usava ancora l’incasso tramite banca o con assegni.
Io ero affascinato da quella figura che ogni tanto passava, suonava il campanello e tutti gli davano dei soldi, lo trattavano bene, gli offrivano il caffè o altro (quasi sempre rifiutato, e ci credo, ne avrebbe dovuti bere una ventina…). Perché a quell’uomo che secondo me non ti dava niente in cambio, tutti davano dei soldi, e non sembravano scontenti di averglieli dati? Doveva essere un magnifico lavoro!
E poi era temuto da tutti, chissà quali poteri aveva, visto che se facevo i capricci mi minacciavano: Se non la smetti lo dico al Padrone di Casa...
Sogni di un fanciullino…
 
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emmegi
view post Posted on 27/7/2016, 23:56     +1   -1




Daniele, posso dire che mi hai fatto provare tenerezza? Sono sulle tue orme senili ed anch'io mi riscopro spesso a pensare/rievocare i bei (?) tempi andati con una nitidezza che la medicina chiama "memoria remota" e che si attiva vieppiù con il passare degli anni, a scapito della "memoria recente". In pratica non ci si ricorda cosa si è mangiato ieri a pranzo ma ci si ricorda con dovizia di particolari episodi dell'età infantile.
Quelli che tu chiami "sogni di un fanciullino" erano tali allora ma rivivendoli adesso sono "placebo" - perchè realisticamente non sono cure effettive - contro la consapevolezza, e conseguente avvilimento, che il nostro tempo è stato ormai quasi interamente vissuto.
Certo c'è chi ha la fortuna di avere una famiglia, dei figli, dei nipoti ed attraverso loro "protrae" la sua esistenza terrena, però credo che tutti - ad una certa età - abbiano dei momenti solitari di malinconia ed allora il ripercorrere i periodi giovanili in cui il mondo ci appariva bello e nella mente frullavano mille illusioni sul futuro rende più accettabile il nostro stato attuale che ci è più "ingrato" perchè la vita ci ha aperto gli occhi e tolte le illusioni d'antan, anzichè per gli acciacchi fisici da cui nessuno - o quasi - è esente.
Direi, con un ossimoro, che la memoria antica è una dolce ma anche amara medicina.
Ed ora basta! Mi ero ripromesso di passare per gli auguri di Natale ma... :tl_denti1:
 
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view post Posted on 28/7/2016, 21:08     +1   -1
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Frugando nella mia memoria remota non riesco a ricordare cosa volessi fare da grande ai tempi delle elementari o delle medie.
Le mie idee erano vaghe, mi sarebbe piaciuto studiare e prendere quel "pezzo di carta" che, all'epoca, valeva ancora qualcosa. Ma non ho potuto né avevo una materia che mi piacesse al punto da volerla "abbracciare" e su cui costruire il mio futuro.
Per questo provo ammirazione per le persone che hanno una "vocazione", che si sentono "chiamate" fin dall'infanzia a un certo lavoro e si realizzano in esso.
Mia figlia, per esempio, mi stupisce per la passione che mette nei sui studi: non immaginavo avesse una "testa chimica", la vedevo più orientata verso l'infermieristica o le professioni mediche.
D'altra parte, l'averla vista altrettanto decisa e volitiva in altri campi (come lo sport) mi ha convinto che lei può raggiungere molti traguardi perché, diversamente da me, li ha già ben chiari in testa e tutto ciò che vuole lo ha sempre, testardamente raggiunto.
Dunque, la mia "missione" in questo momento della mia esistenza è darle il supporto che le serve con la speranza che sappia fare meglio di me. I suoi successi saranno un po' anche i miei.
 
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view post Posted on 31/7/2016, 16:56     +1   -1
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Non ricordo che qualcuno mi abbia fatto la famosa domanda e non posso neppure dire che fosse un problema di sesso perchè neanche ai miei fratelli veniva chiesto cosa volessero fare da grandi. Dopo le medie la strada che mi si apriva davanti era limitata, le possibilità di andare all'università a Cagliari o a Sassari (il Continente non era che un sogno), non c'erano nè per me e neppure per i miei fratelli per problemi economici. Quindi potevo solo scegliere le magistrali o ragioneria, avrei voluto fare la geometra ma a quel tempo c'era solo una ragazza iscritta in una classe di baldi giovani che era più maschiaccio lei di tutti gli altri messi insieme! Le magistrali non avevano una bella nomea, andavano solo le ragazze che volevano concludere gli studi un anno prima ed era frequentata soprattutto da giovani dei paesi limitrofi. Il campanilismo che brutta bestia, pensandoci con il senno di poi penso che sarei stata una brava maestra. Le materie letterarie erano le mie preferite ma alla fine mi sono appassionata anche alla ragioneria. Il mio lavoro mi piaceva e quando chiudevo un bilancio e tutto quadrava provavo soddisfazione.
I miei figli hanno fatti entrambi il liceo classico, la più grande avrebbe voluto fare veterinaria ma mio marito pensava, erroneamente, fosse un lavoro più adatto a un maschio. Se la immaginava in campagna a dover avere a che fare con pastori o allevatori! :tl_chiarapolly: Alla fine ha optato per ingegneria e ora svolge il suo lavoro con passione. L'altro mio figlio ha optato per l'informatica, ha fatto dei corsi e ora sta gestendo la sua attività con sacrificio e non certamente con lauti guadagni. Ma di questi tempi cosa pretendere? Se si riesce a sbarcare il lunario è già un successo.

Mi ha molto divertito il lavoro che avrebbe voluto fare Daniele! Come dargli torto? Passare a fine mese a riscuotere dei soldi ossequiato e temuto da tutti :)

Oderico di tua figlia ho un ottimo concetto! E' una ragazza intelligente, spiritosa e come dici tu decisa. Le auguro ogni bene.

Emmegi leggo un pò di amarezza in ciò che hai scritto. Su' con la vita e non leggere più le poesie del Leopardi ;)

Un caro saluto alla mia vecchia e confortevole casa
 
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view post Posted on 31/7/2016, 21:49     +1   -1
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Una mia vecchia amica, Giulia, ha fatto un percorso "inverso" rispetto al tuo: si era diplomata alle Magistrali ma, da tempo, lavora nell'amministrazione di una grande casa di riposo. La vita, spesso, ci porta su percorsi del tutto inaspettati.
Questa discussione mi ha fatto ripensare a una trasmissione radio di oltre trent'anni fa: parlando di lavoro, un tale disse che "molti dei ragazzi che oggi vanno a scuola faranno lavori che ancora NON esistono".
Aveva ragione: quanti di loro pensavano di fare gli informatici? Chi immaginava, all'epoca, la nascita di corsi di laurea in Ingegneria Meccatronica o Gestionale?
Allo stesso modo, abbiamo assistito alla rapida sparizione di tanti lavori e attività: che fine hanno fatto i noleggiatori di videocassette e DVD? Dove sono finiti i negozi di dischi? E gli orologiai, i venditori-riparatori di macchine da scrivere, le copisterie, i lattai, gli ambulanti?
Non so se non ci sia più la mezza stagione, di certo non c'è più quella "stabilità" che ti permetteva di entrare nel mondo del lavoro e restarci fino alla pensione esercitando sempre lo stesso mestiere; non importa se era quello del commesso, del tornitore o del gasista.
Oggi c'è una cosa nuova che qualcuno chiama "mobilità" o "dinamicità" ma che si sposa troppo spesso con "l'incertezza"... e chi è incerto non consuma né può fare progetti per il futuro.
 
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emmegi
view post Posted on 1/8/2016, 21:29     +1   -1




CITAZIONE (16giulia @ 31/7/2016, 17:56) 
Emmegi leggo un pò di amarezza in ciò che hai scritto. Su' con la vita e non leggere più le poesie del Leopardi ;)

Hai ragione! E' tempo che cominci a rileggere i Sepolcri del Foscolo... :tl_denti1:



P.S. Buone vacanze/lavoro da brava nonnina !
 
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view post Posted on 2/8/2016, 19:53     +1   -1
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CITAZIONE (emmegi @ 1/8/2016, 22:29) 
CITAZIONE (16giulia @ 31/7/2016, 17:56) 
Emmegi leggo un pò di amarezza in ciò che hai scritto. Su' con la vita e non leggere più le poesie del Leopardi ;)

Hai ragione! E' tempo che cominci a rileggere i Sepolcri del Foscolo... :tl_denti1:



P.S. Buone vacanze/lavoro da brava nonnina !

Appunto: limitati a leggerli dato che ad appuntamenti del genere è sempre bene arrivare in ritardo...
 
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view post Posted on 3/8/2016, 15:31     +1   -1
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CITAZIONE (emmegi @ 1/8/2016, 22:29) 
CITAZIONE (16giulia @ 31/7/2016, 17:56) 
Emmegi leggo un pò di amarezza in ciò che hai scritto. Su' con la vita e non leggere più le poesie del Leopardi ;)

Hai ragione! E' tempo che cominci a rileggere i Sepolcri del Foscolo... :tl_denti1:



P.S. Buone vacanze/lavoro da brava nonnina !

Nooooo ma che ti è successo? Sù con la vita.

P.S. Grazie! Il lavoro della nonna mi ha ringiovanita :tl_chic:

CITAZIONE (Oderico @ 31/7/2016, 22:49) 
Una mia vecchia amica, Giulia, ha fatto un percorso "inverso" rispetto al tuo: si era diplomata alle Magistrali ma, da tempo, lavora nell'amministrazione di una grande casa di riposo. La vita, spesso, ci porta su percorsi del tutto inaspettati.
Questa discussione mi ha fatto ripensare a una trasmissione radio di oltre trent'anni fa: parlando di lavoro, un tale disse che "molti dei ragazzi che oggi vanno a scuola faranno lavori che ancora NON esistono".
Aveva ragione: quanti di loro pensavano di fare gli informatici? Chi immaginava, all'epoca, la nascita di corsi di laurea in Ingegneria Meccatronica o Gestionale?
Allo stesso modo, abbiamo assistito alla rapida sparizione di tanti lavori e attività: che fine hanno fatto i noleggiatori di videocassette e DVD? Dove sono finiti i negozi di dischi? E gli orologiai, i venditori-riparatori di macchine da scrivere, le copisterie, i lattai, gli ambulanti?
Non so se non ci sia più la mezza stagione, di certo non c'è più quella "stabilità" che ti permetteva di entrare nel mondo del lavoro e restarci fino alla pensione esercitando sempre lo stesso mestiere; non importa se era quello del commesso, del tornitore o del gasista.
Oggi c'è una cosa nuova che qualcuno chiama "mobilità" o "dinamicità" ma che si sposa troppo spesso con "l'incertezza"... e chi è incerto non consuma né può fare progetti per il futuro.

Oderico hai perfettamente ragione. Molti "mestieri" si sono volatilizzati a causa della nuova tecnologia. Ricordo un bellissimo film con Renato Rascel, esperto calligrafo e nemico della macchina da scrivere che dovrà trasformarsi in esperto dattilografo per non perdere il posto di lavoro.
La stabilità è diventata pura utopia. Si vive per l'oggi perchè del diman non v'è certezza :)
 
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7 replies since 27/7/2016, 05:50   282 views
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