Assolutamente si, ma non tanto per i soldi spesi, è proprio il concetto che non sopporto. La nostra è una società competitiva, resa ancora più competitiva. Una volta la "competizione" era legata a poche cose: la canzone, il libro, gli sport, cose su cui c'era pur sempre da discutere, ma che poi, alla lunga, se la competizione era "onesta", la realtà si "sistemava" da sola. Penso a dei Sanremo anni '60 e primissimi anni '70 ( cioè fin quando li ho visti ), dove la canzone vincitrice neanche si ricorda più, e quelle piazzate sono ancora ricordate e cantate. Poi si è arrivati, con i reality, al punto che lo spettacolo è la competizione e l'astio tra i "concorrenti" che spesso sono, se si vuole essere proprio obiettivi, dei nullafacenti, degli scappati di casa. Il modello oggi è questo e non è un caso che ce lo ritroviamo dovunque, in tutti gli aspetti della società, anche nella politica. A me le competizioni non mi interessano più da decenni, figuriamoci se spenderei il tempo di fare una telefonata, visto che neanche li seguo.
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