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[Premio Papazilla Nr 5] La verità è un hobby, di Oderico

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Team Tema Libero
view post Posted on 10/5/2010, 17:19     +1   -1




La verità è un hobby




Al telefonino di Alex, detto Lucido, era arrivato un SMS: “Posso riceverla domani ore 18.00: prego confermare. Pietro Canneti.”
Alex, all’inizio, pensava che quel messaggio gli fosse giunto per errore; poi si era ricordato che di quel Canneti gliene aveva parlato il suo ex-collega Nino, detto Marmotta, circa un mese prima.
“Devi andare da lui, Lucido: è straordinario! Non è il solito ciarlatano, quello sa davvero leggere nel futuro e dirti cosa succederà.”
“Ma va!? E che ti avrebbe detto 'sto Canneti?”
“Un sacco di cose vere, tanto vere che mi hanno fatto paura.”
“Ma se è così bravo, perché non ne ho mai sentito parlare?”
“Perché non si fa pubblicità e lavora col passaparola. Me lo ha fatto conoscere un vicino di casa che ha evitato un sacco di guai, grazie a lui.”
“E dove lavora?”
“Non ha uno studio, si può contattarlo solo col cellulare. Ti do il suo numero, gli mandi un messaggio con la parola consulto e ti richiama lui. Fallo, Lucido: non te ne pentirai.”
Marmotta era sempre stato scettico in fatto di oroscopi o maghi e questo aveva convinto Lucido a mandare un SMS finendo, però, per dimenticarsene. D'altronde, in quel mese aveva avuto parecchio da fare.
Per cominciare, la settimana dopo Marmotta era sparito da un giorno all'altro senza lasciare detto nulla e aveva dovuto sostituirlo continuando, però, a badare alle sue solite faccende.
Poi c'era stato “l'addestramento” di Nico, il nuovo arrivato destinato a rimpiazzare il fuggiasco.
Infine aveva incontrato Amedeo, un personaggio importante che gli aveva proposto di lavorare per lui offrendogli più soldi e vantaggi, ma voleva una risposta entro pochi giorni.
Quel messaggio arrivava al momento giusto: se era vero ciò che gli aveva detto Nino, Canneti poteva aiutarlo a decidere.
Accettato l'appuntamento, ad Alex era giunto un altro SMS con un indirizzo e l'invito a essere puntuale.
Il luogo dell’incontro era un ufficio anonimo, di quelli che si affittano per brevi periodi o solo per poche ore.
Nemmeno il Canneti appariva un granché: statura mediocre, magro, calvo, con una macchia rossiccia sotto l'occhio destro e vestito in maniera banale.
Aveva fatto accomodare Lucido su una poltrona e gli si era seduto davanti, chiedendogli.
“Chi le ha parlato di me?”
“Un collega, Nino Angeloni.”
“Cosa le ha detto?”
“Che lei sa leggere il futuro e io vorrei sapere se devo prendere o no una decisione di lavoro.”
“Bene, mi permette di iniziare dal suo passato?”
“E perché?”
“Perché il passato aiuta a capire come sarà il futuro e mi serve a dimostrarle che non le racconto storie.”
“Va bene: che mi dice?”
“Lei si chiama Alessandro Mazzanti e ha 26 anni. Suo padre era meccanico, sua madre lavorava a domicilio come sarta e ha un fratello maggiore di nome Paolo che vive in un’altra città. La chiamano Lucido perché tiene a posto i capelli col gel da quand'era ragazzino.”
Alex aveva fatto un sorrisino scettico.
“Tutto qui? Queste cose potrebbe avergliele dette Nino o qualcun'altro…”
“Mi lasci continuare. Lei ha avuto un’infanzia normale e tranquilla, a parte un fatto sgradevole che capitò quando aveva 9 anni: un vicino di casa, Anselmo, mostrava una certa simpatia nei suoi confronti e le faceva dei regalini. Un giorno, però, ha cercato di molestarla e lei ne è rimasto molto turbato.”
Lucido sentì un brivido lungo la schiena: per paura o vergogna, di Anselmo e delle sue avances non ne aveva mai parlato con nessuno. Come faceva Canneti a sapere quella storia?
“A scuola andava maluccio, ma se la prendeva con gl’insegnanti, li accusava di avercela con lei e di darle voti troppo bassi. Si ricorda del professor Valli? Insegnava matematica alle medie e le era talmente antipatico che ha voluto fargli uno scherzo di pessimo gusto...”
“Vabbè, è stata una ragazzata...”
“Inoltre, aveva una passione per i motori. Le piaceva stare nell’officina di suo padre e sarebbe diventato un ottimo meccanico se si fosse applicato di più e avesse scelto la scuola professionale. Si ricorda di Alfio Petroni?”
“Petroni… no.”
“Avete fatto il militare assieme: anche lui era meccanico e le aveva proposto di aprire un’officina insieme.”
“Ah sì, è vero... E allora?”
“Ha perso un ottimo affare: Petroni si è trovato un altro socio e ha tirato su un’azienda molto florida... e Luca Perugini?”
“Quello me lo ricordo: era un amico di famiglia, mi aveva proposto di andare con lui in Sudamerica per lavorare in un'impresa. La cosa non mi attirava e al mio posto è andato Luciano, il cugino di mia madre, un tipo… come dire… un po’ suonato.”
“Altra occasione perduta, signor Mazzanti: oggi Perugini e Luciano Franchi hanno una società di import-export e fanno soldi a palate. Insomma, lei ha avuto delle ottime opportunità ma non ha voluto coglierle.”
“Può darsi, ma io sono contento di come sto ora.”
“Parleremo anche di questo e…”
Lucido lo interruppe:
“Aspetti un attimo: lei come fa a sapere tutte queste cose?”
“E’ un dono: l’ho sempre avuto e cerco di usarlo per aiutare le persone a non fare scelte sbagliate. Poi, ognuno decide per conto suo se ascoltare o no i miei consigli.”
“Allora lei ha dei poteri paranormali?...”
“Li chiami così, se le piace.”
“Mi tolga una curiosità: da ragazzino stavo in una squadra calcio e mi aveva notato uno che lavorava per una grossa società…”
“Sì, è stato quando aveva 14 anni e giocava nella Nuova Virtus. Una specie di talent scout l'aveva invitata a un provino per una società di Serie B, ma un infortunio di gioco le ha impedito di andarci.”
“Proprio così! Mi sono sempre chiesto cosa sarebbe successo se ci fossi andato.”
“Può mettersi il cuore in pace: non l’avrebbero presa.”
“Perché?”
“Perché a quel provino c'era anche Nico Molfetta: ha presente chi è?”
Lucido aveva scosso la testa: con Molfetta, divenuto un famoso giocatore di Serie A e della Nazionale, non ci sarebbe stata storia.
“Bene – riprese Canneti – ora vorrei parlare dei suoi affari di cuore.”
“Sentiamo…”
“Lei di donne ne ha avute parecchie: è simpatico, elegante e le piace divertirsi. Fa il “duro”, dice di non essersi mai innamorato ma c'è una ragazza a cui ha voluto davvero bene: Luisa Girardo.
Vi siete conosciuti quando lei era andava al liceo e siete stati insieme per tre anni; è stata una bella storia, finché non sono venute fuori certe sue frequentazioni e le scappatelle con altre ragazze.
Avete litigato, Luisa non ha più voluto vederla ma lei ha provato a riconquistarla mandandole dei vestiti firmati, dei gioielli e altri regali costosi. Tutto le è tornato indietro con un biglietto su cui Luisa ha scritto che non vuole farsi comprare da nessuno. E' una ragazza pulita, con dei valori: merce rara, al giorno d’oggi… Quel che le ho detto finora è esatto?”
“Sì.”
“Bene, ora veniamo al presente. Lei, nel suo campo, è un uomo di successo; può contare su molti amici e ha appoggi potenti.
Giorni fa un pezzo grosso, Amedeo Dall’Acqua, le ha proposto di lavorare per lui facendole un'offerta vantaggiosa.
Ma c’è dell’altro: Luisa le manca. L'altra notte l’ha sognata e si è svegliato piangendo; le ha scritto una lettera per dirle che l'ama ancora, ma poi l'ha strappata perché si vergogna dei suoi sentimenti e teme di essere respinto. Inoltre, ha saputo che lei si è fidanzata ed è tentato di toglierle di mezzo questo rivale per...”
“Va bene, basta così! Mi ha convinto...”
Sì, Marmotta aveva ragione: quello era un veggente con le contropalle e nessuno meglio di lui avrebbe potuto consigliarlo.
“Ora mi parli del futuro, Canneti.”
“Va bene, ma prima devo chiederle un favore: mi paghi. Vede, io ho l'abitudine di dire la verità anche sul futuro, per quanto possa essere sgradevole. Ma è capitato che, dopo aver saputo cosa li aspetta, molti si sono arrabbiati, mi hanno dato del bugiardo e mi hanno rifiutato il compenso.”
“Quanto vuole?”
“50 Euro.”
“Roba da matti! – pensava Lucido – Com'è possibile che uno con dei poteri del genere si faccia pagare così poco?”
Avuto il denaro, Canneti aveva proseguito:
“Lei ha urgenza di sapere se accettare la proposta di Dall’Acqua.
L’idea di guadagnare di più l’attira e sa che a quel signore non piace sentirsi dire no. Però questo cambiamento le farebbe perdere delle amicizie a cui tiene molto e qualcuno non glielo perdonerebbe.
Si sente a un bivio e vuole sapere che direzione prendere, ma io le dico qui non si tratta di andare a destra o a sinistra: lei ha completamente sbagliato strada e può solo tornare indietro.”
“Tornare indietro?”
“Sì, mollare tutto e cambiare vita: se non lo farà, non avrà nessun futuro.”
“Ma non se ne parla proprio! Ho faticato per arrivare dove sono e non voglio rinunciare a niente!”
“Rifletta: mettendosi con Dall’Acqua si tirerà molta gente contro; ma dicendogli di no, si creerà un nemico che, prima o poi, gliela farà pagare. L'unica via d’uscita è fare come il suo collega Nino, il Marmotta: gli ho consigliato io di sparire.”
“Ah! E bravo il Marmotta…”
“Lasci stare il suo amico e pensi a sé stesso: lei ha dei soldi da parte, può rifarsi una vita altrove e non da solo.
C’è un’altra cosa che deve sapere: Luisa ha lasciato il fidanzato e le vuole ancora bene. Si faccia avanti, le proponga di cominciare un'esistenza diversa e tornerete insieme.”
“Ma... ne è sicuro?”
“Sì: lei può prendere una strada nuova e percorrerla con l'unica persona di cui le importa. Il destino di ciascuno di noi non è scritto da nessuna parte e si può cambiare radicalmente. Se resta nella situazione attuale, qualunque decisione lei prenda, non andrà lontano.”
Lucido era turbato come mai in vita sua.
Era una situazione pazzesca; si sentiva incapace di dominare la tempesta di pensieri, paure, speranze che le parole di quell'uomo avevano scatenato ed era rimasto per un po' in silenzio, con la testa fra le mani.
Poi si era alzato, aveva salutato appena il Canneti ed era uscito dall'ufficio in gran fretta, come uno che sa cosa fare e deve farlo subito.
Lungo il corridoio aveva sentito l'ultimo consiglio del veggente: “Decida presto, non ha molto tempo...”.

Sono le 19: Yadhos il Sensitivo (per il quale, come dice la réclame, L'Ignoto non ha segreti) congeda un noto professionista a cui ha dato preziosi consigli e un potente amuleto per risolvere un problema sentimentale.
E’ l’ultimo appuntamento della giornata e, finalmente, può andare in bagno a cambiarsi.
Abbassa il cappuccio che gli copre parte del volto, si spoglia della pesante tunica nera, si toglie delicatamente la barba finta. Con una salvietta struccante rimuove il fondo tinta che nasconde una macchia rossiccia sotto l'occhio destro e si lava il viso.
Sua moglie, che gli fa da segretaria, porta il resoconto della giornata:
“Anche oggi 4 consulti e 800 Euro in cassa.”
“Domani quanti ne abbiamo?”
“Due al mattino e due nel pomeriggio. Dopodomani, tre nell'altro studio.”
“Ottimo. Però devi tenermi libero venerdì e prenotare il solito ufficio...”
“Come vuoi, ma non capisco perché perdi tempo con appuntamenti da 50 Euro.”
“Già: qui per 200 Euro racconto un sacco di balle, mi vesto come un buffone, rifilo cianfrusaglie di plastica e tutti mi credono.
Là faccio la persona seria, dico le cose come stanno per 50 e non mi crede quasi nessuno. Però mi piace farlo: per me, la verità... è un hobby!”
Escono dalla porta sul retro e salgono su una grossa auto: lei guida mentre Yadhos, alias Pietro Canneti, sfoglia un quotidiano che aveva lasciato sul sedile.
C’è un articolo con una foto e un grosso titolo: Regolamento di conti tra malavitosi – Il pregiudicato Alex “Lucido” Mazzanti trucidato per uno “sgarro” da membri del suo vecchio clan.
“Cosa dice il giornale?” gli chiede la moglie
“Parla di un tizio che è venuto da me giorni fa: un altro che non mi ha creduto...”




VOTATE!!!
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