Anomalie di un viaggio
Già, sarebbe bastato pensarci un momento prima, magari consultare l'atlante automobilistico che si portava sempre dietro. Chissà perché poi portarselo sempre dietro se non lo consultava mai. Però non lo aveva fatto e adesso non capiva più dove diavolo era finito. Meno male che, almeno, aveva fatto il pieno pochi chilometri prima e non correva il rischio di rimanere a secco.
Un navigatore? Ecco, sì, avrebbe proprio dovuto comprare un navigatore, ma dove trovare un negozio in quella landa desolata, nella quale non si vedeva nemmeno un' anima viva alla quale chiedere uno straccio di informazione.
La strada (ma era poi veramente una strada?) diventava sempre meno bella; all'inizio era una vera strada, anche abbastanza trafficata ma scorrevole, poi era andata restringendosi, anche se il traffico era parallelamente diminuito, fino a scomparire del tutto.
Adesso poi era veramente stretta, sembrava più una mulattiera che una strada, anche se era asfaltata. Che strano, una mulattiera asfaltata? D'altronde non si poteva fare niente: non c'era da nessuna parte spazio sufficiente per girare la macchina ed era assurdo anche solo pensare di tornare a marcia indietro, con tutti quei precipizi di fianco. Precipizi? Eh, sì, proprio precipizi: strano non averli visti prima di imboccare quella strada maledetta. Sembrava quasi che prima non esistessero, o fossero nascosti e solo adesso si fossero resi visibili.
Avrebbe dato qualsiasi cosa per vedere una casa, un bar, un locale qualsiasi, una persona, ma non c'era niente. Assolutamente niente e la luce incominciava a calare. Strano anche questo: mancavano diverse ore al tramonto. Sembrava che nuvoloni scuri si stessero addensando in cielo, ci sarebbe mancata solo la pioggia.
Incominciava anche ad avere le mani intorpidite, colpa delle troppe ore passate al volante, pensò. Bisognerebbe fermarsi, fare due passi per sgranchire le gambe, magari prendere un caffè, andare al bagno? No, quello no, non ne sentiva assolutamente il bisogno. Però anche le gambe incominciava a non sentirle più.
C'era qualcosa in fondo alla strada, non si capiva bene cosa, ma qualcosa finalmente si vedeva. Poteva essere una porta? Molto lontana, quasi indistinguibile, però era già meglio di quel nulla che c'era prima. Strano però, più ci si avvicinava più quella cosa sembra indistinta, come se fosse calata della nebbia.
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Emorragia cerebrale, disse il medico. Un caso tipico, mentre guidava gli è scoppiato probabilmente un aneurisma in una arteria del cranio. Meno male che ha avuto la presenza di spirito di frenare e di accostare al marciapiedi, altrimenti avrebbe potuto investire e magari uccidere anche altre persone. Chissà come ha vissuto gli ultimi secondi, non è morto sul colpo, almeno un minuto o forse due sarà durata la sua agonia.
E non era neanche vecchio, direi intorno ai cinquant'anni. Del resto basta vedere i documenti, sì era nato nel 1961. No, non mi sembra il caso di fare un'autopsia, la causa è molto chiara, l'ho già detto: è stato chiaramente un aneurisma, di solito la morte non è immediata ma lascia un paio di minuti, nei quali si hanno delle allucinazioni. Chissà cosa avrà visto questo poveraccio.
Visto che il Giudice ha già dato il nulla osta portatelo all'obitorio e qualcuno cerchi di avvertire la famiglia, ci sono i documenti lì nel portafoglio, l'ho appoggiato vicino al corpo.
Avete già chiamato il carro attrezzi per spostare la macchina? Sì? Bene, allora se c'è un ristorante decente qua intorno io vado a mangiare un boccone: sapete indicarmene uno?
VOTATE!!!