Avevo già accennato (
https://temalibero.forumfree.it/?t=52696258) alla Santa Lucia Nera, ma voglio riprendere l'argomento. Era la noltte fra il 12 e 13 Dicembre 1916, novantanove anni fa, e i soldati italiani e austriaci si combattevano stando, estate e inverno anche su quote molto elevate, oltre i 3000 metri, come sull'Adamello o sull'Ortles-Cevedale. Le tecniche di guerra di allora oggi non sono più accettate: allora, occupata una qualsiasi posizione si riteneva di doverla “tenere” ad ogni costo. Quindi anche in inverno, anche con la neve, in qualsiasi condizione, ad esempio in un fondo valle, le truppe dovevano stazionare. Gli ufficiali spesso erano gente di pianura, avevano un manuale che gli diceva cosa dovevano fare e basta, esperienza di montagna pari a zero. In sostanza l'impreparazione tecnica era notevole.
Quindi ci furono grandi ammassi di truppe, sia italiane che austriache in posti che qualsiasi montanaro avrebbe evitato, perché conscio del pericolo rappresentato dalle valanghe.
Si riteneva, e forse è giusto anche adesso, che chi fosse riuscito a conquistare una vetta o una cresta di montagna avrebbe avuto una posizione di vantaggio: vero, ma doveva mettere in conto che in quella postazione doveva rimanere per tutto l'anno, inverno compreso, e che aveva maggiore difficoltà nei rifornimenti. E se non fossero bastate l'altitudine e il freddo, si potevano aggiungere tormente, vento, nebbia e quant'altro. Gli austriaci erano arrivati per primi a conquistare la maggior parte di quelle posizioni, gli italiani spesso erano in fondo valle.
Nei giorni precedenti aveva nevicato, nevicato molto e in alcuni punti il manto nevoso raggiungeva perfino i dieci metri. In quelle condizioni, qualunque montanaro lo sa, basta un niente, un alito di vento, un piccolo rialzo della temperatura, un animale che passa a far partire una slavina. Successe nella notte fra il 12 e il 13: le valanghe colpirono indiscriminatamente le truppe sia italiane che austriache, uccidendo circa 10.000 soldati.
Purtroppo non per tutti si trattò di morte in tempi brevi: molti furono imprigionati ancora vivi e mezzi sepolti dalla neve non poterono fare nulla per salvarsi. Si racconta di alcuni che si trovarono imprigionati con i piedi nel ghiaccio che si era riformato e morirono assiderati.
Gli unici reparti che ebbero una sorte migliore furono quelli a capo dei quali c'era un montanaro: una guida alpina, o un boscaiolo, o, perché no, un contrabbandiere. Questi erano persone che conoscevano bene la neve, i suoi pericoli, e che non permisero alla loro truppa di accamparsi in posti troppo pericolosi.